Distretto di Forlì “perde” 47 medici di base in 10 anni. Pompignoli (Lega): “Ridefinire sanità di prossimità”

Nel 2012 i medici di base in servizio nel distretto di Forlì erano 156. Oggi sono 109, 47 in meno rispetto a dieci anni fa. I numeri, richiesti dal consigliere regionale Massimiliano Pompignoli alla Direzione Sanitaria dell’Emilia-Romagna, riflettono la profonda crisi della medicina generale nell’intero distretto, con particolare riferimento ai Comuni più piccoli e alle frazioni della città capoluogo.

Massimiliano Pompignoli  dichiara: “La situazione della medicina generale nel nostro territorio è drammatica. In dieci anni nel solo Comune di Forlì abbiamo perso 43 medici di base, in media più di quattro all’anno, con un indice demografico pressoché stabile e una popolazione residente di circa 116 mila abitanti. Questo significa che per lo stesso numero di cittadini oggi ci sono molti medici in meno, a discapito soprattutto delle persone più fragili e degli anziani che, com’è noto, sono proprio coloro che ne hanno più bisogno. Entrando nel dettaglio, quella di Forlì risulta la situazione peggiore di tutte. Nel 2012 in città c’erano 109 professionisti di medicina generale. Oggi ce ne sono 66. Anche negli altri Comuni appartenenti al distretto, nell’arco di dieci anni, si è registrata una lieve flessione dei medici di base, ma non così netta come a Forlì. A Castrocaro Terme, ad esempio, nel 2012 erano 5 mentre oggi sono 4, a Santa Sofia erano 3 mentre oggi sono 2, a Modigliana si è passati da 5 a 3 medici di base, a Predappio da 5 a 4, a Rocca da 3 a 2. Bertinoro nel 2012 contava 8 medici di base a fronte dei 5 attuali. Chiaramente anche per questi Comuni, soprattutto per quelli più piccoli e situati in zone montane, la rimodulazione al ribasso dell’assistenza sanitaria territoriale rappresenta una pericolosa minaccia. In queste zone, il mantenimento dei servizi di prima necessità è fondamentale per evitare drastici fenomeni di spopolamento. I medici di base, infatti, sono dei veri e propri punti di riferimento per le comunità montane.”

“Anche Forlì, la carenza dei medici di famiglia sta cominciando a farsi sentire in maniera importante, soprattutto in alcune frazioni caratterizzate da un alto numero di persone anziane” – conclude Pompignoli – “questo significa che bisogna cominciare ad individuare strumenti concreti in grado di invertire la rotta e colmare le difficoltà esistenti, andando a ridefinire la sanità di prossimità. La politica e le istituzioni devono imparare a dialogare in maniera seria con gli ordini professionali e i sindacati anche su questo tema, incentivando le assunzioni e le borse di specializzazione previste dopo la Laurea per formarsi in medicina generale. Le risorse del PNRR possono rivelarsi determinanti per rivoluzionare in meglio la medicina territoriale e renderla più vicina ai nostri cittadini. Solo attraverso una scossa importante ai meccanismi premianti dei nostri professionisti della sanità sarà possibile intravedere un reale cambio di passo nella medicina generale.”