Forlì. Festa diocesana della Pace di Azione Cattolica dei Ragazzi

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Nella giornata di domenica 19 gennaio si è svolta la festa diocesana della Pace di Azione Cattolica dei Ragazzi, che ha coinvolto i più piccoli dell’associazione, le loro famiglie e gli educatori provenienti dalle varie realtà parrocchiali per un totale di circa 300 persone.
La Festa si inserisce nel “mese della pace”, seconda tappa del cammino annuale intitolato “E’ la città giusta”. La città infatti, è per eccellenza il luogo di incontri e relazioni, e i ragazzi sono chiamati a osservarla e pensarla a loro misura. Mettendo al centro della riflessione i loro bisogni i bambini provano così a cercare delle soluzioni che possano rispondere a quelle che sono le loro esigenze e alla loro grande domanda: “qual è la città che piace?”
La giornata di festa è cominciata con quattro marce animate con canti, alla scoperta della città.
A partire dalle quattro principali porte di Forlì i ragazzi e le loro famiglie sono giunti in Piazza Saffi, dove una volta riunitisi sono entrati in S. Mercuriale per la S. Messa celebrata dall’assistente ACR diocesano Don Massimo Tumini. Al termine della messa i bambini hanno intervistato il sindaco di Forlì Gian Luca Zattini al quale hanno chiesto quale sia la sua giornata tipo, cosa lo abbia spinto a svolgere questo incarico per la sua città e come loro possano concretamente contribuire per il bene di essa. La festa si è poi spostata all’oratorio S. Luigi dove gli acrini sono arrivati attraverso una bella e colorata “Marcia della Pace”. Il pomeriggio invece è stato arricchito da giochi che hanno fatto interrogare i ragazzi su come rendere la città capace di rispondere ai bisogni di tutti e quindi essere a misura di ciascuno: da chi per diversi motivi ha ridotta mobilità, alle famiglie, i bambini, gli anziani e chi una casa purtroppo non ce l’ha.
La giornata è stata sicuramente ricca di riflessioni e ha portato gli ACRini ad osservare la propria città da un altro punto di vista consegnando ai ragazzi il compito di portare la loro voce e soprattutto il loro desiderio di costruire “ponti” di pace. Non bisogna infatti dimenticare le parole di Papa Francesco: “la parola che ci fa incontrare sia sempre “fratello”, e lo stile della nostra vita diventi: shalom, pace!”.

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