Eventi. “Caccia & Country Expo”: si guarda al futuro tra nuovi turismi e filiera della cacciagione

Gli approfondimenti su acquiturismo e cacciagione alla Fiera di Forlì delineano possibilità nuove per il turismo e per la certificazione di selvaggina del territorio

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Le giornate dedicate a “Caccia & Country Expo” alla Fiera di Forlì si sono concluse confermando un’importante presenza di visitatori tra gli stand. Grande interesse anche per il padiglione dedicato all’ambiente e alla biodiversità, allestito grazie alla collaborazione con il Parco nazionale delle Foreste casentinesi, il Parco nazionale dell’Appennino Tosco Emiliano e la Regione Emilia-Romagna, intesa questa che va a rafforzare un legame che, valorizzando gli appuntamenti fieristici della Fiera di Forlì, valorizza anche il territorio e le strategie di sviluppo dei potenziali imprenditori. 

Molto apprezzata la parte convegnistica che ha approfondito argomenti quali regole di sicurezza nella caccia e nelle discipline sportive, potenzialità della pesca turismo e gestione faunistico-venatoria dell’Emilia-Romagna.

In particolare nell’ultima giornata di fiera si è parlato di acquaturismo: la pesca nei laghetti potrebbe diventare un nuovo aspetto del turismo in Romagna? Piergiorio Vasi, responsabile valorizzazione delle attività di acquacoltura e pesca marittima del Servizio attività faunistico-venatorie e pesca della Regione Emilia-Romagna, ha sottolineato come sia necessario ragionare sull’aspetto turistico per creare consapevolezza rispetto a un indotto più importante di quello che si pensa, quello dedicato ai laghetti di pesca sportiva­. Per ora l’Emilia Romagna ha identificato l’acquacoltura ma ancora non si è pensato a fare acquiturismo. L’idea è di vendere pacchetti di pesca turismo o sportiva, ed è un’opportunità da cogliere, ma è necessario fare sistema: l’Assessorato non è l’unico referente, ce ne sono altri come per esempio l’Arpa che detiene le concessioni dei laghi.

È stata riportata l’esperienza positiva dei gestori del lago Arcobaleno di Riccione dove si pratica sportiva, con annessa piccola ristorazione, corsi gratuiti per ragazzi, e la supervisione di un biologo che monitora i parametri dell’acqua. Marzio Ciani, membro Consiglio regionale Fipsas e componente del Settore acque e impianti di Fipsas nazionale, ha riportato come la federazione organizzi molte gare anche nazionali ma ci sia ancora da lavorare sulle modalità più opportune per fare sistema con albergatori e ristoratori, mentre Giorgio Cavatorti, tour operator specializzato in viaggi di pesca all’estero, ha portato l’esempio del Trentino: qui si è colta l’opportunità dell’acquaturismo che ha dato consapevolezza delle potenzialità di questo tipo di turismo agli operatori, riuscendo a destagionalizzare e offrendo pacchetti che portano turisti negli alberghi anche in periodi dove la montagna non ha appeal per sciatori e appassionati di trekking.

Si è parlato anche di selvaggina e della costruzione di una filiera che sia certificata. “Oggi il cacciatore, che è il primo manipolatore delle carni da selvaggina, in genere si reca da un amico ristoratore per vendergliele – ha affermato Liviana Zanetti, assessora al Turismo del Comune di Castrocaro Terme – Sarebbe auspicabile la creazione di una filiera certificata e normata, eventualmente con la costruzione di un centro del cacciato con cella frigorifera dove ristoratori e privati cittadini possano recarsi per comprare la carne del territorio. Per la fiera del 2019 auspico che proprio qui verremo a dirci di avere fatto passi avanti in questa direzione”.

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