Andrea Corsini: al mare e in spiaggia, in albergo e al ristorante, con responsabilità. Senza regole torna il virus e tutti a casa

"Se ce ne freghiamo delle nuove regole e riparte la diffusione del virus, allora dovremo chiudere tutto, altro che spiagge libere e mare di tutti"

Fase 2 significa graduale riapertura di quasi tutte le attività e maggiore circolazione delle persone. Riapertura e maggiore circolazione delle persone significa osservazione di regole di convivenza e più responsabilità individuale. Per cui la Fase 2 è quella della maggiore libertà che si associa anche a regole e responsabilità. Non è né può essere l’anarchia a cui spesso noi Italiani siamo abituati, soprattutto pensando all’estate, al mare e alle spiagge. Non è libertà senza freni. Non è il libera tutti. Non può esserlo in presenza di un virus che può infettare in ogni momento tante persone e mettere in crisi il nostro sistema sanitario. Abbiamo iniziato da questa sorta di sillogismo fra Fase 2, riaperture e regole, perché molte persone sembrano non avere ancora ben chiaro che cosa è in gioco. L’estate del 2020 non sarà come tutte le altre estati. Il mare e la spiaggia non saranno nel 2020 fruibili come nel 2019. Né i ristoranti. Né gli alberghi. Né qualsiasi altra struttura. C’è un virus che fa la differenza. Un virus con cui dobbiamo fare i conti. Altrimenti, se non rispettiamo le regole e non siamo responsabili, fra un mese dovremo richiudere tutto. E dopo il problema non è più la distanza degli ombrelloni o lo steward o il plexiglas. Dopo significa mare, spiagge, ristoranti, alberghi e bar chiusi. E allora addio estate e tutto il resto. Di queste cose parliamo con Andrea Corsini, Assessore al Turismo e al Commercio della Regione Emilia-Romagna, che ha trascorso le ultime settimane a cercare di mettere a punto le linee guida per le riaperture. Cioè per fare in modo che mare, spiagge, alberghi e ristoranti fossero di nuovo aperti.

L’INTERVISTA

Assessore Corsini, dopo la diffusione delle linee guida per le riaperture si sentono in giro discorsi di questo tenore: il mare e la spiaggia sono libertà e sono di tutti, non si possono mettere regole e vincoli stringenti per andarci. Se è così, non ci vado. Che ne pensa?

“Il mare e le spiagge continueranno ad essere di tutti. Ma con delle regole. Se non vogliamo tornare nella Fase 1, quella del tutti a casa.”

Insomma mare e spiagge sì, ma con le regole, altrimenti non ci sono mare né spiagge per nessuno, perché si rischia di dover chiudere. È così?

“Assolutamente sì. Se non vogliamo chiudere anziché aprire, le regole sono fondamentali. Noi ora cominciamo una fase di aperture importante, perché il contagio in Italia e in Emilia-Romagna è in fase discendente, ma il fatto che la curva epidemiologica cali ancora o ricresca dipende da noi Italiani, da noi Emiliani e Romagnoli, non dipende dai Tedeschi o da altre entità. Il futuro è nelle nostre mani, sta nei nostri comportamenti, nel rispetto delle regole e nel senso di responsabilità che ognuno di noi dimostra. Dobbiamo fare bene nella Fase 2 come abbiamo fatto nella Fase 1. E i risultati si sono visti, tant’è che stiamo riaprendo. Ma se adesso non capiamo questo, ce ne freghiamo delle nuove regole e riparte la diffusione del virus, allora dovremo chiudere tutto, altro che spiagge libere e mare di tutti. Voglio essere molto chiaro e duro su questo, non prendiamoci in giro.”

Nulla può essere come prima.

“L’idea che adesso possiamo andare al bar, al ristorante, in spiaggia come prima è un errore clamoroso.”

Quindi è un passaggio difficile, anche doloroso, quello di accettare regole dove prima quasi non ce n’erano, ma è assolutamente necessario?

“Personalmente non godo a immaginare gli ombrelloni distanziati, i camerieri o i bagnini con la mascherina, il plexiglass alla reception o alla cassa del bar, i giochi dei bambini limitati, il racchettone che non si deve più giocare a gruppi ma uno contro uno. Non è che sono contento e facciamo queste cose a cuor leggero, ma sono cose necessarie per poter aprire. L’alternativa è restare chiusi. È non è un’alternativa allegra. Quindi servono regole, e facciamocene una ragione.”

