Vaiolo delle scimmie: in Romagna otto casi, nessuno grave. Dal 17 agosto ci si può vaccinare

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Finora in Romagna si sono registrati 8 casi di vaiolo delle scimmie. Nessuno grave, nel senso che non c’è stato bisogno di un ricovero in ospedale. È una malattia da monitorare, ma non è grave, cioè quando insorge raramente ha serie conseguenze: numeri e giudizio sono della dottoressa Raffaella Angelini, direttrice del Dipartimento di Sanità Pubblica dell’Ausl Romagna, che ha rilasciato interviste ai quotidiani Il Resto del Carlino e Corriere Romagna oggi in edicola. Nella comunità scientifica, tuttavia, qualche preoccupazione esiste, se è vero che il 23 luglio scorso l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) ha dichiarato che il vaiolo delle scimmie (monkeypox) è un’emergenza di salute pubblica internazionale.

Per questo anche in Romagna è cominciata la campagna vaccinale. Al Magazzino Unico di Pievesestina di Cesena sono arrivate le dosi di vaccino Jynneos (MVA-BN) contro il vaiolo delle scimmie, assegnate all’Ausl della Romagna. Si tratta di 140 dosi: 80 per i soggetti a rischio e 60 per gli operatori di laboratorio. Le categorie ad elevato rischio individuate in questa fase dal Ministero della Salute sono due: personale di laboratorio con possibile esposizione diretta al virus; uomini che hanno rapporti sessuali con uomini e che hanno avuto comportamenti sessuali a rischio, perché questo è l’ambito principale in cui si è notata la diffusione attuale della malattia. Tuttavia il rischio di contrarre l’infezione non è limitato alle persone sessualmente attive o a uomini che hanno rapporti sessuali con uomini: chiunque abbia un contatto stretto con una persona infetta è a rischio di contrarre la malattia.

In Ausl Romagna il vaccino sarà somministrato in una unica sede, presso l’Ambulatorio di Igiene Pubblica di Forlì, in via della Rocca 19, a partire da mercoledì 17 agosto.

La valutazione dell’eventuale eleggibilità alla vaccinazione in base al livello di rischio identificato sarà effettuata dagli specialisti dei reparti di Malattie Infettive aziendali che, nel pieno rispetto di tutte le normative in materia di protezione dei dati personali, provvederanno ad inviare l’elenco delle persone da vaccinare all’ambulatorio vaccinale di Forlì.

Per concordare un colloquio con gli specialisti dei reparti di Malattie infettive, i soggetti a rischio cui è raccomandata la profilassi possono contattare i seguenti numeri:

  • Ravenna Tel. 0544 285538 dalle ore 8.30 alle 13
  • Lugo Tel. 0545 214313 dalle 8.30 alle 13.00
  • Faenza Tel. 0546 601324 dalle ore 8.30 alle 13
  • Forlì Tel. 0543 735839, dalle ore 11.30 alle 13.30
  • Cesena Tel. 0547 352548 dalle ore 9 alle 12
  • Rimini tel. 0541 705366 dalle ore 8.30 alle 13

Una volta ricevuto l’elenco delle persone da vaccinare operatori sanitari dell’ambulatorio vaccinale provvederanno a contattare telefonicamente le persone segnalate per programmare l’accesso. La vaccinazione è prevista solo per gli utenti maggiorenni. Per le persone mai vaccinate contro il vaiolo è prevista la somministrazione di due dosi di vaccino, e tra la prima e la seconda deve intercorrere un intervallo di almeno 28 giorni; per le persone vaccinate in precedenza contro il vaiolo è sufficiente la somministrazione di una sola dose.

FAQ sul vaiolo delle scimmie sul sito del Ministero della Salute

Domande e risposte – FAQ – Vaiolo delle scimmie

Vaiolo delle scimmie: cos’è e quali sono i sintomi?

Queste le informazioni sul vaiolo delle scimmie che abbiamo raccolto sul sito di Humanitas Research Hospital, un ospedale ad alta specializzazione, centro di Ricerca e sede di insegnamento universitario e promuove la salute, la prevenzione e la diagnosi precoce (Rozzano – Milano).

Il vaiolo delle scimmie (monkeypox) è un’infezione virale che viene trasmessa dagli animali all’uomo ed è causata dal monkeypox virus appartenente alla famiglia Poxviridae (la stessa famiglia del vaiolo). È un’infezione nota da tempo e diffusa in alcune zone dell’Africa centrale e occidentale, ma il 23 luglio 2022 l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) ha dichiarato che il vaiolo delle scimmie (monkeypox) è un’emergenza di salute pubblica internazionale (PHEIC – Public Emergency of International Concern).

Il “vaiolo delle scimmie” è così chiamato perché l’infezione fu identificata per la prima volta nelle scimmie nel 1958, mentre il primo caso nell’uomo risale al 1970. Il vaiolo delle scimmie è endemico (ovvero stabilmente presente nella popolazione) nelle regioni della foresta pluviale tropicale dell’Africa centrale e occidentale.

