Libri. “Anima e Coraggio”: mercoledì 12 l’autobiografia del professor Dino Amadori a Villa Carpena

Dalle 20.30 presentazione del volume, preceduta da una cena di beneficenza: il ricavato dell'evento andrà a sostegno della ricerca scientifica e dei servizi di assistenza gratuita dei pazienti oncologici della Romagna

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Nuovo appuntamento con ‘Anima e Coraggio’, l’autobiografia professionale di Dino Amadori, presidente dell’Istituto oncologico romagnolo e direttore scientifico emerito dell’Istituto scientifico romagnolo per lo studio e la cura dei tumori. Amadori, fa sapere l’Istituto oncologico, alle 20.30 di mercoledì 12 settembre “sarà al Circolo Tennis Villa Carpena a Forlì per parlare di passato, presente e futuro della lotta contro il cancro”. 

Per l’occasione, sara’ sul palco con lui “anche il figlio Andrea, anch’egli medico, mentre completa il quadro degli ospiti l’avvocato Salvatore Lombardo, amico di vecchia data dell’autore e tra i fondatori dell’Istituto oncologico romagnolo, di cui e’ stato il primo presidente”.

Prima della presentazione, aperta a tutti, e’ prevista anche “una cena di beneficenza con menu’ completo al costo di 20 euro (gradita la prenotazione allo 0543-402344)”. Il ricavato dell’evento, cosi’ come quello della vendita dell’autobiografia, verra’ utilizzato “a sostegno della ricerca scientifica e dei servizi di assistenza gratuita dei pazienti oncologici della Romagna”.

Al termine della serata, infine, “Amadori rimarra’ come sempre a disposizione di chi vorra’ una dedica personale sulla propria copia del libro”.

“Il titolo rispecchia le caratteristiche che si devono avere quando si intraprende una lotta contro quella che ritengo possa essere definita come la malattia più grave che l’umanità abbia dovuto affrontare e che dovrà affrontare – ha spiegato il prof. Amadori durante lo speciale “Faccia a Faccia”, la trasmissione di Teleromagna – ci vuole coraggio, perché non è detto che questa lotta porti a grandi soddisfazioni, e ci vuole anima perché si tratta di condividere coi pazienti dei problemi molto rilevanti e toccanti emotivamente. Mia madre mi chiedeva sempre cosa volessi fare da grande: io le rispondevo che volevo fare il papa, perché ascoltavo alla radio i suoi messaggi e mi sembrava avesse sempre molto da dire. Ma lei, che era una cattolica anti-clericale, mi diceva che i papi erano tutti vecchi e, una volta eletti, poi morivano presto. Così mi focalizzai su ‘quel brutto male lì’: sì, perché nel nostro paesino si faceva menzione di altre patologie mortali, quali l’infarto, ma il cancro si aveva paura persino di nominarlo, sia quando qualcuno si ammalava, sia quando ne moriva. Era come un lutto pre e post mortem”.

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