Queste regole sono state discusse a lungo e messe a punto dalla Regione con i Sindaci e anche con gli operatori del settore. Non sono calate dall’alto. O no?

“Sono regole condivise dagli operatori economici, dai sindacati, dalle autorità sanitarie. Concordate e fissate nei protocolli che sono stati pubblicati ieri e sono già a disposizione di tutti gli operatori attraverso le Associazioni di Categoria.”

Sorge però un problema fra protocolli o indicazioni nazionali e le linee guida o protocolli stilati a livello regionale. I primi sono, se non sbaglio, più restrittivi rigidi di quelli regionali. In questo caso cosa succederà?

“Di questo problema stiamo discutendo in questi giorni e in queste ore con il Governo. Questa mattina il Presidente Bonaccini ha un incontro insieme con i Presidente delle altre Regioni con il Governo per le riaperture e per le regole. L’INAIL ha stilato un documento tecnico di consigli e suggerimenti valido per tutto il territorio nazionale, ma in alcune sue parti questo è inapplicabile a nostro avviso, rischia di non far lavorare gli operatori. Per esempio, stabilire 22,5 metri quadrati per ogni ombrellone è improponibile per qualsiasi spiaggia, mentre se parliamo di 12 metri quadrati, come facciamo noi, è un’altra cosa. Noi e tutte le Regioni chiediamo che questo dell’INAIL rimanga un documento utile di suggerimenti e indicazioni generali, ma che poi le regole siano stilate dalle Regioni che regolamenteranno le varie attività sulla base di propri protocolli. Siamo fiduciosi che si vada in questa direzione.”

Il 18 maggio, lunedì, che cosa succede?

“Dipende dalla riunione con il Governo di oggi. Se come pare il Governo conferma che le Regioni che hanno un quadro sanitario in miglioramento – come l’Emilia-Romagna – possono modulare le riaperture, da lunedì in Emilia-Romagna riapriamo bar, ristoranti, negozi, mercati, spiagge limitatamente a passeggiate e jogging. Mentre gli stabilimenti balneari riapriranno il 25 maggio.”

Sul tema delle spiagge libere la Regione demanda la regolamentazione della fruizione ai Comuni. 

“Sì. Per un po’ si era discusso anche di dare le spiagge libere in concessione agli stabilimenti balneari per consentire loro di allargarsi. Però poi le stesse cooperative degli operatori balneari – e io sono d’accordo con loro – hanno ritenuto fosse una misura impopolare. Si sarebbe sottratta spiaggia libera a utenza libera.”

Detto questo, i Comuni devono regolarne la fruizione.

“Esatto. I Comuni con il supporto delle cooperative dei bagnini devono regolamentare l’accesso, devono informare, mettere la segnaletica, controllare che non ci siano assembramenti. I controlli sono fondamentali perché nei bagni ci pensano i bagnini ma in spiaggia libera ci deve pensare il Comune attraverso i suoi strumenti, come la Polizia locale, in collaborazione con la Capitaneria di Porto, il Demanio.”

C’è un problema che accomuna tutte le strutture e tutti gli operatori del turismo, dagli alberghi ai ristoranti agli stabilimenti balneari: riguarda il tema della responsabilità se qualcuno si contagia. Come lo risolviamo?

“Questo è il vero problema. Al di là dei protocolli e delle regole, che sono da attuare, questo è il problema principale. Perché oggi un contagio in un albergo è considerato infortunio sul lavoro, ma questa cosa non è giusta ed è anche insensata se ci pensiamo. Intanto come fai a stabilire con esattezza chi ti ha contagiato e che ti sei preso il virus lavorando o soggiornando in albergo? Perché potrei essermi contagiato a casa prima di partire e non saperlo. Così come potrei essere stato contagiato al bar di fronte prima di salire alla reception dell’hotel. La seconda cosa è questa: se uno si ammala in un albergo bisogna che questa cosa sia considerata malattia non più infortunio sul lavoro. Abbiamo già chiesto al Governo di intervenire sugli aspetti giuridici che riguardano questi casi. Perché altrimenti si rischiano migliaia di cause. In alternativa si dovrà pensare a uno scudo penale, una norma che dia tutela al datore di lavoro, al titolare della struttura. Ma questo fra l’altro vale per tutti i luoghi di lavoro. Anche per un Comune o una fabbrica. Bisognerà trovare una soluzione ragionevole a questo problema.”

