Fase 2. Aziende tra responsabilità penale e costi di sanificazione: il punto di Bevilacqua (Ugl Emilia-Romagna)

Il governo ha introdotto la responsabilità penale dell’impresa in caso di contagio da Covid-19 di un dipendente.

“Per quanto questo provvedimento sia comprensibile nei confronti di tutti coloro che lavorano in ambito sanitario o a strettissimo contatto con il pubblico o con persone già contagiate, esteso a tutte le categorie del lavoro , in realtà , introduce un automatismo che potrebbe generare una stortura nel rapporto di lavoro impresa-dipendente. Considerare infortunio sul lavoro il contagio da Covid-19 contratto da un lavoratore potrebbe trasformare il diritto alla tutela in una corsa ad un riconoscimento danni subiti con attribuzione al datore di lavoro di responsabilità penali gravissime. Datori di lavoro che potrebbero essere accusati , in base alla legge, di “lesioni personali colpose” o di “omicidio colposo”, per non aver saputo impedire il contagio. E questo di fronte all’impossibilità oggettiva di dimostrare che il contagio sia avvenuto effettivamente sul luogo di lavoro”. A porre la questione è Tullia Bevilacqua , segretario regionale Emilia-Romagna del sindacato Ugl.

Il ministro dello Sviluppo economico, Stefano Patuanelli , ha assicurato che la responsabilità penale non scatterà per le aziende che seguono i protocolli sulla sicurezza.

“Le imprese per seguire alla lettera i protocolli e garantire la sicurezza in azienda sono chiamate a sostenere con risorse proprie costi elevatissimi per l’acquisto di mascherine e altri dispositivi, divisori in plexiglass, termoscanner, e analisi periodiche di laboratorio e test per la verifica della negatività per i dipendenti. Come sindacato abbiamo messo la sicurezza negli ambienti di lavoro al primo posto, ma prendiamo atto che in questa fase, si moltiplicano le voci di chi, soprattutto i titolari di piccole o micro imprese, ha già dichiarato che non potranno sopportare costi insostenibili e dunque è preferibile la chiusura ad un indebitamento senza prospettive”: aggiunge ancora Tullia Bevilacqua.

In Emilia Romagna si calcola in 20.000 il numero di imprese a rischio chiusura come conseguenza di lungo periodo di blocco dovuto dall’emergenza Coronavirus. Detto questo , la segretaria regionale dell’Ugl torna sul tema della responsabilità da Coronavirus. Di fatto, le misure di contenimento del Covid-19 sono state inquadrate come oneri della sicurezza e dunque restano a carico delle imprese sia le relative spese per la messa a norma che l’applicazione delle stesse, compresi i costi dei relativi controlli.

“Visto che periodo di incubazione è lungo non sarà facile da accertare. Sarà difficilissimo per chiunque affermare con sicurezza che il contagio è avvenuto sul posto di lavoro. Spetta all’Inail accertare la possibilità che il contagio sia avvenuto in azienda. Ma stabilire con certezza matematica la correlazione, così da attribuire anche la responsabilità in ordine al risarcimento dell’infortunio, sarà tutt’altro che facile, visto che si parla di verifica ex post e alla vigilia di una data (il 18 maggio, ndr) che introduce un sostanziale allentamento delle misure restrittive anti Coronavirus e la possibilità per le persone, lavoratori e non, di incontrare oltre che i colleghi, anche congiunti ed amici, allargando le maglie dei contatti sociali e dunque moltiplicando l’esposizione potenziale al rischio nell’arco delle 24 ore”.

“Come Ugl, a livello nazionale, abbiamo chiesto al Governo – per garantire sicurezza negli ambienti di lavoro – un forte sostegno economico sia sul versante delle imprese che su quello dei lavoratori e dei consumatori, anche per abbattere i costi delle sanificazioni straordinarie e l’adozione delle migliori precauzioni igieniche personali. Abbiamo chiesto di fornire liquidità alle aziende, obiettivo che oggettivamente non possiamo definire raggiunto visto che si offrono soltanto garanzie sui prestiti erogati dal sistema creditizio, da restituire, oltretutto in tempi brevi, e di fronte ad un’ ostilità delle banche a fornire capitali a chi ne ha più bisogno a fronte di minori disponibilità. Anche con l’ultimo decreto cosiddetto del ‘Rilancio’ si forniscono interventi con effetto scarso o inesistente per l’impatto economico complessivo. Si poteva e doveva fare di più e, da parte nostra, non potevamo non farci portavoce di questi disagi, perché in ballo c’è lo stato di salute – oltre che dei cittadini – anche della nostra economia e non vorremmo che venisse ridotta definitivamente in ginocchio”: conclude il segretario regionale Emilia-Romagna del sindacato Ugl, Tullia Bevilacqua.