Inaugurata la nuova sede IOR di Forlì

La nuova struttura si trova in via A. Costa 28. Miserocchi: "Sarà un luogo aperto di attività e incontro di servizi gratuiti per i pazienti e le loro famiglie"

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Non una semplice sede centrale, ma un vero e proprio nuovo quartier generale della Romagna che lotta contro il cancro. È così che si presentano gli uffici dell’Istituto Oncologico Romagnolo, trasferiti dalla vecchia location di corso Mazzini 65 a via Andrea Costa 28. Un trasloco che ha una data ufficiosa, venerdì 1 settembre, e ora anche una ufficiale: nella giornata di oggi giovedì 19 ottobre, infatti, è avvenuto il taglio del nastro alla presenza delle massime autorità cittadine e di circa un centinaio di persone, che hanno potuto così visitare i locali completamente rinnovati della Sede Centrale.

“Si tratta di un passaggio storico, che consolida in modo definitivo e permanente le nostre radici nella città della Romagna – ha affermato il Direttore Generale IOR, Fabrizio Miserocchi – da cui tutto è cominciato 38 anni fa grazie ad una lungimirante intuizione del prof. Amadori. Sarà un luogo aperto di attività e incontro a disposizione dei cittadini che desiderano partecipare al percorso di speranza e sostegno all’oncologia del territorio: un luogo di servizi gratuiti per i pazienti e le loro famiglie”.

Il momento ufficiale del taglio del nastro è toccato proprio al presidente dell’Istituto Oncologico Romagnolo, il prof. Amadori, accompagnato dal Sindaco di Forlì e presidente della Provincia di Forlì-Cesena, Davide Drei. Immancabile, infine, la benedizione della nuova struttura, da parte del vescovo di Forlì, monsignor Lino Pizzi.

“Il momento in cui si cambia casa, in cui si assume una dimensione più adeguata dove vivere, è sempre importante – ha affermato il Sindaco Drei – e lo IOR è un grande pioniere del nostro territorio, avendo assunto fin da subito una connotazione non cittadina ma romagnola: per la prima volta le nostre famiglie si sono sentite meno sole quando avevano a che fare con malattie di cui non conoscevano bene nemmeno il nome ma di cui provavano grande paura. Se non ci fosse stato lo IOR, l’IRST non sarebbe l’eccellenza riconosciuta in tutta Italia oggigiorno: o le iniziative di prevenzione dei tumori non avrebbero avuto altrettanta efficacia. Oggi è un giorno di festa: a volte c’è tanta sofferenza, ma di tanto in tanto occorre lasciare anche spazio alla soddisfazione per i grandi risultati conseguiti”.

“Ringrazio tutti i presenti: dal Direttore Generale, Fabrizio Miserocchi, a chi ha contribuito negli anni scorsi a rendere lo IOR – ha concluso il prof. Amadori – quello che è oggi, come il dott. Roberto Pinza, Presidente dal 1987 al 2002, o il dott. Vincenzo Erroi. Ci tengo a ringraziare anche quella che è la vera anima dell’Istituto, i nostri volontari. Si tratta di un grande traguardo: ma proprio perché la strada è ancora lunga, ci tengo a sottolineare che è il momento di pensare a quello che sarà, nel prossimo futuro, la nostra organizzazione. Lo IOR dev’essere un’istituzione che lavora sempre di più sul territorio, con grandi progetti e sempre più servizi alla persona. Ad esempio, vogliamo fornire nuovamente l’assistenza domiciliare ai malati oncologici, sia pure rivista in termini moderni; vogliamo lanciare un percorso di prevenzione ed educazione sanitaria che comprenda tutta la Romagna; e vogliamo offrire a tutto il paese uno strumento che permetta di monitorare gli effetti che l’ambiente esercita sul patrimonio genetico delle popolazioni esposte, grazie alla Fondazione Bioteca di Popolazione”.

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