Bancarotta società editrice La Voce, al processo emergono nuovi imputati: tra loro anche l’ex direttore del quotidiano

Mercoledì 3 novembre mattina, al Tribunale di Rimini, è proseguito il processo che vede imputato l’ex editore Gianni Celli. Le accuse per l’uomo sono di bancarotta fraudolenta e malversazione ai danni dello Stato.

Forlì today informa che i giudici non hanno accolto la costituzione a parte civile dei creditori della Editrice La Voce, la società riconducibile a Celli (che editava il quotidiano La Voce di Romagna) tra cui i giornalisti e i fotografi della testata.

E’ stata invece accolta la costituzione (sempre a parte civile) dei sindacati. Forlì today chiarisce che, secondo le accuse “Celli avrebbe distratto dalle casse della società poi fallita 3,4 milioni di euro, mentre sono 2,7 milioni i contributi pubblici all’editoria percepiti dalla testata e che sarebbero stati dirottati ad altre società a lui riconducibili”.

Con accuse a vario titolo di intestazione fittizia di beni, sul banco degli imputati, ci sono anche l’ex direttore del quotidiano, un giornalista forlivese e il nipote di Celli. Forlì today precisa che “secondo le ricostruzioni degli inquirenti, sarebbero gli intestatari (tramite società schermo) di immobili delle società facenti capo a Celli, distratti dai fallimenti successivi in un complesso gioco di scatole cinesi. In particolare si tratta di uffici a Rimini per un totale di 23 vani”.