LE LINEE GUIDA DELLA REGIONE EMILIA-ROMAGNA PER LE SPIAGGE

Si parte dall’arrivo in spiaggia con accessi allo stabilimento balneare che dovranno avvenire in modo ordinato, evitando assembramenti e nel rispetto del distanziamento interpersonale di almeno un metro e, dove possibile con percorsi differenziati per l’ingresso e l’uscita dallo stabilimento. In caso di afflussi consistenti di persone, potranno essere previsti ingressi contingentati, anche su prenotazione telefonica o informatica fino ad esaurimento dei posti ombrelloni e posti lettini. I gestori potranno, anche in forma aggregata, utilizzare piattaforme online per le prenotazioni e per evitare code alle casse potranno promuovere sistemi di pagamento veloci (card contactless) o con carte prepagate o attraverso portali/app web.

Il personale addetto al ricevimento e all’accompagnamento dei clienti, in caso non sia possibile assicurare la distanza interpersonale di almeno un metro, dovrà essere dotato di dispositivi e attrezzature di protezione nelle postazioni di lavoro (es. mascherine o schermature) e dovrà fornire ai clienti tutte le informazioni relative alle disposizioni e ai comportamenti da rispettare all’interno dello stabilimento per prevenire i rischi.

Potranno essere previste la numerazione delle postazioni/ombrelloni e la annotazione per ogni postazione dei clienti, stagionali e giornalieri, anche per eventuali indagini di natura sanitaria; l’individuazione di modalità di transito da e verso le postazioni/ombrelloni e stazionamento/movimento sulla battigia; l’accompagnamento alla zona ombreggio da parte di personale dello stabilimento (stewart).

In caso di pioggia o cattivo tempo i clienti non potranno sostare nei locali dello stabilimento che non sia in grado di garantire le distanze consentite (sedute ristorante, bar, sale…).

In spiaggia, gli ombrelloni dovranno essere posizionati in modo da avere una superficie minima ad ombrellone di 12 metri quadrati (indicativamente ad una distanza tra i paletti di ombrelloni e file di 4 metri e 3 metri). Tra le attrezzature di spiaggia (lettini, sdrai …) non sistemate sotto l’ombrellone, dovrà essere garantita la distanza minima di 1,5 metri. Le uniche deroghe ammesse alle distanze interpersonali riguardano i componenti di uno stesso nucleo familiare o le persone che pernottano nella stessa stanza o unità abitativa di una struttura ricettiva del territorio regionale. In questo caso vale la responsabilità individuale.

Tutte le attrezzature di spiaggia in dotazione allo stabilimento balneare – sedie, sdraio, lettini, attrezzature galleggianti e natanti – dovranno essere pulite ogni giorno e disinfettate  periodicamente con soluzione igienizzante a base di cloro. La disinfezione dovrà comunque essere garantita ad ogni cambio di clientela.

Pulizia più volte al giorno per i servizi igienici – per clienti e personale – e disinfezione a fine giornata dopo la chiusura. Anche le docce, meglio quelle all’aperto, dovranno essere pulite con disinfezione a fine giornata. Per quanto riguarda le cabine vanno invece evitati gli usi promiscui (con le deroghe previste per nucleo famigliare o soggiornanti nella stessa camera), con disinfezione ad ogni cambio di clientela. Se si usano come spogliatoi occorre posizionare kit con accessori per autopulizia come nei servizi igienici.

Per quanto riguarda il servizio di bar e ristorante si promuove da parte delle strutture balneari l’attivazione di un servizio di delivery su ordinazione, con consegna dei cibi e bevande all’ombrellone-lettino nel rispetto del distanziamento interpersonale di almeno un metro e si suggerisce comunque di tenere all’aperto l’area di somministrazione. Proprio per questo i Comuni potranno consentire anche il posizionamento di tavoli nelle cosiddette aree polifunzionali.

