Le Rubriche di ForlìNotizie - La posta dei lettori

La “Cittadinanza”, un bel regalo per ogni bimbo appena entrato nel mondo

Più informazioni su

Jacopo è nato a Forlì (per il puro casuale caso che i suoi genitori erano di Carpinello), una quarantina di anni fa, con gli occhietti gonfi e chiusi come tutti gli esserini appena usciti dal ventre materno, urlante e bisognoso di tutto, dopo il taglio del cordone ombelicale, come tutti i neonati, e quel giorno medesimo, senza aspettare non diciamo cinque anni di scuola, ma neanche che si attaccasse alla prima poppata, è diventato cittadino italiano. Cittadinanza «regalata». A lui, come a tutti. Un bel regalo per ogni bimbo appena entrato nel mondo degli adulti che lo riconoscono nella sua singolare esistenza. Senza che gli facessero un esame di «lingua e cultura italiana», senza che nessuno chiedesse ai suoi genitori che cosa sapevano della Costituzione, o in quali delle tradizioni italiane esattamente si riconoscessero.

Poi Jacopo cresce, comincia a camminare, a parlare la lingua che parlano tutti, va a scuola, in discoteca, si diploma ragioniere, poi addirittura si laurea in Giurisprudenza, la scienza del Diritto e delle Leggi, e diventa l’onorevole Morrone. E da onorevole dice che le stesse sue circostanze di nascita e diritto di cittadinanza, per lui sono «naturali», per altri bambini nati come lui, no, non valgono. Sarebbe «una svendita», lui dice. Lui che ha studiato Legge dovrebbe spiegarci ben bene perché. Ma bene, per favore, in modo che possiamo capire perché ciò che ha reso lui cittadino italiano non vale per altri. Se no la sua, di cittadinanza, il suo proprio personale «naturale» diritto, più che un regalo sarebbe proprio una infelice svendita.

Roberta Abbondanza, presidente Associazione La parola – Cesena

Più informazioni su