Forlì. All’ospedale Morgagni-Pierantoni un medico, su incarico del Vescovo, distribuisce la Comunione ai malati di Covid

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“La tragica vicenda del Coronavirus ha messo in evidenza la fragilità dell’uomo, ha spazzato via le false sicurezze da cui ci sentivamo protetti, ma ha messo anche in evidenza quello che è inciso a lettere d’oro nel profondo di ogni cuore ‘la vita vale se è spesa per amore’. Ho constatato, come cappellano dell’ospedale, in questo tempo difficile  di impotenza e di paura, nascere in tanti il desiderio di preghiera più intensa e, passando per i corridoi e nei reparti, è stato più immediato il formarsi di capannelli di personale sanitario per chiedermi di pregare insieme, o per ricevere una benedizione” afferma don Domenico Ghetti, Cappellano dell’Ospedale Morgagni-Pierantoni di Forlì.

“Mi è parso di cogliere un senso di solidarietà, un desiderio di compagnia umana – prosegue Don Ghetti – e di aiuto reciproco, mai visti prima. Ho sperimentato che molte persone sono state portate a fare i conti con domande accantonate perchè ritenute superflue: il senso della sofferenza, il valore della vita e della morte. Fra i tanti e commoventi atti d’amore sbocciati in mezzo alla gente, mi soffermo su quello del personale sanitario di Forlì. Ne è una pallida eco di riconoscenza la scritta appesa davanti al Pronto Soccorso dell’ospedale di Forlì ‘Grazie di cuore ai camici bianchi angeli'”.

“A questo punto desidero però far conoscere a tutti la bella esperienza – sottolinea il Cappellano – che sta avvenendo nell’ospedale forlivese. Noi cappellani siamo stati vivamente sconsigliati di frequentare i reparti COVID, ma io non mi sono rassegnato finchè non ho trovato una soluzione alternativa, affidandola alle mani di Benedetta Bianchi Porro. Ho chiesto informazioni ad altri cappellani fino ad arrivare a don Mauro Merlini del Rizzoli di Bologna. A questo punto, in accordo con monsignor Vescovo di Forlì, tenuto costantamente informato dei miei passi, ho cercato dei medici idoneii e disponibili e ho trovato il dottor Cristiano Colinelli, che lavora in un reparto forlivese con malati di COVID. Non mi ha posto difficoltà quando gli ho proposto di portare lui la Santa Comunione, nel reparto, per i malati che la chiedevano, essendo il sottoscritto impossibilitato ad andarci. Lui mi ha ricordato che era stato ministro straordinario dell’Eucarestia e, quando è venuto nella Cappella la prima volta per prendere la particola per un malato, si è mostrato visibilmente commosso. Ha partecipato convinto alla preghiera attraverso cui, in nome di monsignor Vescovo, veniva autorizzato ad amministrare la Comunione in reparto. Io ho ringraziato di cuore la Beata Benedetta Bianchi Porro che mi ha condotto con la sua intercessione a questo risultato. Il dottor Cristiano Collinelli testimonierà la sua esperienza nella prossima  veglia di Pentecoste, che si svolgerà nel Duomo di Forlì”.

“Per concludere, mi sembra opportuno dire, che attraverso l’opera del dottor Collinelli, sia stata data risposta al credente, che fa richiesta della Comunione nel totale isolamento, ma anche che sia stato fatto un gesto comunitario, che fa sentire vicini, nell’abbraccio della fede, tutti i famigliari lontani dal paziente” conclude Don Ghetti.

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