Fridays For Future Forlì: ecco le nostre proposte per la ripartenza della città post Covid19

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Care e cari forlivesi, gentili amministratori pubblici,

Siamo i ragazzi e le ragazze di Fridays For Future Forlì, il movimento per il clima, attivo anche nella nostra città da oltre un anno. Abbiamo portato nelle strade forlivesi migliaia di giovani e adulti, e anche oggi, 24 aprile, saremmo dovuti scendere in piazza per il Quinto Sciopero Mondiale per il Clima. Come movimento, ascoltiamo ciò che dice la scienza sui cambiamenti climatici e ci impegniamo per sensibilizzare le persone e i nostri decisori politici affinché riconoscano che siamo in emergenza e agiscano di conseguenza.

Di recente, durante la crisi del Coronavirus abbiamo visto quanto la scienza sia stata ascoltata, anche dalla politica. Questa dovrebbe essere la normalità.

In seguito allo scoppio della crisi sanitaria, il mondo si è fermato e il lockdown ha messo in luce che ciò a cui stavamo assistendo, ciò che consideravamo “normale”, era in realtà una situazione di precarietà climatica, ambientale e sociale. Riteniamo quindi di esporre due proposte concrete ed immediate per contribuire ad affrontare al meglio la fase di ripartenza post-Covid19 nella nostra città.

Il primo punto si focalizza sull’emergenza della mobilità che investirà le città italiane dopo l’attuale lockdown. L’argomento è stato lanciato da un coordinamento di numerose associazioni italiane impegnate nell’ambito della mobilità sostenibile e dell’ambiente. Inoltre l’azienda Bikenomist ha stilato un manuale pratico rivolto ai decisori politici locali in cui esperti tecnici urbanisti spiegano le azioni concrete per ripensare la mobilità urbana, affrontando i nuovi problemi posti dalla pandemia.

In secondo luogo vogliamo proporre lo sviluppo del consumo locale per incentivare l’economia cittadina, un punto che, come illustreremo, è interconnesso con il primo.

  1. Ripensare la mobilità cittadina

L’obbligo di rimanere a casa, per molti di noi, ha comportato una riduzione del traffico automobilistico con conseguente diminuzione dell’inquinamento atmosferico e acustico e del numero di morti e feriti sulle strade. All’improvviso le città italiane, e di molti altri Paesi, sono diventate pulite, silenziose e sicure.

La lotta al Covid19 ha anche imposto stringenti norme di distanziamento sociale che dovranno continuare ad essere osservate con un certo grado di rigidità fino alla normalizzazione degli effetti del virus sulla popolazione. Quando le restrizioni alla mobilità cesseranno e ci sarà la ripresa delle attività economiche si verificherà un primo shock del traffico, al quale ne seguirà un secondo, ben più drammatico, nel settembre 2020 alla riapertura delle scuole. Lo scenario più probabile è una paralisi della mobilità nelle città, oltre ad un radicale aumento dell’inquinamento dell’aria, peraltro ritenuto da diversi studi uno tra i fattori di una maggiore diffusione del virus.

Sicurezza sui mezzi pubblici, più persone in bici e percorsi ciclabili nuovi, incentivi economici per chi si reca al lavoro in bicicletta (progetti già in corso a Cesena e Cesenatico), creazione di corridoi preferenziali, rafforzamento della sharing mobility e dello smart working: sono alcune delle possibili soluzioni per milioni di lavoratori e lavoratrici, studenti e famiglie che potranno muoversi da subito in maggiore sicurezza e libertà, contribuendo a ridurre le emissioni di gas serra.

Città come Roma e Milano si stanno già muovendo in questo senso. È quindi importante non farsi trovare impreparati e sfruttare i finanziamenti regionali e statali in arrivo per la fase 2.

  1. Acquistare locale

L’agricoltura, l’artigianato e i fornitori di servizi della nostra città sono in difficoltà: privilegiamoli nelle nostre spese. Acquistando da aziende locali, sosteniamo i nostri concittadini evitando spreco di carburante per il trasporto di merci su gomma, e relative emissioni climalteranti.

Un’altra questione da affrontare riguarda il distanziamento sociale obbligatorio negli esercizi commerciali/ristorativi: proponiamo di concedere fondi economici o spazi comunali aggiuntivi per dehors esterni a condizione che la fornitura di prodotti – alimentari e non – provenga come minimo per il 50% dal territorio comunale e per il 30% da quello nazionale. Entrambe le percentuali potranno calare di 10 punti in caso di concrete scelte ecosostenibili (prodotti riciclati e riciclabili, non usa e getta, alimenti biologici). Per “sbloccare il bonus”, queste caratteristiche dovranno essere presenti in almeno l’80% dei prodotti utilizzati. Tale percentuale cala al 60% in caso di presenza di impianto fotovoltaico o di coibentazione termica degli immobili.

Facciamo notare che una maggiore estensione dei dehors sarà più fattibile se integrata al punto sulla riduzione dello spazio per automobili (parcheggi e corsie ridotte) e al conseguente aumento dello spazio per piste ciclabili e pedonali, oltre che per i dehors.

Quelle che abbiamo formulato sono proposte realizzabili nel breve termine e specifiche per affrontare entrambe le emergenze nelle quali ci troviamo, da un lato quella sanitaria, dall’altro quella climatica. Ci auguriamo che possano essere riconosciute come valide nonché necessarie dalla cittadinanza e dall’Amministrazione.

“Non torneremo alla normalità, perché la normalità era il problema.”

Le ragazze e i ragazzi di Fridays for Future Forlì

 

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