Forlì. Fino al 6 gennaio sulla facciata del Municipio il videomapping con la storia della città

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Tutti i giorni fino al 6 gennaio 2021, dalle 17.00 alle 22.00 a ciclo continuo e con intervalli di venti minuti, sulla facciata del Municipio e lungo il profilo del campanile di San Mercuriale verrà proiettato il videomapping che ripercorre, nei contenuti, i 900 anni di storia e arte del Comune di Forlì.

In cima allo scalone del Municipio, in Piazza Saffi 8, è visitabile tutti i giorni dalle 7.00 alle 15.00, il martedì e il giovedì con orario prolungato fino alle 19.00, il suggestivo e originale presepe realizzato e offerto ai cittadini dall’Associazione italiana amici del presepio, sede di Forlì.

Il videomapping incanta e racconta la storia della città, e muove da un’idea scenica più che da volontà didattiche. Sui cento metri della facciata del Municipio, con il videomapping “Ottocento anni di vita forlivese tra arte e storia” l’Amministrazione comunale ha cercato di mettere in scena l’identità della comunità forlivese, la sua grande civiltà artistica e la sua storia, con citazioni riferite alle eccellenze artistiche, ai nodi storici, alle personalità illustri del territorio forlivese.

Come è organizzato? In due modi: 1) sul campanile del San Mercuriale abbiamo proposto – spiega la nota dell’Amministrazione comunale – un approfondimento dei contenuti citati sul Municipio: ricordando i tratti salienti che hanno caratterizzato ogni secolo che va dal Duecento al Novecento e raccontando alcune eccellenze artistiche conservate nei musei, nei monumenti, nelle chiese, nelle piazze e nei palazzi forlivesi, in continuità con il videomapping del 2019; 2) mentre sulla facciata del Municipio vengono dipinti i secoli, attingendo dai musei e bellezze forlivesi. Eccole sinteticamente.

Si comincia con il secolo Milleduecento quando Forlì intraprende il proprio cammino verso l’autonomia cittadina attraversando dure lotte per l’indipendenza a fianco dell’Impero e contro il Papato; lotte che culminano nel sanguinoso mucchio evocato da Dante nell’Inferno. Lo stemma di Forlì, arricchitosi dell’aquila imperiale sveva, e l’imperatore Federico II di Svevia, dominano la scena iniziale. Questo tratto della storia di Forlì ci viene anche ricordato attraverso la riproposizione delle scene di battaglia, degli artisti Randi e Marchetti, visibili sulle pareti della sala Randi e della sala del Consiglio del Municipio, dove capeggia la figura eroica del condottiero Guido da Montefeltro.

Il Trecento è dedicato alla presenza di Dante a Forlì ospite dei signori Ordelaffi. La proiezione è animata dallo stemma Ordelaffi, marmo custodito a Palazzo del Merenda, e da rappresentazioni del Sommo Poeta.

Il Quattrocento si apre con il pregevole busto marmoreo di Pio III Ordelaffi, proveniente dal Museo Civico San Domenico, e prosegue con gli straordinari angeli musicanti di Melozzo da Forlì, per lo più custoditi nella Pinacoteca Vaticana, in uno sfolgorio unico di colori. Prosegue con l’ascesa del genio artistico di Marco Palmezzano, di cui si propone il ritratto esposto al San Domenico, e con l’avvento di Caterina Sforza e la vicenda della sua indomita difesa della Rocca di Forlì contro l’avanzata dell’esercito di Cesare Borgia. Il pregevole medaglione di Bernardino Boifava di Palazzo Romagnoli, in cui sono rappresentati il volto di Caterina e la rocca, le vedute della rocca dell’artista Romolo Liverani e un ritratto del Borgia evocano tale vicenda.

Il Cinquecento, al suo sorgere, è il secolo in cui Forlì si afferma definitivamente come una delle capitali del Rinascimento grazie al suo interprete più raffinato e puntuale, Marco Palmezzano, di cui è riprodotto il dipinto “Immacolata”, capolavoro conservato nell’Abbazia di San Mercuriale. Il videomapping presenta anche due vedute della città: una è un particolare del suddetto dipinto, l’altra è un dettaglio della pregevole tavola di Baldassarre Carrari, “Incoronazione della Vergine”, esposta al Museo San Domenico. Non poteva mancare la stupenda “Dama dei gelsomini” di Lorenzo di Credi, sempre del San Domenico, ritratto emblematico del Rinascimento. Ma il Cinquecento è anche il secolo del colto stampatore Francesco Marcolini, ritratto di profilo, e di Gerolamo Mercuriale, raffigurato frontalmente, divenuto celebre in tutto il mondo grazie ai suoi studi sulla ginnastica.

Il Seicento è dominato dall’immagine della stupenda cupola della cappella della Madonna del Fuoco presso il Duomo di Forlì, capolavoro unico di Carlo Cignani. Un tributo è reso al magnifico e celeberrimo dipinto “Fiasca con fiori” del Museo San Domenico. La devozione alla Madonna del Fuoco è ribadita dalla proiezione della statua a lei dedicata, opera di Clemente Molli.

Il Settecento è rappresentato dall’autorevole monumento di Giovan Battista Morgagni e, per mano del Missirini, da una veduta dall’alto di una Forlì rinnovata nella forma urbanistica.

L’irripetibile bellezza dell’Ebe di Antonio Canova, esposta al San Domenico, la statua del triumviro della Repubblica Romana Aurelio Saffi di Piazza Saffi e il ritratto del tenore Angelo Masini, riassumono in sé il significato dell’Ottocento forlivese.

Largo spazio infine alla Forlì del Novecento. In maniera incessante scorrono le immagini di Paolucci di Calboli, di Wildt e della sua preziosa scultura “Santa Lucia”, dei bei dipinti “Ritratto di donna” di anonimo, “Fiori” della olandese Ruysch, un vero capolavoro, “Primi passi” del Sablet, opera di grande qualità, e “Rocce di Manarola” di Lloyd, tutti provenienti dalla Collezione Pedriali del San Domenico. A seguire la potente statua di Icaro del Palozzi, due stupendi pannelli dei Mosaici del volo dell’Ex Collegio Aeronautico, opera di Canevari, che ritraggono Icaro e Fetonte e le macchine volanti di Leonardo, e infine, in una esplosione di colori, i dipinti “Bracciante siciliano” di Guttuso, “Tornio e telaio” di Depero e “Lavoro” di Capogrossi, tutti provenienti – conclude la nota dell’Amministrazione comunale – dalla prestigiosa Collezione Verzocchi di Palazzo Romagnoli.

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