Ambiente. Il progetto “Oltreterra” del Ceub conquista Carlo Petrini

In un incontro tenutosi a Bertinoro, il fondatore di Slow Food Forlì ha conosciuto le realtà che fanno parte dell'articolato progetto

Più informazioni su

“Comunità e reti”, queste le due parole chiave al centro della visita in terra di Romagna del fondatore di Slow Food Carlo Petrini. L’incontro, svoltosi lo scorso 3 maggio nella chiesa San Silvestro al Centro Universitario di Bertinoro, è stata la conclusione pubblica della giornata romagnola dello stesso Petrini, venuto a conoscere da vicino le realtà che compongono l’articolato progetto “Oltreterra”.

Per chi non lo sapesse, il progetto “Oltreterra” è nato da un’idea di Slow Food Forlì e Appennino Forlivese ed è sostenuto da Slow Food Emilia Romagna e Toscana, interno al progetto di Slow Food Italia degli Stati Generali delle Comunità degli Appennini: nel tempo al progetto hanno aderito l’Ecomuseo del Casentino, con le sue Feste Sagge, il Ce.U.B. sede formativa e custode del Museo Interreligioso, Legambiente, CREA (Consiglio per la Ricerca in Agricoltura e l’Analisi dell’Economia Agraria), Romagna Acque, la Facoltà di Scienze Forestali dell’Università di Firenze e PEFC Italia, partner nelle politiche sostenibili di sviluppo forestale: vi hanno inoltre aderito le scuole e i Comuni del Parco nella costruzione delle mense agricole, attraverso la realizzazione di un rapporto diretto fra le aziende agricole e quei bambini che saranno gli uomini di domani e che sempre di più soffriranno una globalizzazione incapace di valorizzare le tradizioni di un popolo.

A Santa Sofia, Carlo Petrini ha incontrato i Sindaci della Comunità del Parco Nazionale delle Foreste Casentinesi e una delegazione di ragazzi della Scuola Primaria locale che, da otto anni, coltivano l’Orto Scolastico seguendo il progetto “Orto in Condotta” dell’Associazione Braidese finanziato dal Rotary Club Forlì Tre Valli.

Da Santa Sofia a Bertinoro per visitare prima il Museo Interreligioso realizzato nella rocca vescovile sede del Ce.U.B., partner del progetto, per poi concedersi alle persone presenti nella Chiesa di San Silvestro. È attorno a questa capacità di fare rete che si è sviluppata la conferenza pubblica di Petrini che, nel suo discorso, ha spaziato su temi come quello della spiritualità e della fraternità, che sono da coltivare e possono accomunare persino il Papa di Roma, Francesco, e un agnostico figlio di comunisti come Carlin.

“È stata una chiamata che mi ha cambiato la vita, non lo nego”, così Petrini ha introdotto il racconto della telefonata di papa Francesco, da cui è nata un’amicizia che ancora tutt’oggi si traduce in un intenso scambio epistolare, un confronto continuo di idee da cui ha preso forma anche la richiesta di scrivere la prefazione all’enciclica “Laudato si’” e da cui prendono il nome anche le comunità lanciate da Petrini e da mons. Domenico Pompili, vescovo di Rieti, per diffondere il messaggio ecologista di Francesco.

L’unione della battaglia ecologista a quella per i diritti umani sono l’aspetto che accomuna il messaggio di papa Francesco alla battaglia di Slow Food. L’associazione è ora impegnata in un “cambio di pelle”, cominciato con il congresso internazionale di Chengdu, e mira a creare un’associazione (e una società) più orizzontale e inclusiva, capace di camminare con le persone, le associazioni e le istituzioni che sui territori perseguono gli stessi obiettivi di difesa della terra e dei diritti. Temi dei quali la sinistra italiana, ha sottolineato Petrini, non parla: “Nessuno nella passata campagna elettorale ha parlato di riscaldamento globale”.

Di quell’inclusività diventata obiettivo da perseguire, “Oltreterra” è già testimonianza dal 2014, come ha ricordato Gabriele Locatelli, nella sua introduzione. Una lavoro di sinergia che trova da tempo un partner convinto nel Parco nazionale delle Foreste Casentinesi Monte Falterona e Campigna. Al suo presidente Luca Santini, erano affidate le conclusioni. Nel suo intervento ha ricordato l’importanza dell’equilibrio tra conservazione e sviluppo per fare del Parco una risorsa per le comunità che ci vivono oltre che un monumento vivente e in tal senso ha ricordato l’impegno attivo per arrivare al riconoscimento della filiera dell’abete bianco. Da Santini anche un appello alla politica a “programmare a lungo termine”, come si fa per le abetaie: “Un abete piantato oggi sarà pronto tra 150 anni”.

A latere dell’iniziativa la rete di Oltreterra ha fatto un altro regalo a Carlin, un orto in Africa da aggiungere ai quasi cinquemila già realizzati, dono di Romagna Acque – Società delle Fonti, rappresentata dal Presidente Tonino Bernabè, che ha importanti progetti nel continente africano.

Più informazioni su