Ior. A Forlì venerdì 25 ottobre la 3° edizione del Charity Dinner

Si apre ufficialmente il calendario dei grandi appuntamenti di raccolta fondi del periodo natalizio dell’Istituto Oncologico Romagnolo con la terza edizione del Charity Dinner di Forlì: un evento pensato per far incontrare le realtà imprenditoriali di maggior responsabilità sociale con i professionisti più rinomati della ricerca scientifica svolta in Romagna e i volti più rappresentativi del volontariato. Anche l’edizione 2019, come le precedenti, si svolgerà presso Eataly venerdì 25 ottobre dalle ore 20: il menù sarà all’insegna delle pizze gourmet, ideate appositamente per l’occasione non solo dai cuochi della struttura di Piazza Saffi ma anche dai famosi chef Gianluca Gorini, Federica Casadei e Dario Antonelli. I piatti saranno inoltre accompagnati dai prodotti migliori dei piccoli birrifici di qualità del territorio.

Il Charity Dinner di Forlì, realizzato anche grazie al supporto delle partnership con Assicoop – Romagna Futura, Orto Mio e Idrotermica Coop, si conferma molto importante non solo per la città in cui si svolge, sede dell’organizzazione, ma soprattutto per la causa a cui sarà destinato il ricavato dell’iniziativa. L’incasso andrà infatti a sostenere l’acquisto di un macchinario fondamentale per aumentare ancora di più il livello della ricerca scientifica dell’IRST IRCCS di Meldola: il “CliniMACS Prodigy”, una strumentazione del valore di circa 200.000 euro che permetterà di personalizzare per ciascun paziente la propria cura, per rendere le terapie il più possibile efficaci.

«L’era del singolo trattamento valido per ciascun malato è terminata – spiega il Direttore Scientifico IRST, prof. Giovanni Martinelli – il “CliniMACS Prodigy” è un’attrezzatura meravigliosa, un sogno per tutti i ricercatori. Si tratta di un incubatore che permette di conservare in maniera viva e sterile per almeno quindici giorni i linfociti che noi sottraiamo al paziente e che hanno sviluppato tolleranza nei confronti della presenza della malattia, di modo da inserire all’interno di questa cellula la risposta antitumorale che noi vogliamo ottenere. La cosa bella è che queste cellule, una volta reimmesse nell’organismo e sconfitta la neoplasia, rimangono a sorvegliare il territorio, caratteristica che crea una protezione da una possibile recidiva. È una sorta di sistema di vigilanza se vogliamo, o di assicurazione, volta a garantire che la guarigione sia duratura. Questo significa che il progetto, pur essendo nelle sue fasi iniziali, non è di pura ricerca ma riguarda anche la clinica e la cura: i risultati che otterremo devono ritornare rapidamente al letto del malato per mettere a disposizione nuove armi contro la malattia di cui soffre. La tecnica sarà applicata prevalentemente su linfomi, alcune forme di leucemie mieloidi, alcuni tumori del pancreas, gli oblastomi e certi tipi di sarcomi, ma è chiaro che questo è solo l’inizio: ogni volta che la neoplasia presenta qualcosa che la distingue profondamente dalle altre cellule può essere utilizzata contro di lei. Di conseguenza, in futuro stiamo pensando di ampliare il campo per il cancro a carico di mammella, rene e polmone».

«Lo strumento ha vinto anche un riconoscimento, il Translational Pioneer Award – aggiunge il dott. Massimiliano Mazza dell’IRST – la sua importanza ed innovatività sta anche nel fatto che permette di automatizzare quei passaggi necessari che prima erano a carico degli operatori, aumentando così la riproducibilità dei risultati e la velocità di produzione, abbattendo al contempo i costi».

Per queste ragioni la terza edizione del Charity Dinner di Forlì sarà molto importante, permettendo di andare ad acquistare una strumentazione che può fare la differenza per tanti pazienti che non avrebbero altrimenti possibilità di cura. Ci sono ancora posti disponibili: per informazioni e prenotazioni chiamare il numero 0543.35929.