Regione Emilia Romagna, fondi europei: in commissione Economia i programmi per l’utilizzo di 2 miliardi

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La programmazione dei fondi europei in Emilia-Romagna per il periodo 2021-2027 è stata presentata dal sottosegretario alla presidenza della Giunta, Davide Baruffi, in commissione Politiche economiche, presieduta da Manuela Rontini. Ora è attesa la delibera della Giunta e, successivamente, ci sarà il passaggio in Assemblea legislativa.

La struttura dei programmi operativi regionali Fesr e Fes+, ha spiegato Baruffi, può contare su risorse per 2 miliardi 48 milioni e 429mila euro. “La Giunta- ha affermato il sottosegretario- ha deciso di ripartire le risorse in parti uguali sul Fesr e sul Fes”. Fre le principali scelte di fondo, per quanto riguarda il Fesr, si segnalano: rilancio della competitività del sistema produttivo per favorire l’occupazione e trasformazione innovativa del sistema di produzione regionale attraverso la transizione ecologica e digitale; protagonismo dei territori per arrivare a una maggiore sostenibilità, in particolare per le aree urbane, anche se sono previsti interventi importanti per le aree interne e montane, come chiesto dall’Assemblea legislativa,e a cui è stato destinato il 10% delle risorse; contrasto alle diseguaglianze di genere e generazionali, per arrivare a una pieno protagonismo delle donne.

I programmi operativi regionali (Por) sono gli strumenti attraverso i quali possono essere finanziate iniziative e progetti di sviluppo sul territorio regionale. I Por vengono co-finanziati attraverso i Fondi strutturali dell’Unione Europea (tra cui il Fesr, per infrastrutture e investimenti produttivi, e il Fes, per l’occupazione). L’utilizzo dei fondi dipende da alcuni obblighi di concentrazione posti dalla Ue per l’uso dei fondi: Europa intelligente e più verde, Europa più vicina ai cittadini.

Altre scelte, ha elencato Baruffi, hanno visto dedicare quasi l’88% alle priorità di ricerca e innovazione, seguite da competitività e la sostenibilità, decarbonizzazione, resilienza, mobilità e qualità dell’aria. Risorse anche per l’attrattività e lo sviluppo territoriale (120 milioni) e l’assistenza tecnica.

Ci sarà attenzione alle strategie territoriali, che sono divise per aree urbane e interne. Oltre alle aree urbane, le risorse sono destinate anche alle unioni di comuni, con almeno 50mila abitanti (75 milioni) e alle aree interne (45milioni) per promozione sociale, ambientale, economica, cultura, patrimonio naturale, turismo sostenibile e sicurezza in tutto l’Appennino, ha sottolineato Baruffi.

Il capogruppo di Rete Civica, Marco Mastacchi, ha evidenziato come “gli investimenti rappresentino una novità importante sia per quanto riguarda gli ambiti di destinazione, ad esempio la prevenzione e il contrasto del dissesto idrogeologico e lo sviluppo delle aree interne e dell’Appennino”.

La presidente Rontini ha definito i 2 miliardi “risorse strategiche per l’Emilia-Romagna. Adesso serve intensificare il dialogo con il tavolo del Patto per il lavoro e il clima e con l’Assemblea in vista dell’approvazione dei programmi operativi”.

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