La Regione Emilia Romagna alleggerisce la burocrazia recependo il Decreto Semplificazione

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La Regione Emilia Romagna sceglie la strada della semplificazione, con norme edilizie più snelle per agevolare la riqualificazione delle città e il recupero degli edifici esistenti, senza ulteriore consumo di suolo. Con un’attenzione particolare agli interventi in campo energetico, igienico-sanitario e di sicurezza antisismica. In particolare, per favorire il più ampio utilizzo del super ecobonus al 110%. E’ quanto prevede il progetto di legge varato dalla Giunta regionale, ora al via dell’iter in Assemblea legislativa al termine del quale ci sarà l’esame in Aula.

Misure che recepiscono il Decreto Semplificazione, intervenendo sulla disciplina edilizia regionale. Con un obiettivo: promuovere interventi diffusi di recupero del patrimonio edilizio esistente e favorire in mondo deciso la rigenerazione urbana.

“Con questo testo diamo garanzia di tempi certi e iter semplificati per il rilascio dei titoli edilizi-spiega l’assessora regionale alla Programmazione territoriale, Barbara Lori– mantenendo però la tutela effettiva dei centri storici e degli edifici di valore storico e testimoniale. Vogliamo orientare il settore edilizio verso il recupero e la riqualificazione urbana, invertendo la tradizionale spinta del mercato verso l’espansione delle città, che comporta consumo di suolo e dispersione degli insediamenti. Il nostro impegno è rivolto soprattutto agli interventi diffusi nei centri abitati, attraverso misure urgenti che diano una spinta decisiva al risparmio energetico e alla messa in sicurezza sismica che beneficiano dell’ecobonus del 110%. E sarà ovviamente prezioso il confronto con le forze politiche in Assemblea legislativa”.

Tra le misure previste in attuazione del Decreto Semplificazioni, significativi snellimenti per velocizzare il rilascio dei titoli abilitativi, assicurando il rispetto dei termini procedurali da parte di tutte le amministrazioni. In particolare, i pareri richiesti dovranno essere acquisiti attraverso conferenze di servizi semplificate e i termini dei procedimenti comunali diventano inderogabili, in quanto i provvedimenti tardivi sono dichiarati a tutti gli effetti inefficaci.

Anzi, il Comune dovrà attestare, entro 15 giorni dalla richiesta degli interessati, che si è formato il permesso di costruire per silenzio-assenso o che si è concluso favorevolmente il periodo per il controllo della CILA (Comunicazione di inizio lavori asseverata) o della SCIA (Segnalazione certificata di inizio attività) presentate.

Nei prossimi mesi la piattaforma telematica unitaria messa a disposizione dalla Regione e già operativa per lo Sportello unico delle imprese, consentirà di presentare anche le pratiche edilizie in via digitale. La piattaforma procederà automaticamente alla verifica di completezza delle domande, al rilascio della ricevuta, all’invio delle richieste di autorizzazioni e pareri alle altre amministrazioni coinvolte, all’attestazione del silenzio assenso. Tutti adempimenti essenziali per consentire ai privati un sicuro tracciamento delle pratiche edilizie e per permettere ai Comuni di concentrarsi sull’istruttoria di merito dei progetti.  Accelerando ulteriormente il procedimento.

E proprio a causa dei rallentamenti e dei ritardi dovuti all’emergenza sanitaria in corso, è prevista – sempre in recepimento del Decreto Semplificazione – una proroga automatica di tutte le pratiche edilizie in corso al 30 dicembre di quest’anno.
Vengono pertanto allungati i tempi entro i quali iniziare i lavori e per completarli, rispettivamente di un anno e di tre anni. E prorogati di tre anni tutti i piani attuativi in corso di attuazione.

Anche, le norme tecniche di attuazione del Piano per la qualità dell’aria (PAIR), prorogate fino a fine 2021, favoriranno la possibilità di accedere al superbonus 110%, grazie alla non applicabilità di quanto previsto al comma a) dell’articolo 24 per quanto attiene agli impianti di climatizzazione in parti comuni e vani tecnici, ai fini appunto della fruizione del superbonus.

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