Studio nazionale stima 10 mila morti da Covid-19 in più dei dati ufficiali, dal 22 febbraio al 4 aprile

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Secondo uno studio diffuso da un gruppo interdiscipinare di scienziati, tra cui i fisici Giorgio Parisi, Enzo Marinari, Federico Ricci-Tersenghi, Luca Leuzzi e il biologo Enrico Bucci, che ha preso in esame i dati della mortalità in Italia nel periodo 22 febbraio – 4 aprile 2020 così come sono stati forniti dall’Istat i morti causati dalla pandemia di Covid-2019 sarebbero molti di più di quelli comunicati ogni giorno dai bollettini della Protezione Civile. Mancherebbero nel conteggio ufficiale circa 10 mila morti, di cui 7.000 nella sola Lombardia e 1.100 in Emilia-Romagna.

“Stimiamo un numero di decessi reali, dovuti direttamente o indirettamente all’epidemia, molto superiori a quelli riportati nei bollettini giornalieri del Dipartimento delle Protezione Civile: nelle province maggiormente colpite come Bergamo si arriva a piú del doppio” dicono Parisi, Marinari, Ricci-Tersenghi, Leuzzi e Bucci.

Comparando i dati di quest’anno con quelli degli anni precedenti relativi alle stesse settimane, gli scienziati hanno osservato che in molti comuni delle regioni più colpite dalla pandemia il numero di decessi, non solo è stato sensibilmente più alto rispetto alla media stagionale degli anni precedenti, ma che lo scarto è assai superiore al numero di decessi certificati dalla Protezione Civile come dovuti al Covid-19. In Lombardia, per esempio, negli anni scorsi morivano in media nello stesso periodo dell’anno circa 11 mila persone. Tra il 22 febbraio e il 4 aprile 2020, nel pieno dell’emergenza coronavirus, i decessi sono stati quest’anno invece 27 mila, con un surplus dunque di 16 mila morti: di questi solo 9 mila sono stati riconosciuti ufficialmente come causati dal Covid-19.

Al 4 aprile 2020 il numero reale di decessi in eccesso rispetto al 2019 dovuti all’epidemia (in modo diretto ed indiretto) era circa 25.000 in tutta Italia, dicono gli studiosi. E il 4 aprile il bollettino ufficiale della Protezione Civile registrava invece un numero totale di morti per Covid-19 pari a 15.362. Ci sarebbe dunque una differenza di 10 mila decessi in più del solito non certificati come Covid-19. Lo studio si ferma al 4 aprile, ma i morti non si sono fermati anche se la curva del contagio è andata diminuendo.

Come sono morti quei 10 mila in più? Le ipotesi degli studiosi sono due. “Possono essere morti da coronavirus avvenute fuori dagli ospedali e dunque non certificate per questo motivo. Oppure si potrebbe trattare di decessi causati indirettamente dall’epidemia: molte persone che avrebbero avuto bisogno di cure per altre patologie o incidenti, hanno rinunciato a rivolgersi alle strutture sanitarie perché le sapevano al collasso, o se lo hanno fatto non sono state assistite”.

Ricordiamo che in merito alla prima ipotesi sono in corso molte inchieste giudiziarie nelle strutture per anziani della Lombardia e non solo, per via dell’abnorme numero di morti che si è registrato in queste strutture negli ultimi due mesi, molte di queste morti non sono state considerate come causate dal Covid-19 semplicemente perché non sono stati effettuati i tamponi.

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