L’allarme dell’Ugl: “A Forlì-Cesena nel 2017 c’è stato il boom del lavoro nero e irregolare”

Il segretario Lo Giudice: “Occorre rafforzare organismi di controllo e attivare subito il Tavolo permanente sul lavoro”

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Anche l’Ugl di Forlì-Cesena-Rimini ha partecipato alla riunione del Cles – il Comitato per il Lavoro e l’Emersione del Sommerso – che orienta le attività per l’emersione del lavoro irregolare o nero e coordina gli enti che effettuano vigilanza in materia di lavoro. Nell’incontro, che si è svolto nella sede dell’Ispettorato territoriale del lavoro coordinato dal capo dell’Ispettorato Territoriale Roberto Sabbatucci, alla presenza di istituzioni e forze dell’ordine, si è dato conto dei risultati dell’attività di vigilanza nel periodo dal 1° gennaio al 31 dicembre del 2017.

I numeri riportano un dato comunque preoccupante: a fronte di 3.332 lavoratori controllati, 821 sono risultati irregolari e di questi 218 sono extracomunitari e 10 clandestini trovati sul nostro territorio. Il dato del lavoro irregolare e/o interamente in ‘nero’ ha portato alla certificazione di 971 violazioni amministrative e di altre 78 violazioni penali.

Per un ammontare di sanzioni amministrative riscosse di 317.210,60 euro, 91.277,75 euro di sanzioni penali riscosse e un imponibile accertato di 7 milioni e 624mila euro. Sono state sospese 79 attività imprenditoriali, di cui 76 revocate e 3 ancora in essere. I controlli svolti in gran numero soprattutto nei settori delle costruzioni, di alloggio e ristorazione, di trasporto e magazzinaggio, del commercio, del manifatturiero, dei servizi ed agricoltura. Emersi casi di lavoratori che venivano licenziati e continuavano a lavorare in ‘nero’ per percepire l’indennità di disoccupazione, contributi evasi ed elusi, irregolarità nei tirocini, stage-truffa cioè che camuffano normale lavoro dipendente… E’ il boom del lavoro ‘grigio’ ovvero dei contratti fasulli per consentire stipendi più che dimezzati e sfruttamento. La nuova frontiera del neo schiavismo.

“Come sindacato abbiamo denunciato il fenomeno del lavoro nero, del caporalato e dell’utilizzo della manodopera irregolare – commenta Filippo Lo Giudice, segretario dell’Ugl di Forlì-Cesena e Rimini – soprattutto quella straniera, in agricoltura come in edilizia, con le false coop e nei trasporti delle merci. Da anni denunciato pubblicamente questa situazione e c’è anche chi tra gli organismi istituzionali, alcune forze politiche e certe organizzazioni di categoria ha preferito sottovalutarla o addirittura ignorarla, forse per motivi ideologici. Come Ugl continuiamo a ribadire che il fenomeno esiste ed è molto più diffuso di quanto si pensi, in Romagna come in Emilia, da nord a sud di tutta la regione. Si deve fare di più per arginare il problema e devono essere trasferite maggiori risorse agli organismi di controllo”.

Nel corso della riunione del Cles s’è confermato che si procederà al coordinamento della programmazione delle future attività di controllo e monitoraggio sull’andamento del mercato del lavoro, nel solco di una valutazione globale ed un’analisi completa della situazione territoriale mettendo in campo strategie operative condivise tra tutte le istituzioni e le forze dell’ordine, così come auspicato dalle persone intervenute all’incontro.

“Si tratta di coinvolgere in questa battaglia contro lo sfruttamento dei lavoratori (non soltanto immigrati ma anche italiani) – aggiunge Lo Giudice – tutti i livelli istituzionali locali, intensificando i controlli, rafforzando gli organici dell’Ispettorato del lavoro e dell’Inps e applicando le leggi che già ci sono, in attesa che vengano varate nuove norme nazionali. A livello locale, vista l’assenza degli enti locali, rilanciamo la proposta già da noi avanzata al sindaco Davide Drei, di costituire un Tavolo permanente sul lavoro che metta al centro delle proprie attività la legalità e la tutela delle aziende sane che utilizzano manodopera regolare, nell’esclusivo interesse della nostra economica e della tenuta dei rapporto sociali”.

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