La nascita dell’associazionismo e cooperativismo in Romagna. Ne parla Mario Proli a Forlì

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Sarà Mario Proli, giornalista e saggista, il relatore del meeting promosso, per i soci, dal Lions Club Forlì Host che si svolgerà giovedì 16 gennaio alle 20.15, presso il Circolo della Scranna, durante il quale si parlerà di Forlì ai tempi di Aurelio Saffi. Di quella Forlì e di quella Romagna che tra la fine dell’Ottocento e i primi del Novecento costituirono nell’Italia appena unificata un vero e proprio caso a sé.

Regione agricola arretrata sia sul piano sociale, sia su quello economico, persino arcaica nella violenza dei suoi settarismi, la Romagna generò nella storia d’Italia le prime forme moderne di partecipazione e di aggregazione popolare, e cioè una fitta rete di società di mutuo soccorso e di cooperative. Dalla Romagna, come hanno evidenziato gli storici, partì in tal modo il “morbo” della cultura associazionistica popolare che i conservatori al potere guardarono con preoccupazione.

Il proliferare delle associazioni mutualistiche e cooperativistiche operanti in quegli anni in zona (e in Emilia), non ebbe eguali in Italia. L’alto valore sociale lo si può comprendere se si pensa all’azione politica ed educativa svolta da queste istituzioni. L’adesione significava partecipazione, maturazione della consapevolezza di sé, dei rapporti sociali e dei meccanismi economici: cooperative e associazioni divennero grandi scuole nelle quali si apprendeva il mondo, se ne discutevano i meccanismi e le possibilità di una loro trasformazione, si progettava il futuro.

Il primo ottobre 1865 a Castelbolognese si riunirono le 35 società romagnole del progresso. Esse avevano come referenti politici Aurelio Saffi e il cesenate Eugenio Valzania. L’incontro servì alle società per fondersi nella “Consociazione Repubblicana Romagnola”.  Questo fu praticamente l’atto di nascita del Partito Repubblicano forlivese, che subito mostrò la sua forza: il 4 marzo 1866 riuscì infatti a eleggere deputato al Parlamento Aurelio Saffi, il quale sconfisse il monarchico Cesare Albicini (1828 – 1890).

Dopo il 1880 i repubblicani forlivesi furono i veri protagonisti della vita cittadina, registi e attori nello stesso tempo: tutti i posti chiave della vita economica e amministrativa erano occupati da loro; dal Consiglio Comunale alla Direzione della Banca Popolare di Forlì, alla Direzione delle Opere Pie e di assistenza.
Nonostante un consenso popolare amplissimo non passava mese senza una nuova iniziativa, non passava anno senza l’istituzione di un nuovo circolo, di una nuova società con scopi mutualistici; il tutto per consolidare il potere conquistato, fare propaganda e cercare nuove adesioni.

Di rilievo fu anche l’avvio di nuove testate giornalistiche. Tale impegno ebbe uno straordinario risultato nel 1889, quando Forlì ebbe il primo sindaco repubblicano: Ercole Adriano Ceccarelli.

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