Digital transformation: lo sviluppo del futuro passa per il digitale

Il 2020 è stato l’anno della pandemia e dell’accelerazione sulla trasformazione digitale. Dall’indagine del Sistema informativo Excelsior, nel 2020, in Italia, il 65,2% delle imprese imprese intervistate hanno dichiarato di avere investito in almeno uno degli ambiti della trasformazione digitale, mentre negli anni 2015-2019 la percentuale era del 53,5%. Anche nel territorio della Romagna – Forlì-Cesena e Rimini sono fortemente aumentate, rispetto ai livelli pre-covid, le imprese che, nel periodo post Covid, hanno dichiarato di aver effettuato investimenti di elevata importanza per le strategie aziendali in uno di tali ambiti.

“La pandemia ha, di fatto, spinto l’acceleratore su alcuni filoni di ricerca e generato innovazioni prima impensabili, in tempi rapidissimi, ed è stata anche capace di rivoluzionare modelli che credevamo indiscutibili. A conferma, cito il caso della trasformazione digitale del sistema produttivo, già in atto prima della pandemia – commenta Alberto Zambianchi, Presidente della Camera di commercio della Romagna –. La trasformazione digitale non deve spaventare, ma merita di essere approfondita e usata perché è il futuro di tutti noi. Indipendentemente dalla nostra volontà siamo sbalzati in avanti. Il superamento del virus impone, infatti, nuove capacità di visione, di innovazione, di resilienza, di coesione e di collaborazione. Su queste cose, tutti dobbiamo impegnarci.

Si deve, inoltre, ripartire, ricostruendo quel clima di fiducia, che da alcuni anni si era sfilacciato. Concentrarsi sulla “gestione del possibile” non deve fare dimenticare la “gestione dell’auspicabile”. Occorre, dunque, tornare sugli investimenti strutturali, di sistema, rispetto ad un mondo che è cambiato e il nostro approccio nei confronti del futuro deve essere fondato sulla massima “anticipazione” possibile. Il futuro rappresenta il luogo della pluralità, popolato da enormi opportunità che sono condizionate dalle scelte che oggi dobbiamo fare. Per questo la nostra Camera, e l’intero Sistema Camerale, sono impegnati in iniziative a sostegno della ripresa del Paese, favorendo, per esempio, le imprese nei loro percorsi di trasformazione digitale. Altre iniziative importanti sono dedicate alla crescita delle competenze degli imprenditori e dei lavoratori e sono dedicate all’orientamento e alla formazione, in modo da favorire al massimo l’incontro tra domanda e offerta di lavoro qualificato, come ad esempio con il progetto Eccellenze in Digitale”.

Le direttrici del futuro dello sviluppo produttivo del Paese e la risposta alla crisi dovuta al Covid-19 passano dal digitale. Non solo per i contenuti del PNRR, ma anche per la risposta già messa in piedi autonomamente dal sistema produttivo nell’anno della pandemia.

L’indagine Excelsior ha approfondito gli investimenti in digital transformation nel 2020 analizzando, presso le imprese intervistate, tre ambiti di intervento: la tecnologia, il modello organizzativo aziendale e lo sviluppo di nuovi modelli di business (nel complesso circa 1,3 milioni di imprese dell’industria e dei servizi, che avevano programmato 3.242.310 entrate di lavoratori).

La risposta alla pandemia, in termini di trasformazione digitale ha preso alcune direttrici:

• è aumentato il numero di imprese che hanno investito in trasformazione digitale rispetto al periodo 2015-2019;

• all’interno dell’insieme delle imprese investitrici sono aumentate quelle che hanno effettuato investimenti strategici in tecnologie, organizzazione e modelli di business.

Nel periodo compreso tra il 2015 e il 2019, il 53,5% delle imprese ha dichiarato di avere investito in almeno uno degli ambiti della trasformazione digitale, mentre nel 2020 questa quota di investimenti sale al 65,2%.

