Forlì. Sfruttava cittadini africani nell’azienda: sequestrati dai Carabinieri oltre 60mila euro a un cittadino cinese

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Nei giorni scorsi, i Carabinieri del Nucleo Ispettorato del Lavoro di Forlì Cesena hanno dato esecuzione ad un provvedimento di sequestro preventivo nei confronti di un cittadino cinese, resosi responsabile del reato di cui all’art. 603. Bis C.P. (sfruttamento del lavoro) commesso nei confronti di alcuni lavoratori extracomunitari.

Il provvedimento emesso dal GIP del Tribunale di Forlì su richiesta della locale Procura della Repubblica, trae origine da un’attività investigativa avviata nel mese di luglio 2019 dal Nucleo Carabinieri Ispettorato del Lavoro di Forlì, a seguito di denunce presentate da due lavoratori di origine nigeriana, nei confronti di un’azienda operante nel settore dell’imbottito. Le indagini condotte dal Nucleo Carabinieri Ispettorato del Lavoro di Forlì, coordinate dal Procuratore della Repubblica dottoressa Maria Teresa Cameli e dirette dal Sostituto Procuratore dottor Fabio Magnolo, hanno consentito di accertare la condizione di sfruttamento lavorativo a carico di 5 cittadini extracomunitari, tutti di origine africana, da parte dello pseudo imprenditore cinese, il quale, seppur formalmente estraneo a qualsiasi compagine societaria, è risultato gestore di fatto di due imprese operanti nel settore della produzione di poltrone e divani ubicate nel Comune di Forlì.

Gli accertamenti condotti dai Carabinieri attraverso complessi servizi di osservazione, controllo, verifiche ispettive e acquisizioni di informazioni testimoniali rese da numerosi lavoratori, hanno permesso di far emergere le condotte illecite dell’indagato.

In particolare, l’uomo benché avesse stipulato con le vittime, un contratto di lavoro per sole 4 ore giornaliere, di fatto le sottoponeva a turni di lavoro di non meno di 11 ore al giorno, corrispondendo loro un compenso nettamente inferiore a quanto dovuto in applicazione del contratto collettivo di settore ed approfittando del loro stato di bisogno derivante dal precario status giuridico – sociale. Le vittime infatti, si trovavano in uno stato di soggezione, dovuta alla necessità di conservare il posto di lavoro, per garantirsi la regolare permanenza sul territorio nazionale.

Dalle indagini è emerso un atteggiamento prevaricatore ed ingiurioso da parte del titolare nei confronti dei lavoratori sfruttati, verso i quali venivano sovente pronunciate frasi offensive e discriminatorie legate alla loro provenienza geografica.

Il quadro probatorio costruito dai militari dell’Arma ha consentito all’Autorità Giudiziaria di emettere l’avviso di conclusione delle indagini preliminari a carico dell’imprenditore cinese, disponendo il sequestro preventivo della somma di oltre 60.000 euro sui conti correnti riferibili all’indagato, quale profitto derivante dalla condotta illecita. Inoltre la stessa Autorità Giudiziaria ha disposto il controllo giudiziario del complesso aziendale delle attività facenti capo all’indagato, al fine di garantire la continuità d’impresa nell’interesse dei lavoratori occupati.

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