Licenziato dopo un infortunio sul lavoro, vince la causa grazie all’intervento del sindacato

Più informazioni su

Giustizia per un lavoratore illegittimamente licenziato a seguito di un infortunio patito sul luogo di lavoro, con il datore di lavoro che è stato condannato alla reintegrazione del lavoratore ed al pagamento di un’indennità risarcitoria commisurata all’ultima retribuzione di riferimento per il calcolo del tfr corrispondente al periodo dal giorno del licenziamento a quello dell’effettiva reintegra, oltre al versamento dei contributi previdenziali ed assistenziali ed al pagamento delle spese di lite. Ne dà notizia il sindacato Ugl, relativamente al caso capitato ad un loro iscritto.

IL CASO

Come spiega l’Ugl in una nota stampa, la vicenda sottoposta al vaglio del Tribunale del Lavoro di Forlì, che si è espresso con sentenza del 4 febbraio scorso, ha preso le mosse da un licenziamento intimato da una nota società forlivese operante nel settore della logistica nei confronti di un proprio dipendente, inquadrato come magazziniere all’interno di celle frigorifere,  che, a seguito di un infortunio sul lavoro, aveva subito l’amputazione della prima falange del dito medio della mano destra.

A seguito di giudizio di inidoneità alla mansione formulato dal medico competente, il datore di lavoro aveva, infatti, proceduto a licenziare il dipendente che si era, quindi, visto costretto a proporre ricorso all’organo di vigilanza.

Tale organo aveva revocato il giudizio espresso dal medico competente ed il dipendente aveva chiesto di essere riammesso al lavoro; invito non raccolto dal datore di lavoro, tanto che il lavoratore si era visto costretto ad adire il Tribunale per accertare l’illegittimità del licenziamento intimatogli.

“E’ una sentenza importante che implicitamente ribadisce il principio – non scritto – sulla scorta del quale, a seguito di un giudizio di inidoneità alla mansione, è preferibile che il datore di lavoro non adotti nei confronti del lavoratore alcun provvedimento espulsivo dovendo attendere i termini concessi dalla legge per la proposizione del ricorso all’organo di vigilanza territorialmente competente”: commenta con grande soddisfazione il segretario generale dell’Ugl di Forlì-Cesena-Rimini-Ravenna, Filippo Lo Giudice, per l’esito positivo della causa promossa dal lavoratore seguito dal sindacato.

“Il licenziamento – proseguono dall’Ugl – era stato oggetto di un tentativo di conciliazione stragiudiziale andato a vuoto. Il lavoratore, ha così avviato l’azione giudiziale di impugnazione del licenziamento, chiedendo al giudice di accertare l’illegittimità del licenziamento atteso che lo stesso era stato intimato sul presupposto, poi risultato erroneo, di una inidoneità alla mansione”.

“Si tratta di un risultato straordinariamente positivo – spiega Filippo Lo Giudice – in primis per il lavoratore che ha subito l’ingiustizia di essere licenziato dopo essersi fatto male lavorando e, in secondo luogo, perché grazie all’azione legale da noi promossa, è stato chiarito ancora una volta che il giudizio espresso dal medico competente non dovrebbe mai portare all’adozione frettolosa del provvedimento espulsivo poiché, come verificatosi nel caso di specie, se l’organo collegiale revoca il giudizio espresso, discende l’assoluta illegittimità del licenziamento”.

Più informazioni su