Le aree gioco per bambini vanno delimitate e individuate, indicando il numero massimo di bambini – soggetti alla vigilanza dei genitori per il rispetto delle indicazioni previste – consentiti all’interno dell’area stessa. Al riguardo si potrà fare riferimento al protocollo sui centri estivi che la Regione sta licenziando. Le attrezzature presenti devono essere disinfettate periodicamente.

I giochi da spiaggia e le attività sportive sono consentite esclusivamente negli spazi dedicati (aree polifunzionali) e sempre mantenendo il rispetto del distanziamento interpersonale. Sì agli sport individuali che si svolgono in spiaggia (racchettoni singolo) o in acqua (come nuoto, windsurf, sup e kitesurf) praticati sempre nel rispetto delle misure di distanziamento interpersonale, mentre per gli sport a coppie o in squadre (racchettoni, beach volley, calcetto, …) valgono le indicazioni fornite dal ministero dello Sport e dalle federazioni per la pratica sportiva, così come per lo svolgimento di eventuali tornei e competizioni. Per quanto riguarda le piscine e aree benessere bisogna far riferimento alle norme di sicurezza che saranno indicate per la riapertura di queste attività, altrimenti occorrerà inibirne l’accesso e l’utilizzo.

Sono invece al momento vietati gli intrattenimenti danzanti e gli eventi musicali di qualsiasi genere, con la sola eccezione di quelli esclusivamente di “ascolto” con postazioni sedute che garantiscano il distanziamento interpersonale.

Vietata qualsiasi forma di aggregazione che possa creare assembramenti come, ballo, happy hours, degustazioni a buffet, con conseguente divieto di pubblicità in qualsiasi forma.

LE LINEE GUIDA DELLA REGIONE EMILIA-ROMAGNA PER GLI ALBERGHI

In particolare, sono l’informazione e la responsabilizzazione le azioni comuni che unificano l’accoglienza in tutte le tipologie di strutture ricettive. A partire dall’arrivo dove gli ospiti dovranno trovare depliants informativi o cartelloni con le indicazioni, in italiano e in inglese, del giusto comportamento da tenere per contenere il virus: dalle raccomandazioni sul mantenimento della distanza sociale e sul lavaggio frequente della mani, agli obblighi di restare al proprio domicilio in presenza di febbre (oltre 37.5°) o se si è stati a contatto con persone positive al Covid-19 nei 14 giorni precedenti all’arrivo, alla consapevolezza e l’accettazione di non poter restare nella struttura in caso di sintomi di influenza, insorgenza di febbre…, che vanno dichiarati tempestivamente, così come se si sta soggiornando con una persona che presenta sintomi di contagio.

Per quanto riguarda il distanziamento interpersonale di almeno un metro,va sempre garantito in tutte le fasi, dal check-in al check-out prevendendo anche modalità di prenotazione e pagamento online l’invio telematico delle informazioni necessarie per la registrazione prima dell’arrivo, l’indicazione in caso di registrazioni plurime di un capo-gruppo che tiene i contatti con la reception e, dove possibile, l’attivazione di  sistemi di virtual concierge, l’installazione di eventuali modalità di chiusura come la “reception glass”. Il tutto sempre per evitare code e assembramenti di ogni tipo, con la raccomandazione, quando sia difficile mantenere la distanza consigliata, di dotarsi di mascherine, guanti, schermature e ogni altra attrezzatura idonea allo scopo. Distanziamento che vale, ovviamente, anche per il personale della reception (previste anche schermature laterali tra le persone) e per tutti i lavoratori della struttura.

La capienza degli ascensori negli alberghi deve essere tale da consentire il rispetto della distanza interpersonale che può essere derogata in caso di persone che facciano parte dello stesso nucleo familiare o che condividano la camera.

E il mantenimento della distanza deve accompagnare gli ospiti in ogni momento del soggiorno, dalla consumazione dei pasti alla pulizia delle stanze – con facoltà di chiedere che il personale addetto alle pulizie non faccia ingresso in camera.

Per questo sono vietati happy hours, degustazioni, buffet e le consumazioni vanno fatte ai tavoli con menu preferibilmente digitali e su dispositivo del cliente o, in caso di menu cartacei, disinfettati dopo ogni uso.

