Legacoop Romagna: Al nuovo Governo diciamo che la nostra priorità assoluta resta il lavoro

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Non c’è dubbio che con l’insediamento del nuovo governo ci troviamo di fronte a un cambio sostanziale di paradigma. Il “Conte 2” introduce importanti novità rispetto al suo predecessore.

La prima riguarda i rapporti con l’Europa. È bastata la distensione delle relazioni reciproche e l’affermazione di una rinnovata opzione europeista da parte dell’Italia per rassicurare i mercati finanziari e ridurre fortemente il differenziale tra i bund tedeschi e i titoli italiani, con un beneficio di alcuni miliardi per i conti pubblici. La stessa nomina dell’ex premier Gentiloni come commissario europeo all’economia va iscritta in questo mutamento di fase.

La seconda novità riguarda il superamento del cosiddetto contratto posto a base del precedente governo e che si è dimostrato fonte di conflittualità permanente tra M5S e Lega e di forti contraddizioni.

La terza riguarda il programma. Un programma che andrà ovviamente misurato alla prova dei fatti. In esso vi ritroviamo importanti affermazioni che condividiamo come la volontà di attuare politiche economiche orientate alla crescita e allo sviluppo; gli impegni in direzione di un rilancio degli investimenti e delle politiche di sostegno ai redditi da lavoro; l’attenzione verso il welfare.

Altre novità importanti si riscontrano nei settori delle politiche di sicurezza e sulla gestione dei fenomeni migratori con la volontà di uscire da una logica emergenziale, indurre agli altri partner europei il cambiamento del trattato di Dublino, l’insistenza verso la costruzione di una politica unitaria europea per il governo dei flussi e le relazioni con i paesi di provenienza.

Come Legacoop abbiamo avuto modo di sottolineare le nostre principali proposte, sulle quali intendiamo sviluppare il confronto con il governo e le altre parti sociali. Misureremo l’operato del governo sui contenuti e risultati forti della nostra autonomia.

Pensiamo che vada definitivamente chiusa la fase della cosiddetta disintermediazione e che il rapporto con i corpi sociali intermedi debba tornare a essere il metodo di lavoro nelle relazioni tra le istituzioni, il mondo degli interessi diffusi di economia e la società italiana.

La nostra priorità assoluta resta il lavoro.

Per creare lavoro, buon lavoro, occorre un rilancio degli investimenti pubblici, indirizzato all’infrastrutturazione materiale e immateriale del Paese, alla manutenzione del territorio, alla tutela ambientale, alla ricerca e sviluppo. Servono investimenti a sostegno della domanda interna per rilanciare i consumi ancora calanti, possibilmente da scomputare dal patto di stabilità europeo attraverso un accordo con la UE.

La fase di rallentamento dell’economia che coinvolge anche paesi importanti come la Germania, la guerra dei dazi aperta dal presidente degli USA Donald Trump che rischia di ripercuotersi negativamente sull’export di grandi imprese anche cooperative, la cronica e strutturale difficoltà a crescere dell’Italia, non impongono solo efficaci scelte immediate, ma anche un disegno di medio periodo che consenta di riattivare i meccanismi bloccati della crescita.

Per questo ci aspettiamo misure forti sul tema della cosiddetta sburocratizzazione, con una correzione del codice degli appalti. Bisogna attuare politiche redistributive del reddito e intervenire sul cuneo fiscale a favore dei redditi più bassi, scongiurare l’applicazione della cosiddetta clausola di salvaguardia e il conseguente aumento dell’IVA che sarebbe una tassa ingiusta sui meno abbienti oltre che una causa di depressione dei consumi.

Ci aspettiamo che settori fondamentali come sanità e welfare non vengano tagliati, ma rilanciati, garantendo l’universalità dei servizi. Lo stesso per scuole e formazione. Il cambio della guardia per l’editoria ci fa ben sperare per un cambio di direzione verso il mantenimento del fondo per il pluralismo dell’informazione, a tutela delle cooperative di giornalisti e delle voci libere.

È urgente una legge sulla rappresentanza, che darebbe finalmente attuazione all’articolo 39 della Costituzione ed eliminerebbe la concorrenza sleale di chi applica i “contratti pirata”. Così come attendiamo che sia approvata la legge sulle false cooperative che giace ormai da anni in parlamento.

I cooperatori, forti della loro autonomia, sono e restano in campo per fare in modo che prevalgano politiche di equità, giustizia sociale e crescita, e per un ambiente favorevole allo sviluppo delle imprese.

Il presidente di Legacoop Romagna, Mario Mazzotti

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