20 e 21 settembre si vota: Sì o No nel Referendum sul taglio dei parlamentari

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Domenica 20 settembre (dalle ore 7 alle ore 23) e lunedì 21 settembre (dalle ore 7 alle ore 15) si vota per il Referendum confermativo della legge sul taglio dei parlamentari approvata in ultima lettura dalla Camera dei Deputati l’8 ottobre 2019 con 553 voti a favore, 14 no e due astenuti. Praticamente tutti i più importanti partiti hanno votato per il taglio. La legge prevede la riduzione del numero dei deputati (da 630 a 400) e dei senatori (da 315 a 200). Viene eliminata una quota di seggi parlamentari pari al 36,5 per cento degli attuali. I posti per i candidati all’estero scendono da 18 a 12, i senatori a vita potranno essere al massimo cinque. Con un Sì al Referendum la riforma sarebbe approvata ed entrerebbe in vigore a partire dalle prossime elezioni politiche. Con un No resterebbe tutto com’è ora. Questo Referendum non prevede un quorum di partecipanti per essere valido. La spunterà insomma chi avrà un voto in più a prescindere dal numero dei votanti. Chi vuole approvare il taglio dei parlamentari deve votare Sì. Chi intende lasciare le cose come stanno deve scegliere il No.

Come si sono schierati i principali partiti

Il M5S vota Sì – Il Movimento 5 Stelle è il principale sostenitore della riforma. Salvo rare eccezioni, tutti i grillini si sono schierati per il Sì.

Il Pd vota Sì, però… – La linea del segretario nazionale Nicola Zingaretti e della Direzione nazionale Pd è per il Sì. Ma molti esponenti del partito, a partire da pionieri come Prodi e Veltroni e con loro molti altri si sono schierati per il No.

La Lega vota Sì, però… – Matteo Salvini si è schierato per il Sì per “coerenza” rispetto ai voti espressi in aula ma ha aggiunto che “non caverà gli occhi” a chi si esprimerà in modo contrario. Nomi di peso della Lega come Giancarlo Giorgetti, Claudio Borghi, Gian Marco Centinaio sono per il No.

Fratelli d’Italia vota Sì – Giorgia Meloni ha schierato coerentemente il suo partito sul fronte del Sì ma anche qui non mancano le eccezioni, come quella di Guido Crosetto.

Forza Italia lascia libertà di coscienza, però… – Silvio Berlusconi non ha espresso una posizione ufficiale ma ha duramente criticato la riforma. La maggior parte degli esponenti di Fi sono per il No. Il primo a rompere il fronte è stato Renato Brunetta. E tra i promotori del referendum, c’è il forzista Andrea Cangini.

Italia Viva lascia libertà di coscienza – Matteo Renzi è molto tiepido sulla riforma e non si è speso per il Sì, altri di Italia Viva come Luigi Marattin e Roberto Giachetti sono per il No.

Articolo Uno MDP lascia libertà di coscienza – Pierluigi Bersani ha dichiarato il suo Sì, altri hanno fatto sapere che voteranno No.

Il Pri è per il No.

Il Psi vota No.

Europa Verde è per il No.

Sinistra Italiana è per il No.

+Europa è per il No.

Azione di Carlo Calenda vota No.

Potere al Popolo! è per il No.

Rifondazione Comunista vota No.

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