Vietati gli intrattenimenti danzanti e gli eventi musicali di qualsiasi genere, con la sola eccezione di quelli esclusivamente di “ascolto” con postazioni sedute che garantiscano il distanziamento interpersonale, mentre per l’animazione dei bambini ci si dovrà rifare al protocollo regionale per i Centri estivi.

Sì agli sport individuali praticati sempre nel rispetto delle misure di distanziamento interpersonale, mentre per gli sport a coppie o in squadre valgono le indicazioni fornite dal ministero dello Sport e dalle federazioni per la pratica sportiva.  Per quanto riguarda le piscine e aree benessere bisogna far riferimento alle norme di sicurezza che saranno indicate per la riapertura di queste attività, altrimenti occorrerà inibirne l’accesso e l’utilizzo. Mentre per l’utilizzo delle spiagge private valgono le linee guida apposite per gli stabilimenti balneari.

Per quanto invece riguarda meeting, conferenze e riunioni, in attesa di apposita disciplina, nel protocollo per le strutture alberghiere vengono fornite indicazioni sull’accoglienza dei partecipanti, la loro registrazione, l’assegnazione di posti e le modalità di intervento per oratori e moderatori.

Infine, pulizia e disinfezione costituiscono un capitolo importante del protocollo a partire dagli spazi comuni dove devono essere messi a disposizione degli ospiti distributori di gel con una concentrazione di alcol al 60-85% per le mani, alle indicazioni puntuali per il personale che dovranno occuparsi dell’igiene di tutti gli oggetti toccati dai clienti e da loro stessi nel corso della giornata di lavoro.  Mascherine, guanti monouso e disinfettante per superfici dovrebbero essere disponibili, anche a pagamento, degli ospiti che ne facciano richiesta.

E in caso di ospite con sospetto Covid i protocolli forniscono indicazioni precise per la segnalazione alle autorità sanitarie, che deve essere tempestiva, e al trattamento della persona in attesa del parere sanitario e degli eventuali co-soggiornanti, fino alla disinfezione della stanza e allo smaltimento dei rifiuti in sicurezza.

LE LINEE GUIDA DELLA REGIONE EMILIA-ROMAGNA PER BAR E RISTORANTI

Le regole generali

Il documento, tra le misure di carattere generale, insiste molto sulla responsabilizzazione dei clienti nell’assunzione di comportamenti rispettosi delle misure di sicurezza e prevenzione e nell’adozione da parte dei titolari degli esercizi di tutti i possibili strumenti di comunicazione rivolti alla clientela sulle regole di accesso e comportamento.

In particolare, gli esercenti sono tenuti ad informare gli avventori circa le disposizioni in vigore, affiggendo all’interno del locale cartelli esplicativi e mettendo a disposizione appositi depliant, in italiano e in inglese. Riguardo all’organizzazione degli spazi, per evitare gli assembramenti ed assicurare le misure di distanziamento interpersonale dei dipendenti e della clientela – almeno un metro tra una persona e l’altra – il protocollo suggerisce di privilegiare gli spazi all’aperto, sollecitando la concessione da parte dei Comuni di nuove occupazioni di suolo pubblico (dehors), compatibilmente con il contesto urbano.

Il personale dovrà esser dotato di specifici dispositivi di protezione individuale (Dpi), mascherine in primis, e adeguatamente informato/addestrato sul loro uso. È poi necessaria una costante igiene delle mani mediante appositi prodotti, mentre mascherine, guanti monouso e disinfettanti per superfici dovrebbero essere messi a disposizione, anche a pagamento, agli ospiti che ne facciano richiesta.

Invece non è obbligatoria la misurazione della temperatura corporea per l’ingresso nel locale di dipendenti, che sono comunque invitati ad astenersi dal lavoro in caso di sintomi sospetti e devono presentare certificato medico di avvenuta guarigione se reduci da infezione da coronavirus.

Le linee guida condivise regionali, che si rifanno al protocollo sottoscritto il 24 aprile scorso da Governo e parti sociali, dedicano poi una speciale attenzione alle attività di pulizia, disinfezione e sanificazione, che dovranno essere effettuate almeno due volte al giorno, con particolare riguardo a servizi igienici, maniglie di banchi ed armadi, frigoriferi e terminali Pos.

