La ricercatrice di Cesena Roberta Zappasodi al convegno IOR sulla lotta al cancro di Forlì

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Le celebrazioni per il quarantesimo compleanno dell’Istituto Oncologico Romagnolo, che hanno portato ad eventi di assoluto livello sul territorio lungo tutto l’arco del 2019, si chiudono domani, sabato 14 dicembre a Forlì. Dalle ore 10.30, presso il Refettorio della Chiesa di San Giacomo, si terrà il convegno “Donne in Ricerca. Eccellenze e difficoltà nell’esperienza italiana”, evento ad ingresso gratuito che celebra il lato “rosa” della lotta contro il cancro. Per l’occasione lo IOR ha radunato un parterre di ospiti di assoluto livello.

Si parte con la cesenate Roberta Zappasodi. Trentotto anni, dal 2013 la ricercatrice è di stanza a New York, presso il Memorial Sloan Kettering Cancer Center, dove conduce studi sulla nuova frontiera delle terapie oncologiche: l’immunoterapia. Anche in questo caso si tratta di un’eccellenza pluripremiata: la dott.ssa Zappasodi, tra le altre cose, ha ottenuto l’ISSNAF Award come una delle migliori ricercatrici italiane del Nord America. Il suo lavoro presso il laboratorio dei professori Jedd Wolchok e Taha Merghoub si concentra sui meccanismi alla base dell’attività degli immune checkpoints.

«Si tratta di molecole che normalmente contribuiscono a spegnere la risposta del nostro sistema immunitario una volta sconfitto e debellato l’agente infettivo – spiega – ma nel contesto tumorale una loro espressione alterata consente al tessuto estraneo della neoplasia di non venire riconosciuto come tale. Gli immune checkpoints mandano il segnale al sistema immunitario di cessare la propria attività e in questo modo la malattia può crescere indisturbata. L’utilizzo di farmaci capaci di inibire gli immune checkpoints al fine di ripristinare le risposte immuni contro il tumore ha prodotto risultati clinici estremamente significativi, tanto che negli ultimi 8 anni sono entrati a far parte del trattamento standard di svariati tipi di tumore. Tuttavia, questa terapia non è sempre efficace e alcuni pazienti sviluppano resistenze in seguito a un’iniziale risposta clinica. In questo contesto, per esempio, stiamo esplorando l’attività di nuovi farmaci capaci di stimolare determinati recettori che possano promuovere la risposta immunitaria: se da un lato cerchiamo infatti di rimuovere il freno che impedisce ai nostri difensori di svolgere il proprio compito, dall’altro possiamo infondergli maggior forza per combattere la malattia. Una corretta combinazione di questi due tipi di immunoterapia potrebbe consentire di superare la resistenza dei tumori più aggressivi».

La seconda relatrice sarà Vincenza Conteduca, ricercatrice del gruppo di patologia Uro-Ginecologico dell’IRST IRCCS di Meldola, appena rientrata dall’esperienza a Boston presso il Dana Farber Cancer Institute della Harvard University dopo le internship presso la Cornell University di New York e l’Institute of Cancer Research di Londra. Nata a Barletta ma da anni in Romagna, “Cinzia” è un esempio più unico che raro di giovane eccellenza italiana, avendo conquistato per ben tre volte consecutive il prestigioso Merit Award dalla American Society of Clinical Oncology per i risultati ottenuti dalla sua ricerca sul carcinoma prostatico.

La terza ospite è Luisa Carbognin. Ricercatrice veronese di 34 anni, attualmente lavora al Policlinico Gemelli di Roma presso il Dipartimento di Scienze della Salute della Donna, del Bambino e di Sanità Pubblica diretto dal prof. Giovanni Scambia, oltre a portare a compimento il Dottorato di Ricerca in Infiammazione, Immunità e Cancro presso l’Università di Verona. È proprio nell’ambito degli studi che sta svolgendo sui tumori al seno lobulari, neoplasia di cui ad oggi si conosce ben poco, che le è stato conferito, nel 2018, il Merit Award dalla American Society of Clinical Oncology, per il valore dei risultati che sta ottenendo.

Tre giovane donne con ambiti di studio molto diversi dunque, ma unite dall’eccellenza con cui stanno conducendo i loro studi per rendere più vicino il futuro dell’oncologia. E a proposito d’eccellenza, ad affiancarle sul palco saranno due uomini che rappresentano, per spessore e valore, delle autentiche eminenze della lotta contro il cancro. Il primo è il prof. Walter Ricciardi, appena nominato a capo della Mission Board on Cancer della Commissione Europea: un’istituzione con una capacità di investimento nella ricerca oncologica di 20 miliardi di euro. Già commissario e poi presidente dell’Istituto Superiore di Sanità, colui che ha preso il posto del Nobel per la Medicina 2008 Harald zur Hausen spiegherà quali saranno i futuri ambiti di sviluppo della lotta contro i tumori.

Il secondo uomo a salire sul palco sarà ovviamente il prof. Dino Amadori, Presidente IOR e Direttore Scientifico Emerito IRST IRCCS, che con il suo intervento approfondirà la figura della dott.ssa Rosalind Franklin, i cui studi sul DNA si sono rivelati fondamentali per svelare il mistero della vita sebbene dei risultati delle sue ricerche si siano avvalsi professionisti uomini che hanno poi ricevuto prestigiosi riconoscimenti, tra cui appunto il Nobel.

Chiunque parteciperà all’evento avrà infine la possibilità di ammirare da vicino un’opera d’assoluto valore artistico: “Gli Amori degli Angeli” di Domenico Morelli, olio su tela del 1892 di uno dei maggiori protagonisti della cultura figurativa dell’Ottocento italiano. Un dipinto scelto anche per celebrare il motore pulsante dell’Istituto Oncologico Romagnolo: quei volontari che si adoperano in maniera totalmente altruistica e gratuita per chi soffre. Perché, come sosteneva Wim Wenders, «gli angeli dei nostri tempi sono tutti coloro che si interessano agli altri prima che a sé stessi». L’opera sarà visitabile per tutti gli amanti d’arte fino al 6 gennaio 2020. Per maggiori informazioni sull’evento, chiamare il numero 0543.35929.

 

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