Jacopo Morrone (Lega) attacca sull’università: basta occupazione da parte della sinistra

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Giovedì 14 novembre Matteo Salvini e Lucia Borgonzoni hanno aperto ufficialmente al PalaDozza di Bologna la loro campagna elettorale per le elezioni regionali del 26 gennaio. Ma la scena è stata rubata a Salvini e Borgonzoni dalla grande Piazza Maggiore di Bologna, riempita da migliaia e migliaia di bolognesi, che hanno risposto spontaneamente al richiamo di alcuni giovani che con il tam tam sui social e con lo slogan “Bologna non si lega”. Quattro ragazzi hanno mobilitato migliaia di persone in chiave anti-Lega e la cosa ha fatto scalpore. Tutti i media ne hanno parlato e la faccenda è stata richiamata anche durante l’apertura dell’anno accademico dell’Alma Mater. Cosa che non è piaciuta per nulla al segretario della Lega Romagna Jacopo Morrone.

“Quando il pregiudizio ideologico e il fanatismo entrano in un ateneo e soprattutto all’inaugurazione dell’anno accademico di un’università prestigiosa come l’Alma Mater Studiorum, significa che qualcosa non ha funzionato. – scrive Morrone in una nota – L’università di tutti diventa feudo solo di qualcuno. È infatti sconcertante che la rappresentante degli studenti universitari, durante l’inaugurazione, abbia dichiarato che ieri c’è stata una grande contro manifestazione a Bologna, definita le 12.000 sardine in Piazza Maggiore, e che si sia alzato un applauso dalla sala. La studentessa ha sbagliato due volte, sia perché ha tradito il suo ruolo super partes, a cui, evidentemente, nessuno ha pensato di richiamarla, sia perché ha di fatto delegittimato la molteplicità delle idee e la libertà. Dichiarandosi paladina di una sola parte, durante una manifestazione istituzionale, ha dimostrato di aver male interpretato lo spirito di un’università libera e aperta. Quanto all’applauso della platea, è il segno inequivocabile dell’occupazione sistematica della stragrande maggioranza dei ruoli istituzionali e amministrativi avvenuta in Emilia e Romagna da parte del Pd e della sinistra.”

Ma Morrone va ben oltre e addirittura paragona quest’ultima vicenda agli anni di piombo e ne addossa la responsabilità al Pd e alla Bologna progressista. “La sinistra e il Partito democratico in particolare hanno molta responsabilità in quello che accade e la situazione di molte università, tra cui quella bolognese, è emblematica. Ricordiamo il cartello/gogna appeso al collo del rettore Ivano Dionigi nel 2012 e gli attacchi squadristi da parte di studenti dell’ultrasinistra di qualche anno fa al politologo Angelo Panebianco, accusato di far parte della ‘casta guerrafondaia’. Casi che hanno fatto ritornare in mente, a chi li ha vissuti, i tragici anni di piombo, che non hanno lasciato indenne l’ateneo bolognese. Brutti episodi che sono potuti accadere anche perché calati in un clima di incomprensibile indulgenza e tolleranza da parte della Bologna progressista – conclude Morrone – che, come affermava il compianto sindaco Giorgio Guazzaloca, ‘metabolizza tutto’ e ‘non reagisce alla gravità di questi fatti.”

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