Venerdì 6 settembre 2019, alle ore 20.30, presso il Salone Comunale di Forlì, ingresso piazza Saffi n. 8, si svolgerà una serata organizzata in occasione della Beatificazione di Benedetta Bianchi Porro. L’evento, coordinato da Livia Gazzoni, inizierà con gli interventi di Emanuela Bianchi Porro, sorella di Benedetta, e del Vescovo della Diocesi di Forlì-Bertinoro Mons. Livio Corazza. Il saluto dell’Amministrazione Comunale sarà portato dal Sindaco di Forlì, Gian Luca Zattini. La manifestazione proseguirà con la proiezione del filmato realizzato dal regista Franco Palmieri intitolato “Oggi grazie – Un giorno con Benedetta Bianchi Porro”. L’incontro è organizzato dal Comune di Forlì in stretta collaborazione con la Diocesi di Forlì- Bertinoro. Ingresso libero e gratuito. La cittadinanza è invitata a partecipare.
LA VITA DI BENEDETTA BIANCHI PORRO
Benedetta Bianchi Porro è nata a Dovadola l’8 agosto 1936 ed è morta a Sirmione del Garda (Brescia) il 23 gennaio 1964. All’inizio del suo calvario, Benedetta Bianchi Porro – della quale Papa Francesco ha approvato un miracolo – perse l’uso di una gamba e divenne per i suoi compaesani di Dovadola la “zoppetta”. Il secondo momento di questa scalata verso l’immobilita’ (e contemporaneamente la santita’) e’ uno scomodissimo busto, per le deformazioni della schiena. Ma ugualmente riesce a diplomarsi e ad iscriversi a Medicina all’universita’ di Milano ad appena 17 anni, nel 1953. I suoi studi di medicina le permettono un’autodiagnosi, confermata poi dai medici: la sua malattia si chiama morbo di Recklinghausen, ed e’ un proliferare di piccoli tumori che minano il sistema nervoso. Con straordinaria forza di volonta’, malgrado la sordita’, continua a studiare ed a sostenere gli esami, incontrando anche professori insensibili che si fanno beffe del suo handicap. Un primo intervento chirurgico alla testa le provoca una paresi facciale; un secondo intervento al midollo, nel 1959, la paralizza completamente. Dopo aver attraversato la notte buia della sofferenza e della solitudine, essersi terrorizzata per lo spettro della cecita’ e della sordita’, aver pianto sui piu’ bei sogni che ha visto frantumarsi, finalmente una luce comincia ad illuminare il suo buio interiore: trova infatti la fede. “Tutta la vita di Benedetta – affermera’ don Divo Barsotti – sembra piu’ o meno coscientemente modellarsi sulla Vergine, ritta, sulla montagna, ai piedi della Croce”.