Cgil Cisl e Uil Forlì-Cesena: circa 600 imprese non essenziali hanno ripreso l’attività

Più informazioni su

“A seguito della videoconferenza di ieri con il Prefetto di Forlì e Cesena Antonio Corona siamo venuti a conoscenza di centinaia di imprese, circa 600, le cui attività non sono essenziali secondo Codice Ateco che hanno proseguito o ripreso l’attività inviando le comunicazioni alla Prefettura” riporta una nota di Cgil Cisl e Uil Forlì-Cesena.

“Comprendiamo e siamo i primi a dirlo che il paese non può fermare le attività essenziali  – prosegue la nota – e siamo fortemente  preoccupati per le ripercussioni economiche di questa emergenza ma nello stesso tempo non è più accettabile che le restrizioni si fermino ai cancelli delle imprese. Il Decreto della Presidenza del Consiglio dei Ministri che ha ridotto nuovamente e su richiesta delle organizzazioni sindacali le attività considerate essenziali rischia di essere vanificato dalla possibilità di deroga che nel nostro territorio si sta utilizzando in modo massivo. Facciamo quindi appello al sistema delle imprese di agire con senso di responsabilità. Il numero allarmante di comunicazioni di prosecuzione attività, giunto alla Prefettura, seppur ci sia stato garantito che si lavorerà con la massima celerità per vagliare le richieste, presuppone tempi e valutazioni che non possono trovare un riscontro immediato, con il rischio di vanificare le restrizioni condivise anche da CGIL CISL UIL a livello nazionale”.

I sindacati precisano che “nella videoconferenza, si è richiesto alla Prefettura di mettere in primo piano  la Salute e la Sicurezza delle cittadine e cittadini e delle lavoratrici e lavoratori, adottando le seguenti misure:
1: tenere in considerazione le segnalazioni delle organizzazioni sindacali nelle valutazioni rispetto alle  comunicazioni di prosecuzione delle attività;
2: intervenire sulle attività non essenziali e determinare il fermo produttivo sul quale possiamo oggi intervenire
attivando gli ammortizzatori sociali a tutela del reddito delle lavoratrici e dei lavoratori;
3: collaborare rispetto alle segnalazioni sulle mancanze di applicazione del protocollo di Salute e sicurezza per
tutte le attività essenziali che devono restare aperte;
4: monitorare congiuntamente le richieste che giungono alla Prefettura attivando una cabina di regia con le parti
sociali. Su queste richieste la Prefettura pur indicando che cercherà di lavorare celermente alla data di ieri non ha
definito un percorso condiviso. Tenuto conto che il Ministero dell’Interno è intervenuto con Circolare a tutte le Prefetture chiedendo di  ricomprendere le organizzazioni sindacali tra i soggetti con cui interloquire per la verifica delle imprese che hanno richiesto o richiederanno la prosecuzione dell’attività, chiediamo ai Sindaci, ai Consiglieri regionali , ai Parlamentari locali, di agire nell’interesse generale chiedendo assieme a noi che la Prefettura si faccia parte attiva e convochi le parti sociali”.

“Evidentemente qualora nel nostro territorio per effetto della “pratica di comunicazione alla Prefettura” le attività restassero aperte, non escludiamo la proclamazione di iniziative anche di sciopero nell’interesse della salute pubblica” conclude la nota.

Più informazioni su