ROMAGNA E ROMAGNOLI NEL MONDO / 24 / La straordinaria avventura di Agostino Codazzi, combattente, esploratore e cartografo in America Latina

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Abbiamo già detto, in precedenti numeri di questa rubrica, del “respiro atlantico” e sovranazionale che, soprattutto tra la fine del Sette e la prima metà dell’Ottocento, assunsero numerosi fenomeni liberali, insurrezionali e repubblicani, con lo spostamento dall’Europa alle Americhe di persone e di idee, in una circolazione che doveva modificare profondamente la storia di quei secoli e di quelli a venire. Il patriottismo italiano si inserì a pieno titolo nel fenomeno, attraverso itinerari individuali e/o collettivi di avventurieri rivoluzionari, esuli liberali e repubblicani volontari in armi che collegarono il nostro movimento risorgimentale al Nuovo Mondo, e viceversa. Le migrazioni ottocentesche poi internazionalizzarono problemi e questioni: insurrezioni militari, moti costituzionali e rivoluzioni regionali fecero circolare nello spazio euro-americano esuli liberali, rifugiati di guerra, profughi religiosi, reduci (cfr. A. Bonvini, Avventurieri, esuli e volontari. Storie atlantiche del Risorgimento).

Nei primi decenni dell’Ottocento furono i reduci bonapartisti, ex ufficiali o soldati delle armate napoleoniche, a far parte di questi gruppi e movimenti spostatisi nel Nuovo Mondo non solo per motivi ideali, ma anche, a volte, per spirito di avventura e per continuare le vicende personali del «mestiere delle armi». A queste schiere appartenne un lughese, Agostino Codazzi, oggi onorato come eroe nazionale in tre diversi stati sudamericani: Colombia, Venezuela ed Ecuador.

Agostino Codazzi

Ritratti di Agostino Codazzi

Era nato a Lugo di Romagna il 12 luglio del 1793 e a soli diciassette anni, nel 1810, si era arruolato nell’esercito del Regno italico napoleonico, in cui aveva avuto modo di apprendere e approfondire conoscenze di calcolo, disegno, sistemi di misurazione e rilevamento, preludio alle competenze in cartografia. Sotto le bandiere di Napoleone aveva combattuto in Germania e alla caduta dell’imperatore, non rassegnato a tornare a una vita civile e stanziale nella terra natia, aveva intrapreso tra 1816 e 1817 in compagnia di un amico, il reggiano Costante Ferrari, anche lui veterano della Grande Armée, un lungo viaggio in Europa che li aveva portati ad Amsterdam, dal cui porto si erano entrambi imbarcati per gli Stati Uniti, giungendo a Baltimora. Il loro scopo era quello, come scrisse lo stesso Ferrari, di trovare «servizio in qualche parte d’America» in una guerra per l’indipendenza, in cui continuare a seguire i propri ideali e a cimentarsi nella vocazione militare (C. Ferrari, Memorie postume).

A Baltimora i due vennero in contatto con un «agente napoleonico» per il Venezuela, che li arruolò e li fornì di lettere d’ingaggio. Con quelle ripresero il mare costeggiando le coste atlantiche degli Stati Uniti per raggiungere Galveston, nel Golfo del Messico, dove incontrarono il corsaro Louis Michel Aury, comandante della piazza che, poche settimane prima, era servita a Xavier Mina per iniziare la sua spedizione per l’indipendenza messicana. Alla morte di Mina, nel novembre del 1817, navigarono fino alle isole di Santa Catalina e Providencia.

Forte

Il forte di Louis Michel Aury a Providencia

Da qui partirono missioni, sotto le bandiere di Simon Bolivar, che li videro protagonisti nel territorio centro-americano e nei porti di quella che allora era la Nuova Granada, nella zona nord-occidentale del Sudamerica. Sempre con Aury, i nostri due corregionali furono prima a Buenos Aires per offrire i propri servizi alla province Unite del Rio de la Plata, poi di nuovo nelle Antille, dove parteciparono a un progetto di invasione dell’istmo di Panama, che era ancora in mani spagnole. Trasferitosi in Gran Colombia e aggregato alle forze di Bolivar, Codazzi partecipò ai decisivi assedi di Cartagena de Indias, Tolù e Trujillo fin quando, alla morte di Aury, tornò in patria, nella natia Romagna, dove gestì per qualche anno una tenuta agricola nella zona di Massalombarda che aveva acquistato insieme a Ferrari.

