Legacoop e Federcoop Romagna: team di professionisti a servizio delle imprese per affrontare problema della liquidità

Legacoop e Federcoop Romagna schierano un team di consulenti specializzati per fare fronte ai problemi di liquidità e accendono i fari sulle misure nazionali di supporto al sistema imprenditoriale romagnolo

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Ormai tutti gli analisti economici lo riconoscono: oggi e per i prossimi mesi le imprese dovranno costantemente far fronte ad un problema di liquidità. Infatti, se l’attività economica rallenta o si ferma, come è accaduto da noi, rallentano anche i flussi di cassa. E, mentre le banche centrali possono dare un contributo riducendo i tassi d’interesse, sono soprattutto i Governi a dover assumere un ruolo di primo piano nel fornire liquidità, come sembra avere riconosciuto proprio in questi giorni la stessa Bce.
«Non a caso la richiesta che giunge a gran voce al Governo dalla Cooperazione e da gran parte del sistema imprenditoriale italiano, è quella di curarsi soprattutto di questo aspetto, all’interno dei prossimi interventi previsti», dichiarano Mario Mazzotti, Presidente di Legacoop Romagna e Paolo Lucchi, Amministratore delegato di Federcoop Romagna.

Per questo Legacoop e Federcoop Romagna, attraverso i propri consulenti e quelli di Federazione delle Cooperative, hanno creato un team specifico, composto da consulenti finanziari, direzionali e legali-giuslavoristici, per poter abbracciare, tutti gli ambiti tecnici multidisciplinari che la complessità della situazione e delle misure messe in campo richiedono. Per attivare il Team, è sufficiente rivolgersi alla mail: liquiditacovid-19@federcoopromagna.it.

I COMPITI DEL TEAM TECNICO SULLA LIQUIDITÀ

In particolare il team tecnico della cooperazione è messo a disposizione delle imprese interessate a: valutare gli impatti del Covid-19  – sia economici, per cali di produzione, che finanziari, per dilazionamento degli incassi – sui propri piani industriali e budget economici e di cassa, per costruire rapidamente una visione alternativa degli scenari aziendali che si possono e devono prospettare; qualora siano assenti piani e budget, stimare in via semplificata, su base storica, i propri flussi finanziari prospettici, per ottenere un dato tempestivo, anche se impreciso; verificare l’applicabilità in concreto dei contenuti delle tipologie di moratoria previste (quella del Decreto “Cura Italia”, quella di ABI, ma anche gli strumenti attivati da C.D.P.), in modo da indirizzare correttamente la scelta da assumere. In questo caso Federcoop Romagna collabora con Federazione delle Cooperative di Ravenna, per la presentazione agli Istituti finanziari della domanda di moratoria e della relativa istruttoria, quando richiesta; Considerare forme di finanza ponte e o di anticipazione del credito, per far fronte alle crescenti richieste di Cassa Integrazione, per supportare le aziende, traghettandole fino al momento della liquidazione della stessa da parte dell’INPS.

LE DICHIARAZIONI DI MAZZOTTI E LUCCHI

«Non aggiornare i propri piani e programmi aziendali a fronte dell’incertezza della situazione e della durata indefinita del periodo che tutti stiamo attraversando, sarebbe profondamente sbagliato, poichè proprio quando le variabili esogene e gli orizzonti temporali sono incerti – più di quando tutto pare certo e prevedibile -, diventa imprescindibile programmare e pianificare», concludono Mazzotti e Lucchi.

«Diventa prioritario valutare da subito le soluzioni prospettate dalle forme di moratoria e, in generale, da tutti gli strumenti introdotti dal Decreto Cura Italia, dalle scelte dell’ABI (l’Associazione delle banche italiane) e da C.D.P (Cassa depositi e prestiti), a sostegno della liquidità delle imprese, garantendo l’ossigeno” indispensabile per far fronte agli impegni con fornitori e dipendenti, quale condizione essenziale per la continuità dell’intero sistema produttivo. Ciò vale ancor di più per il mondo cooperativo, che sa di dover svolgere il proprio ruolo di collante positivo a tutela di comunità indebolite come, purtroppo, oggi lo sono anche le nostre in Romagna» proseguono Mazzotti e Lucchi.

«Per riuscirci – aggiungono – serve non affidarsi ad una pericolosa improvvisazione: è invece indispensabile attivare una valutazione complessiva della dinamica e dei flussi finanziari, ancor più strategica in questo periodo. In particolare serve che le imprese, che si apprestano ad accedere alle misure di agevolazione, procedano celermente alla revisione dei propri piani e programmi finanziari, in modo da valutare la liquidità accordata e quella che si possa ulteriormente liberare grazie alle misure introdotte, alla luce dei propri flussi di cassa rettificati degli impatti derivanti dal Covid-19. È indispensabile farlo per essere poi in grado di verificare la sostenibilità finanziaria complessiva in funzione della ridotta o azzerata – anche se solo temporaneamente – capacità di generare cassa infra-periodo».

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