Scuola in dad. Morrone (Lega): “davvero necessaria la chiusura generalizzata?”

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”Inutile girarci intorno. Come si fa a non dare ragione a quei genitori che protestano per chiedere il diritto alla scuola per i propri figli? La scuola in presenza è un diritto ed è un obbligo per le istituzioni mettere il massimo impegno per salvaguardare questo diritto e il futuro delle giovani generazioni”. A sostenerlo in una nota il parlamentare Jacopo Morrone, segretario della Lega Romagna.

“Molte Regioni hanno scelto, in questi giorni, la strada delle chiusure. Dal lockdown della scorsa primavera sembra non sia cambiato nulla. L’anno passato a dissipare risorse e chiacchiere anche sui ‘banchi a rotelle’ ha lasciato il segno. Ma ciò che mi interessa in particolare sono le decisioni assunte dalla Regione Emilia-Romagna per capire se fosse davvero indispensabile chiudere tutto o, al contrario, usando tutte le precauzioni del caso (mascherine, distanziamento, aule frequentemente aerate), si potessero mantenere in funzione gli istituti scolastici dove non si riscontrano focolai rilevanti o ubicati in zone con meno contagi” proseguo Morrone.

“Nei giorni scorsi, intervenendo in una commissione regionale, l’assessore alle Politiche per la salute Raffaele Donini ha affermato che le scuole sono uno dei luoghi più sicuri per i protocolli di sicurezza messi in atto. Era dunque necessario un provvedimento così generalizzato? Gli studenti, nei fatti, hanno già perso un anno non possiamo consentire che perdano anche il secondo. Credo che concordiamo in molti sui limiti della didattica a distanza da più punti di vista. La scuola è vita, socialità, conoscenza, educazione e formazione, la DAD può trasformarsi in isolamento e abbandono, anche a fronte della cospicua percentuale di studenti con problemi di connettività e di strumentazione, per citarne solo alcuni” prosegue Morrone.

“Molti amministratori pubblici giustificano le chiusure indiscriminate con l’aumento dei contagi. In più occasioni ho sostenuto, al contrario, la necessità di decisioni politiche che diano pari dignità alle varie esigenze, quella sanitaria, insieme a quella dell’istruzione, del lavoro, dell’economia. I deficit organizzativi e di risposta del sistema sanitario anche in Emilia-Romagna non possono giustificare ancora per molto limitazioni delle libertà e chiusure indiscriminate. Né è condivisibile che scarichi ogni responsabilità, chi è stato parte attiva nei clamorosi errori e ritardi del Governo Conte bis nel 2020”. conclude.

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