Pd forlivese insorge: “La candidatura di Berlusconi al quirinale è irricevibile”

Sabato 14 gennaio la Direzione Nazionale del Partito Democratico e i gruppi Parlamentari hanno approvato all’unanimità la relazione del Segretario Enrico Letta e gli hanno dato mandato, unitamente alle Presidenti dei Gruppi parlamentari di Camera e Senato, di seguire le trattative per l’elezione del Presidente della Repubblica.

“Il PD ritiene che sia necessario individuare una figura di alto profilo istituzionale “- recita il dispositivo approvato – “che rappresenti indiscutibilmente i valori dell’unità della Nazione, e quindi non di parte. A tal fine occorre giungere rapidamente a una scelta condivisa dall’arco di forze parlamentari più ampio possibile, a partire da quelle dell’attuale maggioranza.”

“Bene ha fatto il segretario Letta” – dichiarano Daniele Valbonesi e Maria Teresa Vaccari, segretari del PD territoriale forlivese e dell’Unione Comunale di Forlì – “a ribadire che il centrodestra non ha nessun diritto di prelazione sulla figura del Presidente della Repubblica.”

“L’irrituale autocandidatura di Silvio Berlusconi,” – sottolineano i segretari dem – “accompagnata dalla sceneggiata dei partiti della coalizione di centrodestra di chiedere di ‘sciogliere la riserva’ e dalla spudorata ‘operazione scoiattolo’ con la caccia agli elettori da parte del Senatore Sgarbi, è irricevibile”.

“Negli ultimi anni l’Italia” – ricordano Valbonesi e Vaccari – “grazie a figure di alto spessore politico, morale e istituzionale, come Draghi, Mattarella, il compianto David Sassoli, ha saputo riconquistare credibilità, autorevolezza e affidabilità a livello internazionale. Questi sono gli esempi da seguire nella scelta di una figura di tutela della Costituzione e di garanzia dei principi democratici”.

“La candidatura di Berlusconi” – concludono i segretari del PD forlivese – “è inadeguata e inaccettabile, non solo per motivi di equilibri parlamentari, ma soprattutto per quello che ha rappresentato in negativo negli ultimi 30 anni nella cultura e nell’etica del nostro Paese, per le sue vicende giudiziarie, per la commistione tra rapporti personali e istituzionali, per i conflitti di interesse e le leggi ad personam”.