Dopo aver indicato le regole generali valide per tutti gli esercizi di somministrazione di alimenti e bevande, il protocollo passa poi ad illustrare le norme e i criteri che si applicano alle singole tipologie di imprese.

Ristorazione

Viene ribadito che all’ingresso del locale dovrà essere installata un’apposita cartellonistica, in italiano e inglese, per ricordare agli avventori le norme di comportamento da seguire. Per evitare assembramenti è prevista, se possibile, la separazione degli accessi in entrata e uscita, oltre al ricorso a sistemi di prenotazione telefonica e digitale con scaglionamento delle presenze. Assolutamente sconsigliato l’uso di appendiabiti in comune, il servizio guardaroba viene fornito solo se è possibile evitare il contatto tra gli abiti e gli altri oggetti personali dei diversi ospiti, ad esempio gli ombrelli.

Passando all’organizzazione degli spazi interni, i tavoli sono distribuiti in modo da garantire la distanza di almeno un metro tra le persone sedute, fatta eccezione per gli ospiti che appartengono allo stesso nucleo famigliare o che alloggiano nella stessa camera, nel caso di un albergo, o comunque tutte le eccezioni previste dalle norme vigenti. La raccomandazione, comunque, è di privilegiare la sistemazione dei tavoli all’aperto, attraverso dehors o soluzioni simili, quando è possibile.

Il personale di sala dovrà ovviamente indossare le mascherine in tutti i casi ove non sia possibile mantenere il distanziamento di almeno un metro. Vietati buffet a self-service, mentre è consentito un servizio di selezione di cibi esposti distribuiti dal personale di sala. Si consiglia l’adozione di menu digitali su dispositivi dei clienti o, in alternativa, si procede alla igienizzazione dei menu dopo ogni uso. La biancheria da tavolo va sostituita ad ogni cambio di cliente, cosi come l’igienizzazione dei tavoli.

L’accesso ai servizi igienici dovrà avvenire evitando assembramenti e i bagni a disposizione dei clienti dovranno essere dotati di prodotti igienizzanti per la pulizia delle mani. Per saldare il conto è preferibile usare sistemi di pagamento digitali (carte di credito, bancomat, ecc.). In ogni caso davanti alla cassa potranno essere collocate barriere di protezione in plexiglass.

Bar

Le regole di accesso ai bar ricalcano quelle adottate per i ristoranti. Quindi ingressi contingentati, affissione cartelli informativi, forme di segnalamento a terra, presenza di dispenser con gel igienizzante. Il servizio al banco deve avvenire con il distanziamento interpersonale di almeno un metro. Tassativamente escluso il fai-da-te, i prodotti in vendita (paste, pizzette, cracker, ecc.) dovranno essere serviti dal personale, possibilmente con servizio ai tavoli. Anche qui distribuiti in modo da garantire la distanza di almeno un metro tra i frequentatori.

I tavoli vanno puliti e disinfettati ad ogni cambio di cliente. Si incentivano il take away e la consegna a domicilio.

Per quanto riguarda servizi igienici e sistemi di pagamento, anche per i bar valgono le stesse regole dei ristoranti. Le procedure di sicurezza adottate nei locali interni vanno applicate anche per la gestione degli spazi esterni (dehors), con particolare attenzione per il corretto distanziamento tra i tavoli e la loro pulizia e disinfezione.

Asporto e consegna a domicilio

I cibi da asporto devono essere consegnati in contenitori idonei monouso accuratamente chiusi, sempre nel rispetto della distanza interpersonale di un metro. Alla consegna del prodotto personale dell’esercizio e clienti sono tenuti ad indossare mascherina e guanti monouso. Per le consegne a domicilio, su ordinazione telefonica oppure on line, gli addetti sono tenuti ad indossare mascherina protettiva e guanti monouso e all’atto della consegna devono rispettare la distanza di almeno un metro dal cliente. Favoriti i sistemi di pagamento elettronici all’atto dell’ordinazione. Se invece il pagamento viene effettuato in contanti o tramite Pos portatile, l’operatore provvede alla disinfezione delle mani e del Pos dopo ogni operazione.