Aeroporto di Forlì, il Comune e i soci di minoranza: “Estrema criticità, Halcombe venda le quote”

Il sindaco Drei dopo l'incontro con lo staff tecnico dello scalo: "E' fuori di dubbio che la presenza e l'esperienza del manager americano nel Ridolfi si chiudono qui"

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L’aeroporto Ridolfi di Forlì versa in uno stato di “estrema criticità”. Per cui il patron di Air Romagna, Robert Halcombe, dovrebbe cedere la sua quota per tentare la via di un nuovo decollo. Il sindaco di Forlì, Davide Drei, riferisce in aula sull’incontro di questa mattina con i due soci di minoranza dell’imprenditore americano, Armando De Girolamo e Callisto Maurilli, rispettivamente al 5% e 3%. E con una delegazione dello staff tecnico dell’aeroporto. Incontro programmato dopo l’annullamento dell’assemblea dei soci in calendario proprio per oggi. 

E’ emersa, sottolinea il primo cittadino, tutta la “gravità della situazione”, “l’estrema criticità in cui versa lo scalo”. Così come, rimarca, “la manifesta e grave responsabilità” di Halcombe e “l’evidente impossibilità ad attendere gli impegni presi con la città e i soci”. A fronte di questo scenario i soggetti seduti al tavolo concordano che “l’unica strada per dare una prospettiva è procedere ai necessari approfondimenti e dare vita a un nuovo assetto societario che a fronte di investimenti si impegni per il rilancio dell’infrastruttura”.

Drei scarica dunque del tutto l’americano: “E’ fuori di dubbio che la presenza e l’esperienza di Halcombe nel Ridolfi si chiudono qui”. Da qui la richiesta congiunta Amministrazione-soci minoranza, spiega Drei, di “farsi da parte e di cedere le quote per consentire la ripresa delle relazioni e la riapertura. A fronte dell’impegno dei due soci a guidare il processo di traghettamento verso un nuovo assetto societario, con il coinvolgimento di realtà imprenditoriali del territorio”.

Fin dai prossimi giorni, annuncia il sindaco, ci saranno le comunicazioni del Comune e dei soci per invitare l’imprenditore a “prevedere con un prossimo incontro la possibilità di vendere e consentire alla compagine guidata da loro l’acquisizione di tutto il pacchetto azionario”. Un’azione, ribadisce, che “svolgeremo immediatamente. E’ delicata, non vogliamo mettere in discussione il processo di concessione”. La tesi è dunque quella di “mantenere valido il contenitore, Air Romagna, ma di cambiarne la guida”. Fermo restando il modello di gestione privata, che deve proseguire. Le istituzioni locali fin qui hanno fatto “molto, forse troppo, ma non c’erano alternative” e ora “non devono lasciare intentata anche la dimensione delle relazioni pubbliche a livello regionale”. Insomma la politica, ribadisce Drei, “deve sostenere il progetto d’impresa non mettersi davanti”.

Da settembre verrà inoltre individuato lo strumento, seduta di consiglio o di commissione, per “ascoltare i punti fermi del processo” e informare tutti i partiti. I due soci di minoranza, conclude Drei, non sono imprenditori del territorio, sono qui per interessi commerciali e sono stati trattati da Halcombe in “maniera marginale”. Per cui “potevano abbandonare”, invece non lo hanno fatto. Con loro “si è sviluppato un rapporto importante, solido e concreto. E’ grazie a loro se abbiamo un aggancio per riprendere il discorso”. L’Amministrazione ci crede e non c’è infatti “all’orizzonte l’ipotesi di chiusura della società e di un nuovo bando”. E in caso di cessione non consensuale, De Girolamo e Maurilli proveranno a far valere i loro diritti esautorando Halcombe per non ottemperanza delle modalità di gestione.

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