Migranti. Anche il Comune di Forlì si ribella al Viminale: “Non li cancelleremo dall’anagrafe”

Il sindaco Drei e l'assessore Mosconi: "Sospensione immediata del Decreto Sicurezza e apertura del confronto con i sindaci per una revisione del provvedimento"

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Anche Forlì si unisce al coro dei Comuni che chiedono “la sospensione immediata del decreto Sicurezza” e una “revisione immediata del provvedimento”. A dichiararlo il sindaco Davide Drei, insieme all’assessore al Welfare, Raoul Mosconi. Il sindaco in particolare mette in chiaro che non ci saranno “automatismi da parte dell’anagrafe nelle cancellazioni di persone oggetto del decreto”. 

Secondo Drei e Mosconi, infatti, “come avevamo ampiamente previsto, con l’inizio del nuovo anno stanno emergendo tutti i limiti di questa normativa”. Il problema nasce soprattutto dalla “mancata iscrizione anagrafica di centinaia di persone – spiegano gli amministratori forlivesi in una nota congiunta – che in virtu’ di quanto previsto dal decreto, continueranno a permanere sul territorio”.

Questo, sostiene il Comune di Forli’, “creera’ una fascia sociale di uomini, donne e bambini meno visibili, privi di documenti ad eccezione del permesso di soggiorno e maggiormente vulnerabili, la cui dimensione restera’ sconosciuta ed estranea alla classificazione dei fenomeni demografici”. Secondo Drei e Mosconi, dunque, “i problemi che si stanno registrando in tutto il territorio nazionale impongono che si faccia immediata chiarezza sulla legittimita’ costituzionale del decreto Sicurezza rispetto ai diritti umani”. Ed e’ “altrettanto necessario avere una risposta sui possibili conflitti normativi ingenerati dall’applicazione di quanto previsto dal decreto rispetto a norme e codici vigenti, perche’ diversamente l’unico risultato sara’ aver creato una situazione di precarieta’ strutturale”.

Da qui la richiesta del Comune di Forli’ di una “sospensione immediata” del decreto e “l’apertura del confronto con i sindaci per una revisione del provvedimento”.

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