Articolo 1 Forlì: Casa di Riposo Zangheri, servono con urgenza azioni concrete di sostegno

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Siamo molto preoccupati per le conseguenze dell’emergenza Covid 19 sulla popolazione anziana, spesso non autosufficiente, domiciliata nelle RSA e Case di Riposo. Anche nel nostro territorio queste strutture vivono l’emergenza in prima linea, creando un senso di smarrimento e profondo dolore nei familiari e in tutte le comunità di appartenenza.

Fra le diverse situazioni di criticità preoccupa in particolare quella della “Pietro Zangheri” di Forlì, nota in città per l’alta qualità del sistema di cura e assistenza alla terza età in termini di servizi e gestione e nella quale, ad oggi, purtroppo risultano positive al test 116 persone fra ospiti e operatori.

E’ del tutto evidente che l’eccezionalità degli eventi abbia colto il nostro sistema di protezione socio-sanitaria impreparato, né è pensabile che si potesse prevedere tutto con piani e azioni prestabilite.  Detto ciò non possiamo non rilevare che l’attenzione del sistema è stata necessariamente concentrata in tutta la prima fase sulla riorganizzazione dei presidi ospedalieri e sul recupero delle carenze che anni di tagli della spesa sanitaria nazionale hanno determinato. Ricordiamo che, proprio per segnare un punto di svolta, Articolo Uno ha voluto il proprio Segretario nazionale Roberto Speranza a capo del Ministero della Salute, ruolo che sta esercitando con sobrietà ed efficacia.

Se la risposta sanitaria è quindi stata all’altezza, segnaliamo che non si può dire altrettanto delle necessarie sinergie che nei territori dovevano essere attivate per coordinare la prevenzione del contagio nelle strutture comunitarie in generale e nelle case di Riposo in particolare, anche a causa della sovrapposizione di competenze che incidono sulla rete di queste realtà.

Il fatto che si sia giunti a questa grave situazione rende facilmente ipotizzabile che siano avvenute sottovalutazioni e ritardi nelle azioni volte a impedire contagi dall’esterno, nella messa in sicurezza del personale addetto e nella formazione per affrontare l’emergenza, nella possibilità di reperire tutti i dispositivi di protezione individuale e nella complessiva elaborazione di linee guida e protocolli efficaci per evitare la diffusione del contagio. Su questi aspetti riteniamo che occorrerà andare in profondità e aprire un confronto appena chiusa la fase emergenziale. A tal proposito pensiamo sia urgente richiedere a tutte le parti pubbliche di adempiere alle necessarie azioni di coordinamento, monitoraggio, pianificazione, segnalazione e sollecitazione, non limitandosi ad un evanescente interessamento formale ma assumendosi il proprio ruolo istituzionale fino in fondo.

Ciò a partire dall’Amministrazione comunale, la cui azione in questa vicenda è stata presumibilmente intempestiva rispetto ai provvedimenti che il Sindaco, in quanto massima autorità sanitaria del Comune, poteva e doveva assumere.

Chiediamo conseguentemente all’Amministrazione comunale di coordinare col CdA della Zangheri un piano ed una strategia per reperire le necessarie professionalità che consentano la sostituzione degli operatori in malattia e l’affiancamento dei lavoratori della Zangheri in una gestione degli ospiti resasi inevitabilmente più difficile e complessa, peraltro in un quadro di aumentata necessità di personale per poter effettuare efficacemente i controlli del distanziamento ed il rispetto della quarantena. Riteniamo inoltre che il Comune debba attivarsi per offrire un efficace sostegno operativo teso a garantire una regolare informazione ai familiari sullo stato di salute degli ospiti nonché a facilitare le comunicazioni degli ospiti con l’esterno come parte del necessario percorso di supporto psicologico al disagio vissuto.

Considerato poi che l’elevata incidenza del virus ha di fatto destinato parte della Zangheri agli ospiti in isolamento, ci rivolgiamo sempre al Sindaco e al Consiglio di Amministrazione della struttura affinché sollecitino e definiscano urgentemente con l’ASL della Romagna le modalità per la messa a disposizione di un Direttore Sanitario temporaneo. Riteniamo infatti che la gravità della situazione imponga di andare oltre la pur positiva messa a disposizione giornaliera di personale medico e infermieristico della ASL, allo scopo di accompagnare l’enorme sforzo degli operatori della Zangheri, la cui professionalità e sforzo è encomiabile ma necessita di supporti specialistici adeguati.

Alla Regione chiediamo di intervenire a sua volta per ottenere dall’ASL Romagna l’impegno adeguato per affrontare l’emergenza con sostegno ed indirizzi precisi per garantire la migliore qualità della vita dei loro ospiti.

Più in generale, al netto di quanto sta accadendo alla Zangheri ed in altre strutture, riteniamo sarà necessaria una riflessione approfondita ed organica sulle motivazioni che hanno impedito un’efficace azione di contenimento della diffusione del contagio, vista l’imprevedibilità della sua durata ed il vulnus che sta generando sulla credibilità del sistema assistenziale.

La pandemia “Covid-19” deve rappresentare l’occasione per aprire ragionamenti su come affrontare i diversi stadi della non autosufficienza, riconquistando tutto ciò che è possibile per una nuova integrazione sociale, per una sanità che, anche grazie alle nuove tecnologie, può ampliare le frontiere della assistenza domiciliare e di una presenza nel territorio che vada oltre i presidi ospedalieri.

Non sarà facile curare le ferite che il virus sta provocando, se, oltre a un grande impegno per la ripresa economica, non vi sarà un cambio di passo nei nostri modelli sociali. La politica si impegni tutta ad accettare questa sfida, riconoscendo il valore della trasparenza e della pluralità nel confronto, come peraltro dimostrato dall’importante ruolo svolto in questo caso locale dall’azione dei sindacati, che in forma unitaria hanno responsabilmente guidato e sollecitato più di ogni altro l’attenzione sull’emergenza della Zangheri.

Articolo 1 Forlì

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