Analizzando il dato per macrosettori di attività, il settore dell’industria passa dal 53,6% del periodo pre-covid al 66,8% del 2020, quello dei servizi dal 53,5% al 64,5% del 2020. Elevato anche il balzo del settore delle costruzioni passato dal 42,3% al 56,8%, le migliori performance nel settore public utilities che passa dall’80,2% all’88,4%.

Tra tutte le imprese che hanno investito nella trasformazione digitale, il 42,8% di queste dichiara di aver investito in maniera strategica in Internet alta velocità, cloud, mobile, big data analytics (quota al 33% nel periodo precedente), in sicurezza informatica il 41,2% in Strumenti software dell’impresa 4.0 per l’acquisizione e la gestione di dati 37,9%, IoT internet delle cose 28,9%, robotica avanzata 23,5% e realtà aumentata a supporto dei processi produttivi 24,4%.

La pandemia ha anche innescato un’accelerazione della trasformazione in senso digitale dei modelli organizzativi aziendali, primo fra tutti, all’adozione di strumenti di lavoro agile (smart working, telelavoro, lavoro a domicilio), che in Italia sono passati passati dal 23,3% al 40,4% del 2020. Importanti anche la quota di investimenti del 2020 nel potenziamento dell’area amministrativa a seguito della trasformazione digitale (34,1%), l’adozione di sistemi gestionali evoluti con lo scopo di favorire l’integrazione e la collaborazione tra le diverse funzioni aziendali (35%), i sistemi di rilevazione continua delle “performance” di tutte le aree aziendali (33%) e infine l’adozione di una rete digitale integrata con reti esterne di fornitori (28%) e di clienti Business to Business(27,3%)

Si è verificata inoltre una maggiore attenzione per quanto riguarda l’adozione di nuove regole per sicurezza sanitaria per i lavoratori, uso di nuovo presidi e risk management, per cui la quota di imprese che ha investito strategicamente in questa innovazione è passata dal 28,6% del periodo pre-covid al 49,5% del 2020.

Anche nella Romagna – Forlì-Cesena e Rimini si è verificato questo balzo negli investimenti per la trasformazione digitale e sono fortementi aumentati, rispetto ai livelli pre-covid, le imprese che hanno dichiarato di aver effettuato investimenti di elevata importanza per le strategie aziendali, relativamente a ciascun aspetto della trasformazione digitale.

Per quanto riguarda la tecnologia, per esempio, gli investimenti in sicurezza informatica e quelli in Internet alta velocità, cloud, mobile e big data analytics sono passati dal 30% del periodo pre-covid al 38% del post.

In provincia di Forlì-Cesena, gli investimenti in sicurezza informatica sono passati dal 30% al 39% e quelli in Internet alta velocità, ecc, dal 30% al 38%.

In provincia di Rimini, gli investimenti in sicurezza informatica sono passati dal 29% al 36%; ancora più netto il balzo di quelli in Internet alta velocità, ecc, che sono passati dal dal 31% al 45%.

Per quanto riguarda i modelli organizzativi, per l’adozione di nuove regole per sicurezza sanitaria per i lavoratori, uso di nuovo presidi e risk management gli investimenti sono cresciuti dal 25,5% al 45,5%. Quelli per l’adozione di sistemi di smart working sono passati dal 22% al 36,5% e quelli per il potenziamento dell’area amministrativa a seguito della trasformazione digitale, dal 20% al 32%.

In provincia di Forlì-Cesena, gli investimenti sono aumentati, rispettivamente, dal 26% al 47% per l’adozione di nuove regole per sicurezza sanitaria per i lavoratori, uso di nuovo presidi e risk management; dal 23% al 36% quelli per l’adozione di sistemi di smart working e dal 20% al 33% quelli per il potenziamento dell’area amministrativa a seguito della trasformazione digitale.

In provincia di Rimini gli investimenti sono aumentati, dal 25% al 44% per l’adozione di nuove regole per sicurezza sanitaria per i lavoratori, uso di nuovo presidi e risk management; dal 21% al 37% quelli per l’adozione di sistemi di smart working e dal 20% al 31% quelli per il potenziamento dell’area amministrativa a seguito della trasformazione digitale.