Agricoltori emiliano-romagnoli a Roma dopo messa al bando in Europa del clorpirifos metile

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Si rischia una Caporetto nella lotta contro la cimice.  «Il tema è vitale per la sopravvivenza delle 20mila aziende frutticole dell’Emilia-Romagna. Porteremo la voce di queste imprese in Parlamento e al Ministero dell’Agricoltura, con una delegazione di imprenditori agricoli emiliano-romagnoli, per definire la strategia d’attacco dopo la messa al bando in Europa del clorpirifos metile, che è uno dei pochissimi agrofarmaci in grado di contrastare la cimice asiatica pur non lasciando residualità sui frutti. La nostra speranza è che venga accolta a Bruxelles la richiesta avanzata dal ministro Bellanova di utilizzo in deroga speciale e localizzata della molecola» spiega il presidente dei frutticoltori di Confagricoltura Emilia Romagna, Albano Bergami.
L’incontro della delegazione che fa capo ad Agrinsieme Emilia-Romagna è fissato per giovedì 12 dicembre, prima con i presidenti delle Commissioni Agricoltura del Senato, Gianpaolo Vallardi, e della Camera dei deputati, Filippo Gallinella, poi con il ministro Bellanova presso il Mipaaft. Ricordiamo che la cimice, solo in Emilia-Romagna, ha causato danni alle produzioni frutticole per circa 300 milioni di euro, colpendo in particolare le drupacee e pomacee.  Risulta evidente, ad avviso di Confagricoltura, come sia ormai divenuta improrogabile una riflessione generale sull’iter procedurale relativo al processo di revisione delle sostanze attive utilizzabili in agricoltura.
“Scelte decisive per il futuro della nostra agricoltura dovrebbero essere trattate esclusivamente dai portatori di conoscenze e dal mondo scientifico – non usa giri di parole il presidente dei frutticoltori di Confagricoltura Emilia Romagna -.In ogni caso lo scenario determinato da questa decisione – sulla quale varrebbe la pena conoscere il posizionamento dei vari Stati membri al momento del voto – non fa che ridurre notevolmente le possibilità di sopravvivenza delle aziende frutticole e di intere filiere con conseguenze economiche ed occupazionali difficilmente calcolabili”.

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