Ambiente. Il nuovo Piano regionale per rifiuti e bonifiche approda in Giunta: ecco cosa prevede

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È stato presentato in Regione in commissione Territorio, ambiente e mobilità, l’avvio del percorso di approvazione del Piano regionale rifiuti e bonifiche. Il Piano, ha affermato l’assessora all’Ambiente, andrà oggi in Giunta. Il documento, molto corposo, introduce due novità: le bonifiche dei siti inquinati e il trattamento dei rifiuti da costruzione e demolizione. Fra gli altri punti, si delineano le percentuali di rifiuti urbani e speciali da trattare, la raccolta differenziata, la tariffazione puntuale, l’impiantistica, i finanziamenti previsti. Il Piano approderà poi in Assemblea per la discussione.

La titolare dell’Ambiente ha detto che il Piano, definito dopo un lungo iter, ha visto giungere 341 osservazioni da 51 proponenti.

“Il trattamento dei rifiuti da costruzione è inquadrato dalla Regione forse per la prima volta a livello nazionale: l’indirizzo entra nella pianificazione di cave da inerti e pone un vincolo stringente”. Per l’assessore, poi, “un obiettivo cardine e intoccabile” è il raggiungimento dell’80% di raccolta differenziata entro il 2025. Un punto su cui sono arrivate molte osservazioni: quelle delle associazioni chiedono di aumentare al 90% la raccolta, mentre per i Comuni sarà difficile raggiungere quella quota”.

“Così come sarà difficile arrivare – sempre per le amministrazioni locali – all’obiettivo previsto dalla scenario che indica in 120 kg pro capite la produzione di rifiuti urbani al 2027 – commenta l’assessora -. Oggi si producono 194 kg di rifiuti urbani pro capite. Le associazioni propongono 105 o addirittura 55 kg. Riciclaggio: l’obiettivo era il 70% dell’indice di riciclaggio, ma il metodo del calcolo è nuovo e la stima ora è al 59%, quando la Ue indica 55% al 2025, al 60% nel 2030 e al 65% nel 2025. L’indice regionale è superiore a quello europeo, che oltrepasseremo già al 2027”.

Produzione di rifiuti speciali. Il Piano indica la riduzione dal 17 al 13% degli scarti. La produzione, nello scenario di piano, è di un calo di 527mila tonnellate. “Ci sarà un monitoraggio e lo faremo entro il 2025”, è sempre l’assessora che commenta: “Produzione rifiuti urbani: la stima al 2027, vede una riduzione di 166mila tonnellate. Rispetto al 2019 cresce la produzione, perché l’economia avrà un rimbalzo”.

Discariche. La Regione non prevede più discariche. Nel 2020 esistevano a Novellara, Carpi, Gaggio Montano, Ravenna e Imola. Nel 2027, ce ne sarà solo una a Finale Emilia.

Impiantistica. Nel 2027 ci saranno solo due impianti meccanici: Parma e Carpi (Modena). Gli impianti al servizio dei termovalorizzatori, al 2027, saranno Piacenza, Parma, Modena, Granarolo, Ferrara, Forlì e Coriano. Alcune associazioni chiedono un pre trattamento, dopo la differenziata, prima dell’incenerimento, “ma è antieconomico, non serve per il recupero energetico della materia e non è coerente con Piano nazionale rifiuti” ha affermato l’assessora.

Metodologia rifiuti speciali: il fabbisogno per cui si autorizzano nuovi impianti per rifiuti speciali sarò relativo solo a quelli prodotti in regione. La stima al 2027 di urbani è di 624mila tonnellate, dalla differenziata 330mila tonnellate, non avviati al riciclo 10mila tonnellate. In totale un fabbisogno di 967mila tonnellate. I rifiuti speciali sono previsti in calo di 725mila tonnellate. I termovalorizzatori hanno una potenzialità di 1,2 milioni di tonnellate/anno. La stima del fabbisogno al 2027 è di 280mila tonnellate. I gestori chiedono nuovi impianti e la riattivazione di discariche esaurite perché, dicono, si rischia di avere una sola discarica al 2024. Le associazioni, invece, suggeriscono di chiudere un termovalorizzatore (Piacenza o Forlì) per arrivare a spegnerne 5 entro il 2027. “È impossibile spegnere 5 impianti, altrimenti dovremo realizzare più discariche, che sono molto più inquinanti” ha scandito l’assessora.

Sulla gestione del servizio ci sono osservazioni su raccolta, differenziata, vigilanza e sanzioni, “ma non spetta alla Regione decidere come fare la differenziata, noi indichiamo solo gli obiettivi”.

Tariffa puntuale. “E’ una scelta del Piano. Era previsto che i Comuni ci arrivassero nel 2020 (oggi sono solo 90, cioè il 27%). Ma la tariffa puntuale non azzera la produzione di rifiuti”. Fra le osservazioni, ci sono quelle che si è in ritardo e si dovrà realizzare entro il 2024 ma sarà difficile. Le principali criticità riguardano la montagna, con una bassa raccolta differenziata (obiettivo 67%). “Per la tariffazione puntuale –ha spiegato l’assessora– si chiede un modello unico regionale. Stiamo lavorando con Anci e Atersir a un nuovo regolamento regionale, una proposta apprezzata dai Comuni. Più la tariffa è omogenea, più l’istituzione gestisce il confronto con cittadini. Entro l’anno ci sarà il regolamento”.

