Siccità. Coldiretti: L’Italia cattura solo l’11% dell’acqua che cade

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Chiesto dal presidente della Coldiretti Ettore Prandini nella lettera inviata al presidente del Consiglio Mario Draghi un forte intervento rispetto alla calamità che il nostro paese sta vivendo: “A fronte di una crisi idrica la cui severità si appresta a superare quanto mai registrato dagli inizi del secolo scorso, chiediamo che venga dichiarato al più presto lo stato di emergenza nei territori interessati, tenuto conto del grave pregiudizio degli interessi nazionali”
Accanto a misure immediate per garantire l’approvvigionamento alimentare della popolazione, per Prandini “appare evidente l’urgenza di avviare un grande piano nazionale per gli invasi che Coldiretti propone da tempo. Raccogliamo – denuncia il Presidente della Coldiretti – solo l’11% dell’acqua piovana e potremmo arrivare al 50% evitando così situazioni di crisi come quella che stiamo soffrendo anche quest’anno.

“Si tratta di emergenze sempre più ricorrenti, con un costo negli ultimi 10 anni che supera i 10 miliardi di euro e per questo – precisa il Presidente di Coldiretti Forlì-Cesena Massimiliano Bernabini – “l’Italia ha bisogno di nuovi invasi a servizio dei cittadini e delle attività economiche, come quella agricola che in presenza di acqua potrebbe moltiplicare la capacità produttiva”.

Grave il conto dei danni causati dalla siccità con la mancanza di precipitazioni che – evidenzia la Coldiretti – in Italia sono risultate in media addirittura dimezzate rispetto allo scorso anno ma con riduzioni percentuali ancora più alte nelle regioni del Nord. Siamo di fronte – continua Coldiretti – a una vera e propria emergenza nazionale per coltivazioni ed allevamenti travolti da una catastrofe climatica che si prefigura addirittura peggiore di quella del 2003 che ha decimato le produzioni agricole.

Sono gli effetti dei cambiamenti climatici in Italia dove l’eccezionalità degli eventi atmosferici – ricorda la Coldiretti – è ormai la norma. La tendenza al surriscaldamento è accompagnata da una più elevata frequenza di eventi estremi e sfasamenti stagionali che – continua la Coldiretti – sconvolgono i normali cicli colturali ed impattano sul calendario di raccolta e sulle disponibilità dei prodotti che i consumatori mettono nel carrello della spesa.

Una situazione drammatica spinta dal cambiamento climatico che inoltre favorisce il dilagare di incendi che diventano sempre più frequenti e intensi, con un aumento globale previsto, di quelli estremi fino al 14% entro il 2030 e del 50% entro la fine del secolo secondo l’Onu. Una situazione devastante con un 2021 che in Italia ha visto – spiega Coldiretti – ben 150mila ettari di territorio da nord a sud del Paese inceneriti da 659 tempeste di fuoco.

 

 

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