Incontro sindacati-Start Romagna per provare ad evitare lo sciopero. L’azienda risponde

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Le organizzazioni sindacali si sono incontrate l’11 giugno presso la Prefettura di Forlì con Start Romagna per esperire il tentativo di conciliazione previsto dalla legge 146/90 sugli scioperi.

“La vertenza in  corso riguarda esclusivamente problematiche del territorio di Forlì e Cesena sintetizzate di seguito, tra l’altro già comprese in accordi sottoscritti tra le parti il 06/03/2020 e 09/03/2021 ma mai rispettati da Start Romagna”, spiegano i sindacati.

Queste le tematiche elencate dalle parti sindacali:

– apertura del tavolo di Area Vasta sul tema del salario d’ingresso del personale neoassunto.

– carenza di personale viaggiante nel bacino di Forlì/Cesena;

– tavolo tecnico con AMR, OO.SS. e Start Romagna per la riorganizzazione della rete urbana suburbana ed extraurbana del bacino;

– riassegnazione delle residenze esterne fisse;

– nuovi punti convenzionati per il servizio mensa di Forlì e Cesena;

– riconoscimento dei parametri e della pausa ristoro per le officine.

– pausa ristoro per il personale di Staff;

– riconoscimento recupero di produttività a seguito esternalizzazione servizi lavaggio e rifornimenti per l’anno 2020.
– ricorso gerarchico fuori bacino;

– gestione normativa degli Indiretti d’Esercizio, orario di lavoro e problematiche della Centrale Operativa, regolamentazione dello sciopero per il personale della Centrale e contestazione dell’OdS n.148 prot.10892/21 in merito alla reperibilità del personale addetto;

– venduto a bordo e mancati introiti;

– esternalizzazioni;

– manutenzione dei mezzi in servizio;

– riduzione dei tempi di percorrenza su alcune tratte urbane ed extraurbane.

“Non basterebbe neanche un libro – affermano sarcasticamente dai sindacati -! Quanto sopra elencato, è solo una parte di problematiche, che hanno indotto le organizzazioni sindacali del territorio a rompere le trattative e aprire lo stato di agitazione,  nei prossimi giorni sarà indetta una prima azione di sciopero. La Start Romagna di là dalle apparenze nasconde gravi inadempienze per disparità di trattamenti, che spaziano da territorio a territorio poiché l’attività svolta dall’azienda e dislocata nelle provincie di Rimini, Ravenna e Forlì Cesena, ad oggi i vari territori mantengono in essere gli accordi delle Ex aziende entrate in Start Romagna, mai armonizzati perché le proposte di Start Romagna mirano ad adeguare i trattamenti sempre al livello più basso in pratica un vero damping contrattuale”.

La categoria maggiormente penalizzata, secondo i sindacati, riguarda “i nuovi assunti ai quali viene applicato il CCNL base di categoria, ma non hanno nessun trattamento integrativo come previsto dallo stesso, per questi lavoratori sono inesistenti i così detti contratti di secondo livello. Altra categoria discriminata e dimenticata da Start Romagna: Personale con problemi di salute che perdono le abilitazioni alla guida, questi penalizzati perché vivono situazioni precarie e di difficile ricollocamento definitivo in altre mansioni, all’interno dell’azienda, alla Start Romagna interessa solo lavarsene le mani! Poiché negli ultimi periodi sta esternalizzando tutte quelle attività dove negli anni sono stati sempre reimpiegati questi lavoratori, vedi esternalizzazioni Rifornimento e lavaggio autobus, esternalizzazioni di verifica titoli di viaggio, esternalizzazioni di biglietterie e call center, anche qui producendo il grave fenomeno del damping contrattuale poiché ai lavoratori delle aziende affidatarie di appalto non risulta applicato il CCNL adeguato, di categoria autoferrotranvieri”.

“Tradotto in parole semplici – chiudono i sindacati – i lavoratori di Start Romagna Non sono trattati tutti allo stesso modo, ci sono regole e salari diversi, lavoratori di serie A, B, C, D. ecc. Penalizzando pesantemente proprio gli ultimi. Tra gli ultimi anche tutto il personale del territorio di Forlì e Cesena, perché dalla nascita di start Romagna ad oggi si è interrotto il percorso di contrattazione già previsto dall’unificazione delle tre ex aziende del territorio, tra l’altro questo il territorio con maggiore produttività di tutta start Romagna per il rapporto tra forza lavoro e chilometri svolti”.

In merito alla nota delle organizzazioni sindacali, Start Romagna risponde

Ognuno dei punti evidenziati dalla nota stampa necessiterebbe di qualche pagina per riprenderne il filo, ricordare impegni e attività svolte con una visione che evidentemente resta complicata da comprendere, quella di una azienda unica che deve tendere ad omogeneizzare il suo rapporto con centinaia di lavoratori che operano in tre differenti province. Ma questo è un punto fermo nella prospettiva di una azienda sempre più concepita come unica, unita, solidale e sostenibile.

Nel corso del 2020 sono state espresse 375 istanze sindacali e l’Azienda ha sempre cercato di trovare, con la massima attenzione, un punto d’incontro rispettoso dell’equilibrio economico che va garantito, tanto più in una condizione così complicata come quella che si sta vivendo da mesi nella gestione di un servizio pubblico nel corso di una pandemia.

Da settembre 2020 si sono svolti 45 incontri fra Azienda e Sindacati di cui 17 del tavolo negoziale centrale, oltre 30 riunioni a livello di singola unità operative 5 Comitati Covid-19.

Sono stati raggiunti in questo periodo accordi in ottobre, febbraio e marzo su diversi argomenti in discussione. Pur tuttavia siamo da inizio anno all’ennesimo stato di agitazione e ricorso allo sciopero.

L’11 giugno scorso nel corso del confronto sindacale, l’ennesimo di questa così intensa attività, Start Romagna ritiene di aver chiarito punto per punto tutte le rivendicazioni e le accuse di violazione di accordi esposte. Ciò alla presenza di Sua Eccellenza il Prefetto di Forlì. Se le Organizzazioni sindacali ritengono di ricorrere allo sciopero è un loro diritto farlo, ma non comprendiamo le ragioni che possono giustificare tale forma di protesta così reiterata a danno di tutta la cittadinanza.

 

 

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