Frutticultura e crisi da gelo. Al Macfrut Coldiretti Ravenna ha consegnato al Ministro Patuanelli l’appello sottoscritto da Parlamentari, Op e coop

Le calamità che negli ultimi anni hanno colpito il comparto ortofrutticolo ravennate e romagnolo rischiano di cancellare per sempre le coltivazioni tipiche del territorio e con esse migliaia di aziende agricole, aprendo di fatto una crisi economica ed occupazionale senza precedenti. In ballo c’è il futuro di un settore che a livello regionale vale 1 miliardo e 100 milioni di euro, l’11% del valore nazionale (il 26% dell’agricoltura regionale) e interessa una superficie totale di 120mila ettari, con 22mila aziende coinvolte.

Per salvare questo patrimonio di filiera duramente compromesso prima dalla cimice asiatica poi da un biennio caratterizzato da pesantissime gelate primaverili e oggi purtroppo concretamente a rischio estinzione, Coldiretti Ravenna si è fatta promotrice sul territorio di un ‘patto per la frutticoltura’ sottoscritto nei giorni scorsi dai Parlamentari ravennati, ma anche dalle principali Op e coop di settore, da Agrintesa a Apo Conerpo, da Caviro a Granfrutta Zani, nonché dalle istituzioni e banche locali.

Il ‘patto’, un vero e proprio appello indirizzato all’Esecutivo Draghi e all’intero Parlamento, è stato consegnato in chiusura del Macfrut di Rimini, principale appuntamento fieristico internazionale di settore, dai Presidenti di Coldiretti Emilia-Romagna e Coldiretti Ravenna, rispettivamente Nicola Bertinelli e Nicola Dalmonte, nelle mani del Ministro all’Agricoltura Stefano Patuanelli, presente al convegno “Ortofrutta: dall’emergenza alla ripartenza” organizzato dall’associazione agricola.

Nel documento operativo si sottolineano alcune azioni indispensabili per sostenere le imprese danneggiate dagli effetti dei cambiamenti climatici e dalle fitopatie:

“Le calamità, da quelle atmosferiche alla cimice asiatica – ha detto il Ministro Patuanelli – sono ormai eventi ricorrenti. Dobbiamo passare da interventi ex post a un sostegno al reddito delle imprese, rivedendo la legge 102 sul fondo di solidarietà nazionale che al momento è inadeguato e va compiuto un salto di qualità sul fronte assicurativo”.