Partita la discussione su bilancio di previsione regionale: 12,5 miliardi di euro di cui oltre 9 per la sanità

In serata previsto il voto finale, ad aprire il dibattito i relatori Rontini (Pd) e Bargi (Lega)

Al via in Assemblea la discussione sul bilancio di previsione regionale per il triennio 2021-2023, compreso il collegato. In serata è previsto il voto finale. “Il quadro di riferimento in cui si colloca questa proposta è fortemente condizionato dall’evoluzione dell’epidemia da Covid-19, che ha duramente colpito l’Emilia-Romagna sia dal punto di vista sanitario sia sotto il profilo socio-economico con preoccupanti effetti negativi sul reddito disponibile delle famiglie; da una situazione di finanza pubblica particolarmente complessa, che in pochi mesi ha visto una crescita imponente del debito statale di oltre 100 miliardi; infine, dalle potenzialità, non ancora completate, collegate alla riforma istituzionale sul regionalismo differenziato e all’applicazione del decentramento amministrativo”, interviene sul pacchetto bilancio la relatrice di maggioranza sul provvedimento Manuela Rontini (PD).

In questo bilancio, ribadisce la relatrice, ci sono “nuove risorse per i territori: per opere pubbliche e per la messa in sicurezza idrogeologica; per il sistema di trasporto pubblico, anche allo scopo di ridurre l’inquinamento ambientale e la congestione delle città; per la rigenerazione urbana e la riconversione energetica degli edifici puntando su fonti rinnovabili; per le infrastrutture sociali; per le bonifiche ambientali dei siti inquinati; e, infine, per l’impiantistica sportiva, auspicando che la mia sollecitazione possa essere raccolta”. Viene poi incrementato, aggiunge, “il fondo perequativo infrastrutturale e il fondo per l’edilizia sanitaria”.

Una manovra di bilancio, sottolinea Rontini, “che ammonta complessivamente a 12,484 miliardi di euro, di cui oltre 9 miliardi per la sanità, che si pone un duplice obiettivo: fronteggiare l’emergenza ancora in corso e creare le condizioni per la ripartenza economica e sociale della regione. Il tutto senza aumentare, per il sesto anno consecutivo, la pressione fiscale, grazie al contenimento delle spese di funzionamento della macchina amministrativa, che permetterà di raggiungere un obiettivo prioritario: consolidare il livello dei servizi da assicurare alla comunità regionale, a partire da quelli rivolti alle categorie più fragili e deboli, che hanno sentito maggiormente il peso della pandemia”. Quindi, aggiunge, “fra le priorità spiccano welfare e sanità, trasporti, scuola e sostegno alle imprese”. C’è poi, sottolinea, “particolare attenzione per i giovani, con politiche dedicate”.

La consigliera cita poi il lavoro, collegato al bilancio, nella commissione assembleare che presiede: “Un impegno complessivo di 3 milioni di euro per sostenere l’imprenditoria femminile, così come caregiver familiari e associazionismo”. Con l’approvazione di questo bilancio previsionale, conclude, “pur di fronte a una crisi repentina e molto profonda che ha attraversato l’intero paese, compreso il nostro territorio, si apriranno anche opportunità e dovremo essere in grado di trasformare la nostra economia per raggiungere la piena sostenibilità ambientale, economica e sociale, unica via per coniugare la lotta alle diseguaglianze e la transizione ecologica”.

Interviene poi il relatore di minoranza, Stefano Bargi (Lega). Il relatore, nel rilevare che “questo periodo richiede misure vigorose per superare una crisi particolarmente violenta”, spiega che “le prospettive per le nostre imprese non sono certo favorevoli: in pochi mesi in Italia hanno chiuso già 73 mila imprese”. Questo, aggiunge, “perché non è stata attivata una strategia di uscita dalla crisi, si è puntato tutto sulle risorse europee che, però, non sappiamo ancora quando arriveranno e in quale misura e non potranno certo arrestare questa drammatica emorragia”. Quindi, rimarca, “il rischio è quello di non essere in grado di fornire aiuti concreti al sistema produttivo, dato che non sono state previste soluzioni tempestive (tra le microimprese italiane, con meno di 10 addetti, sono 460 mila quelle a rischio chiusura: questo si tradurrebbe in 80 miliardi persi e quasi un milione di posti di lavoro a rischio (con costi sanitari e sociali enormi)”.