Agostino Codazzi

Monumento a Codazzi a Colonia Tovar

Dopo qualche anno, però, decise di ritornare in America latina. In Colombia fu nominato colonnello e gli venne affidata la riorganizzazione militare del territorio e, nel 1829, fu incaricato della misurazione topografica e della compilazione della carta geografica dello Stato di Zulia, nella Repubblica del Venezuela. Nel 1834 sposò Araceli Fernandez de la Hoz, che gli diede ben otto figli; nello stesso anno procedette all’esplorazione del corso del fiume Orinoco. Ricevette poi l’incarico di effettuare le misure topografiche della zona di Maracaibo, e in seguito di tracciare le linee di confine tra il neonato stato del Venezuela, la Colombia e l’Ecuador.

Entrò successivamente nello Stato Maggiore dell’esercito venezuelano per compilare un repertorio statistico e un atlante di tutte le province dello stato. Nel 1847, scoppiata in Venezuela una guerra civile, si rifugiò con la famiglia a Santa Fé di Bogotá, in Colombia, dove fu nominato ispettore del collegio militare cittadino con il grado di luogotenente colonnello. Qui venne poi incaricato di realizzare un lavoro geografico-statistico simile a quello fatto in Venezuela, impresa a cui si dedicò dal 1850 al 1854, quando, essendo scoppiata anche in questo paese una guerra civile, venne nominato capo di Stato Maggiore.

Agostino Codazzi

Agostino Codazzi

Un’opera di Codazzi; francobollo del Venezuela che commemora Codazzi

Alla fine della guerra ritornò ai suoi lavori scientifici e nel 1858 presentò al governo le mappe corografiche di tutte le province della Nuova Granada. Alla sua morte, avvenuta a Espiritu Santu il 7 febbraio del 1859, per malaria, per intervento del governo venezuelano le sue spoglie furono trasferite nel Pantheon di Caracas, dove attualmente riposano assieme a quelle di Simón Bolivar.

Pantheon Caracas

Il Pantheon di Caracas in cui è sepolto Codazzi

È assai difficile, in realtà, provare a riassumere la vita e le opere di Agostino Codazzi, dense di vicende e di implicazioni straordinarie, nelle poche righe di cui qui disponiamo; fu soldato, viaggiatore, combattente, esploratore, geografo, cartografo, e per dipingere un quadro più preciso e completo di questo importante e interessante personaggio è necessario rimandare alla bibliografia essenziale che sotto proponiamo.

Agostino Codazzi

Agostino Codazzi

Il Collegio Agustin Codazzi a Caracas; una rievocazione commemorativa di Codazzi in Colombia

PER APPROFONDIRE

C. Ferrari, Memorie postume, Tip. Di F. Cappelli, Rocca San Casciano 1855.

A. Codazzi, Le memorie, a cura di M. Longhena, IEI, Milano 1960.

F. Zucca, Agostino Codazzi. Cartografo-geografo ed esploratore (1793-1859), La Nuova Italia, Firenze 1989.

Le opere e i giorni di Agostino Codazzi, 1793-1859, Catalogo della mostra, a cura di G. Antei, Comune di Lugo, Lugo di Romagna 1993.

J.J. Perez Rancel, Agostino Codazzi. Italia y la construcción del Nuevo Mundo, Petroglifo, Caracas 2002.

Agostino Codazzi 1793-1859. La misura dell’Eldorado: vita e imprese di un geografo italiano nell’America tropicale, Bandecchi & Vivaldi, Pontedera 2003.

G. Antei, L’orizzonte in fuga. Viaggi e vicende di Agostino Codazzi da Lugo, Olschki, Firenze 2012.

A. Bonvini, Avventurieri, esuli e volontari. Storie atlantiche del Risorgimento, Tesi di Dottorato, Università degli Studi di Salerno, a.a. 2017-2018.

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