Imprese e tasse: Forlì e Cesena si confermano maglie nere in regione

Cna pubblica il “Rapporto 2016 – Comune che vai fisco che trovi”. Il trend generale migliora, mentre a livello locale peggiora, seppur di poco. Anche quest’anno si lavora fin dopo Ferragosto per pagare le tasse

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Come sarà nel 2016 la tassazione sulle piccole e medie imprese? Lo ha determinato, comune per comune, l’Osservatorio di CNA Nazionale, “Rapporto 2016 – Comune che vai fisco che trovi”, che fotografa numeri la mano l’andamento della situazione fiscale dal 2011 al 2016. La tendenza nazionale, che vede un calo dell’incidenza totale della tassazione, non è purtroppo confermata a livello locale.

Questo valore, detto “Total Tax Rate”, per artigiani e piccole imprese scende al 60,9%, rispetto al 62,2% del 2015 (-3,6% sul 2012). A Forlì, invece, si passa 62,9% al 63% e a Cesena dal 62,6% al 62,7%. Aumenti minimi, ma che sono in controtendenza in senso negativo. L’analisi del rapporto CNA è calcolata su una impresa manifatturiera rappresentativa del tessuto economico italiano, in particolare: azienda con 4 operai e un impiegato, con reddito d’impresa di 50.000 euro all’anno.
Rispetto al trend positivo nazionale, a livello locale suona un’altra musica. A Forlì, nel 2016, un’azienda di questo tipo pagherà 31.488 euro di tasse, il 63% del proprio reddito e 38 euro in più rispetto al 2015. Peggiora infatti, seppur di poco, l’incidenza totale delle imposte (era 62,9%), sebbene quella dei tributi locali scenda dal 21,3% al 21,1%. In soldoni, su un reddito di 50.000 euro alla fine dei giochi gliene resteranno in tasca 18.512. Se consideriamo un’azienda analoga a Cesena, nel 2016 pagherà 31.346 euro di tasse, il 62,7% del proprio reddito. Anche qui, si pagheranno 38 euro in più rispetto al 2015, quando l’incidenza totale delle imposte arrivava al 62,6%; e anche qui l’incidenza dei tributi locali cala dal 20,9% al 20,7%. Di quei famosi 50.000 euro, a Cesena ne rimangono 18.654 euro.
L’Osservatorio fissa anche il tax free day, cioè il giorno dell’anno nel quale una piccola impresa smette di lavorare per pagare tasse, imposte e contributi, e comincia a produrre reddito disponibile per il titolare e per la sua famiglia. Data che, per quanto ci riguarda, cade il 16 agosto a Cesena, guadagnando un giorno rispetto al 2015 e il 17 agosto a Forlì, dove migliora di due giorni. Le cose vanno quindi un po’ meglio, ma restiamo posizionati male nella classifica delle città dell’Emilia-Romagna. Nella classifica dei peggiori, Forlì scalza Parma e si colloca al 2° posto in regione, dopo il capoluogo: un primato al quale si sarebbe rinunciato volentieri. A parte questa novità, si conferma in sostanza a livello regionale la situazione del 2015.
In una classifica nella quale i più virtuosi stanno nella parte bassa della classifica, sul campione di 124 città Forlì si colloca al 34° posto e Cesena al 38°. Si confermano posizionati meglio gli altri capoluoghi romagnoli: Rimini è al 72° posto e Ravenna al 75°, con entrambe le città che guadagnano diverse posizioni. Se guardiamo il peso fiscale complessivo, come abbiamo detto siamo al 63% a Forlì e al 62,7% a Cesena: entrambi dati peggiori della media nazionale (60,9%), come anche delle città vicine (Rimini si attesta sul 59,7% e Ravenna sul 59,6%). L’incidenza della tassazione locale è del 21,1% a Forlì e del 20,7% a Cesena (a Rimini 18% e a Ravenna 17,4%). “Senza voler fare la guerra sui decimali – commenta Lorenzo Zanotti, presidente di CNA Forlì-Cesena – i miglioramenti delle città a noi vicine ci mostrano che esistono dei margini per ridurre le imposte, anche a livello locale. Una cosa assolutamente necessaria in una situazione di recessione, per sostenere gli investimenti e la ripresa, soprattutto sul mercato interno”.
Tutte i dati e le tabelle al seguente link: http://www.cna.it/notizie/total-tax-rate-artigiani-e-piccole-imprese-scende-al-609-36-rispetto-al-2012-maglia-nera

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