Anche se una parte dei fondi collegati al Recovery fund saranno a fondo perduto (circa 65 miliardi), sottolinea poi Bargi, “l’Italia rimane un paese che investe più di quello che riceve”. I provvedimenti previsti del governo nazionale, evidenzia, “non sono sufficienti a ovviare alle perdite economiche”. Mentre, prosegue, “non sappiamo ancora quali progetti verranno avviati in Emilia-Romagna (collegati al piano nazionale per la ripresa e la resilienza)”. Come per l’alluvione modenese, chiosa, “non ho avuto alcuna relazione”. Sempre sull’impegno regionale, ripete, “sentiamo da Bonaccini diffondere numeri un po’ a caso, nella realtà lo sforzo per le attività più colpite si riduce a 10 milioni, un’esiguità rispetto alle altre Regioni”. Chiediamo invece, sottolinea il relatore, “più risorse per la montagna, particolarmente colpita, anche per la messa in sicurezza del territorio”. Mancano poi, prosegue, “le opere infrastrutturali promesse da decenni e mai realizzate, la Campogalliano-Sassuolo è ormai una barzelletta; chiediamo anche di potenziare realmente la nostra sanità, con l’assunzione di medici e infermieri, un sostegno serio al settore del terziario, un impegno vero sul tema dell’autonomia regionale, un programma convincente di digitalizzazione e sburocratizzazione della pubblica amministrazione per accompagnare la ripartenza”. La Regione Emilia-Romagna, conclude, “si vanta spesso di essere la prima nel paese, prima forse in iniziative ideologiche ma decisamente ultima quando la situazione si fa più difficile”.

Oltre ai 9 i miliardi per la sanità regionale (più 600 milioni rispetto al 2020), nel bilancio viene incrementato il fondo regionale per la non autosufficienza, 457 milioni (7 milioni in più del 2020), così come il fondo sociale regionale (più 3 milioni); previsti anche contributi per le gestioni pubbliche dei servizi alla persona e conferma dell’impegno finanziario a favore di nidi e scuole per l’infanzia, nonché per le politiche sugli affitti. È poi previsto un incremento dei fondi per il trasporto pubblico locale (gomma e ferro), così come viene garantito il trasporto pubblico locale gratuito per gli under 14 e, in quota parte, anche per gli under 19.

A sostegno delle imprese vengono poi stanziati 31 milioni per il fondo straordinario Covid (il governo nazionale ha accolto le richieste dell’esecutivo regionale prevedendo 21 milioni in più), così come viene rifinanziata la legge regionale per l’attrattività delle imprese (40 milioni nel triennio). Prevista anche l’attivazione di un nuovo fondo per la transizione digitale (4 milioni di euro) e nuove risorse per l’internazionalizzazione delle imprese (17 milioni nel triennio). Confermate poi le risorse per il fondo energia, per il sistema dei laboratori e per i Confidi. Proseguono, inoltre, gli investimenti nel sistema turistico e per il completamento del lungomare. Altri 10 milioni sono destinati al sistema fieristico e 10 milioni vanno alla formazione.

Previsti anche investimenti per la crescita sostenibile, quasi 1,5 miliardi di euro di risorse regionali nel triennio; di questi, oltre 630 milioni già nel 2021. Interventi rivolti a edilizia sanitaria, big data e innovazione, all’elettrificazione delle linee ferroviarie regionali, al fondo investimenti per gli enti locali emiliano-romagnoli, al programma straordinario di investimenti per i territori maggiormente colpiti dalla pandemia Covid, ai territori montani e alle aree interne.