Mozione su Zaki. Zattoni (Gruppo PD in consiglio a Forlì): «Costretti a ritirarla»

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«Come primi firmatari della mozione per il conferimento della cittadinanza italiana a Patrick Zaki, io e il mio Gruppo siamo rimasti francamente amareggiati quando, durante la seduta consiliare di ieri, abbiamo scoperto che l’intento di tre forze di maggioranza – Lega, Fratelli d’Italia e Forza Italia – non era quello di celebrare la prima giornata di installazione della sagoma di Patrick Zaki sotto lo
scranno della Presidente del Consiglio con l’approvazione unanime della mozione in oggetto, bensì di svuotarne dall’interno il significato, non solo togliendo riferimenti oggettivi ad atti concreti di istituzioni (come il Parlamento europeo, l’Università di Bologna, numerosissimi Comuni limitrofi) e di associazioni (Amnesty International, Station to Station che è promotrice di una petizione
online con 180mila firme raccolte), ma addirittura sostituendo l’impegno preciso per il conferimento della cittadinanza italiana con un generico impegno a chiedere il rilascio di Zaki».

Queste le parole di denuncia del consigliere comunale Pd, Matteo Zattoni.

«Una modifica irricevibile – prosegue il consigliere – perché, in quel modo, la mozione si sarebbe ridotta a poco più di una fotocopia dell’ordine del giorno approvato ormai più di un anno fa, il 17 febbraio 2020, dal nostro stesso Consiglio comunale. Nel frattempo, però, Zaki ha trascorso altri 13 mesi in custodia cautelare in carcere e il 2 marzo scorso il tribunale egiziano ha prorogato di ulteriori 45 giorni la sua detenzione preventiva, senza dargli la possibilità di provare la propria innocenza. Di fronte a questa situazione intollerabile è necessario un impegno maggiore da parte di tutte le istituzioni italiane, dai piccoli e grandi Comuni fino al Governo italiano, e la concessione della cittadinanza italiana potrebbe costituire proprio quello strumento concreto in grado di facilitarne la liberazione.»

«Ciò che stupisce – aggiunge Zattoni – è che l’annuncio dell’installazione della sagoma era stato dato al Consiglio del 15 febbraio scorso proprio dal Sindaco come rappresentazione di una “volontà condivisa col Rettore dell’Università”. Forse Lega, Fratelli d’Italia e Forza Italia pensavano che bastasse installare una sagoma di cartone in Consiglio per essere in pace con la coscienza. Peccato che una scelta del genere
non possa ridursi a mero gesto ornamentale, ma al contrario debba necessariamente tradursi nell’impegno a votare poi gli atti conseguenti,
altrimenti quella sagoma si svuota di ogni valore simbolico.»

«Dispiace essere stati costretti a ritirare una mozione a cui tenevamo molto – conclude -, ma non potevamo permettere che un tema al tempo stesso fondamentale e delicato delle nostre democrazie, qual è il rispetto dei diritti umani e del giusto processo, diventasse il terreno di inaccettabili strumentalizzazioni politiche. Personalmente ho fatto ogni sforzo, anche nei giorni precedenti alla presentazione della mozione, per giungere a una soluzione unitaria, per cui non mi resta che registrare con tristezza come le forze di maggioranza in Consiglio comunale
abbiano perso una grande occasione per dimostrarsi all’altezza del loro ruolo di fronte alla società civile».

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