Fondo d’ambito. Alcuni chiedono un sostegno con incentivi per l’introduzione della tariffa puntuale; altri chiedono di premiare i Comuni che vogliono migliorare le performance. “La riformulazione della legge 16 resta un obiettivo, lavoriamoci insieme” ha detto l’assessora in commissione.

Recupero della materia. “L’Emilia-Romagna è virtuosa” secondo l’assessora. Esiste una filiera con 1.358 impianti e il 75% per il recupero della materia. Fra gli stakeholder, c’è chi chiede il recupero di singole materie, il compostaggio su piccola scala di rifiuti urbani “e noi non siamo contrari. C’è stata poi richiesta per i rifiuti assorbenti per l’igiene. La Regione ha scelto di non inviarli ai termovalorizzatori, se i Comuni faranno la differenziata”.

Finanziamenti Pnrr, economia circolare: il totale è di 1,5 miliardi di euro ed è già stata chiusa la presentazione delle domande. Il 40% della cifra è destinata al Nord e in Emilia-Romagna sono attesi 380 milioni. Un’altra linea finanziamento è quella dei privati, per un totale di 600 milioni.

Rifiuti da costruzione e demolizione. Incidono sulla produzione totale per il 38% e solo il 3,23% sono pericolosi. La Regione, ha detto l’assessora, prosegue “l’operazione virtuosa con la legge 16 sull’economia circolare, con la massimizzazione del riciclo, la coerenza e l’elenco regionale dei prezzi. Non saranno più autorizzati nuovi impianti di escavazione se viene stimata l’esistenza di materiale inerte riciclato”.

Bonifica siti contaminati. È una novità. I siti bonificati saranno restituiti a usi legittimi, con la governance di diversi soggetti. I territori chiedono aiuto e accompagnamento: “Aggiorneremo l’anagrafe dei siti da bonificare (ne resta il 48%)”. Per i siti orfani, la Regione ha avuto 5,3 milioni per sei siti; mentre dal Pnrr sono attesi 27 milioni per 18 siti orfani. L’assessora ha concluso annunciando tre focus nelle commissioni per approfondire i diversi temi.

Per la Lega “è necessario conoscere le strategie in materia di economia circolare per raggiungere gli obiettivi ottimisticamente posti”. Oltre a denunciare una carenza nella programmazione, testimoniata dall’ancora basso numero di comuni che si sono dotati della tariffazione puntuale, viene richiesta l’introduzione di sistemi più avanzati ed efficaci di raccolta, l’esternalizzazione dei processi di controllo e la creazione di infrastrutture ad hoc “anche sul nostro territorio, perché attualmente la mole dei rifiuti che trasportiamo altrove è enorme”.

Evidente la soddisfazione espressa dal Movimento 5 Stelle perché “per la prima volta nel piano rifiuti vengono trattate anche le bonifiche”. Rimandando ai prossimi passaggi in Commissione e Aula per approfondire i vari temi, si esprimono preoccupazioni per la mancata chiusura nel 2025 dell’inceneritore di Forlì, così come “sono necessari ulteriori passaggi per approcciare il recupero delle acque reflue al fine di abbassare il livello di fosforo contenuto che è la causa principale dell’eutrofizzazione dell’ambiente marino”.

Secondo il Partito democratico, “c’è la volontà di fare un dibattito vero, prima in commissione poi in Aula. Serve discutere sulle osservazioni, accolte o respinte. Ma alcuni elementi restano positivi sia sul metodo sia sui contenuti. Uno è il pragmatismo con cui si è elaborato il Piano e il modo in cui lo si è attualizzato. I rifiuti non sono più un elemento da smaltire, ma materia da lavorare dopo il recupero. E questo sta già diventando realtà in alcuni territori. Sugli impianti, da Piacenza a Rimini sono tanti coloro che guardano con attenzione a questo Piano”.

Replicando, l’assessora all’Ambiente ha risposto che “le controdeduzioni dei consiglieri andranno in Giunta. Serve il coraggio di assumere un atteggiamento forte verso chi non raggiunge gli obiettivi. La tariffazione puntuale non è stata raggiunta solo per le gare già svolte, ma per scelta di quei territori che hanno una produzione importante e possono spalmare il costo della tariffa anche sulle imprese. I tre focus serviranno per capire perché non sono stati raggiunti gli obiettivi. In Italia c’è la produzione più alta di rifiuti perché le imprese sono assimilate. La Giunta ha scelto di accogliere un’osservazione di Confindustria: eliminare dai contributi i Comuni che non arrivano alla tariffa puntuale nel 2024. Vediamo se anche l’Assemblea legislativa sposerà questa scelta”. Fondamentale, infine, sarà il lavoro sui 49 milioni per l’economia circolare destinati alle filiere produttive.

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