Teatro Diego Fabbri di Forlì. Mercoledì 30 giugno Gioele Dix con ‘Vorrei essere figlio di un uomo felice’

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Con Gioele Dix e il suo monologo Vorrei essere figlio di un uomo felice si chiude, mercoledì 30 giugno alle ore 21, il ciclo delle Ri-APeRTure del Teatro Diego Fabbri di Forlì. Il celebre attore porta in scena un monologo intenso, personale ed estremamente divertente che ruota attorno all’idea della paternità: che essa sia ignorata, perduta, cercata o ritrovata. Un viaggio che usa come guida l’Odissea, toccando liberamente autori molto amati e illuminanti legami con la storia personale e familiare dell’attore.

In Vorrei essere figlio di un uomo felice, Gioele Dix racconta e approfondisce alla sua maniera una vicenda letteraria e umana fitta di simboli, recitando, raccontando, leggendo e commentando, sempre insieme al pubblico. Un recital vivace e documentato, fra suggestioni colte, rimandi alla contemporaneità e tratti di improvvisa e affilata ironia. Lo spettacolo si ispira ad un progetto andato in onda con successo su Rai 5, che viene ora ripreso e attualizzato per tornare sui palcoscenici in versione rinnovata e arricchita.

All’inizio dell’Odissea, Ulisse è assente e lontano. A Itaca, nessuno sa se sia ancora vivo e se mai farà ritorno. Persino fra le vette dell’Olimpo regna l’incertezza, e gli dei discutono a lungo sulla sua sorte. Omero, come il più navigato degli sceneggiatori, sceglie di ritardare l’entrata in scena del suo primo attore. E con lui, l’apparizione di personaggi e avvenimenti strabilianti che renderanno indimenticabile il suo viaggio: la maga Circe, il ciclope Polifemo, il canto delle Sirene, la discesa nell’Ade, gli incantesimi della dea Calipso. Tutto accadrà – o meglio, verrà rievocato da Ulisse in una sorta di lungo flashback – dal quinto canto in poi. È forse per questo motivo che i primi quattro canti dell’Odissea sono meno conosciuti e frequentati. Eppure, in essi si racconta di un altro viaggio, meno spettacolare, ma altrettanto determinante, quello del figlio di Ulisse alla ricerca del padre.

Un breve ma intenso romanzo di formazione in cui il figlio del protagonista prova a uscire dall’ombra e imparare a crescere. Telemaco parte da Itaca sulle tracce dell’illustre e ingombrante genitore che non ha mai conosciuto, in un lungo itinerario per mare e per terra fitto di incontri rivelatori, il giovane prenderà consapevolezza di sé e del proprio destino. E quando Ulisse e Telemaco finalmente si incontreranno, l’eroe invecchiato e sfiancato da una guerra inutile abbraccerà commosso il giovane uomo cui cedere il suo scettro. La figura di Telemaco incarna dunque la sorte di tutti i figli costretti a combattere per meritarsi l’eredità dei propri padri.

Avvertenze per il pubblico

“Il Diego Fabbri è un Teatro sicuro. Per riaprire in sicurezza e in ottemperanza alle normative anti-Covid, vi ricordiamo le regole tutt’ora valide per l’accesso a Teatro (obbligo di indossare la mascherina per tutta la durata dello spettacolo; capienza contingentata al 50% dei posti disponibili, distanziamento interpersonale), oltre a queste ulteriori novità: sarà rilevata la temperatura all’ingresso (almeno fin quando obbligatorio) e non sarà consentito l’accesso a persone con temperatura superiore a 37.5°; obbligo di comunicazione dei dati personali, se non già comunicati (nome, cognome, numero di telefono), che saranno conservati per 14 giorni dalla data dell’evento; mascherina chirurgica o superiore (es. FFP2, mentre non sono ammesse mascherine di stoffa)” riporta la nota di Accademia Perduta/ Romagna Teatri.

Biglietti: da 15 a 27 euro. Prevendite: dal lunedì al sabato dalle ore 10 alle ore 13. Prenotazioni telefoniche (0543 26355): nei giorni di prevendita a partire dalle ore 11. Vendita online su Vivaticket. Nella sera di spettacolo la biglietteria di Corso Diaz aprirà un’ora prima dell’inizio della rappresentazione.

Per informazioni: 0543 26355 – www.accademiaperduta.it

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