Il primo focolaio al di fuori dell’Africa è stato registrato del 2003 negli Stati Uniti e si trattava di un focolaio legato a un’importazione di mammiferi infetti. Dal 2018 al 2021 sono stati segnalati al di fuori dell’Africa 12 casi di vaiolo delle scimmie associati a viaggi. Nel 2022, per la prima volta, sono stati segnalati negli Stati membri dell’Unione Europea e nel mondo (in paesi non endemici) molti focolai non riconducibili ai viaggi o all’importazione di mammiferi. Per questo motivo l’Organizzazione Mondiale della Sanità ha dichiarato il vaiolo delle scimmie un’emergenza di salute pubblica internazionale e sta collaborando con le autorità sanitarie dei diversi Paesi per prevenire un’ulteriore diffusione dell’infezione.

Nell’uomo il vaiolo delle scimmie si manifesta spesso con la combinazione dei seguenti sintomi:

  • febbre
  • mal di testa
  • brividi
  • stanchezza
  • astenia (debolezza generale)
  • linfonodi ingrossati
  • mal di schiena
  • dolori muscolari
  • in genere dopo uno-tre giorni dall’inizio della febbre, si manifesta un’eruzione cutanea: le lesioni cutanee evolvono in vescicole, pustole e croste.

Nell’epidemia attualmente in corso, i diversi Paesi dell’Unione Europea/Spazio Economico Europeo hanno riportato al Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie (ECDC) alcune differenze nella presentazione clinica di malattia rispetto a quanto presente in letteratura.

In particolare, sono stati segnalati sintomi prodromici sistemici più lievi, quali febbre, sonnolenza, mialgie e cefalea. L’eruzione cutanea che può precedere i sintomi generali (che sono solitamente prodromici) e che si presenta nel 95% dei pazienti, può manifestarsi con lesioni scarse e/o limitate alle aree genitali o peri-anali. A essere più frequentemente interessate sono le aree ano-genitali, il tronco, le braccia e le gambe, il viso, i palmi delle mani e le piante dei piedi. Nel 5% dei casi la manifestazione di esordio può essere rappresentata da lesioni a livello del cavo oro-faringeo.

In presenza di sintomi è bene isolarsi e consultare tempestivamente il proprio medico di medicina generale che fornirà le indicazioni opportune. La diagnosi di vaiolo delle scimmie è clinica e si avvale anche di esami di laboratorio, con test di amplificazione dell’acido nucleico (PCR, real time PCR), generici per orthopoxvirus (OPXV) e/o, specifici per monkeypox virus, eseguiti su DNA estratto dai campioni biologici.

Il contagio dall’animale all’uomo avviene tramite contatto fisico con animali infetti, inclusi roditori e primati.

La trasmissione dell’infezione da persona a persona si verifica tramite contatto stretto con qualcuno che ha un’eruzione cutanea da vaiolo delle scimmie, mediante il contatto faccia a faccia, pelle a pelle, bocca a bocca o bocca a pelle, compreso il contatto sessuale. La trasmissione può avvenire anche attraverso il contatto con oggetti contaminati (fomiti), come vestiti, asciugamani, lenzuola, dispositivi elettronici, superfici. Il virus può diffondersi anche durante la gravidanza dalla madre al feto o dopo il parto con il contatto pelle a pelle.

Non è ancora del tutto chiaro per quanto tempo le persone con vaiolo delle scimmie sono infette, ma in generale sono considerate tali a partire dalla comparsa dei sintomi prodromici e finché tutte le lesioni non si sono trasformate in croste e le croste non sono cadute lasciando posto a un nuovo strato di pelle sottostante. In assenza di sintomi prodromici, come spesso accade in questo focolaio, si può considerare come inizio il giorno precedente alla comparsa dell’eruzione cutanea.

Nell’attuale focolaio si registra una predominanza di casi tra uomini che hanno rapporti sessuali con uomini, che suggerisce – anche per via della natura delle lesioni presenti in alcuni casi – che la trasmissione sia avvenuta per via sessuale. Tuttavia il rischio di contrarre l’infezione non è limitato alle persone sessualmente attive o a uomini che hanno rapporti sessuali con uomini: chiunque abbia un contatto stretto con una persona infetta è a rischio.

L’uso del preservativo durante i rapporti sessuali rimane fondamentale per la prevenzione di malattie sessualmente trasmissibili, tuttavia non è sufficiente a prevenire il rischio di contrarre il monkeypox virus poiché il contagio – come abbiamo visto – può avvenire mediante ogni tipo di contatto stretto.

I sintomi del vaiolo delle scimmie tendono a risolversi spontaneamente in 2-4 settimane, senza bisogno di alcun trattamento. Se necessario, al paziente verranno consigliati antidolorifici e antipiretici. In alcuni casi, l’infezione può portare a complicazioni importanti, che richiedono ricovero ospedaliero, e può anche essere fatale. In particolare, neonati, bambini e persone con un sistema immunitario compromesso possono correre un maggior rischio.

In caso di infezione, il paziente infetto deve isolarsi rispetto a eventuali conviventi e utilizzare – laddove possibile – un bagno personale (oltre naturalmente a non condividere biancheria e oggetti). Il paziente deve evitare il contatto con qualsiasi animale domestico, in particolare mammiferi.

È bene indossare una mascherina chirurgica in caso di contatto con altre persone. In generale è importante mantenere un buon livello di idratazione, mangiare in maniera sana e regolare e stare a riposo. È bene inoltre che i pazienti non si grattino la pelle e si preoccupino di avere sempre le mani pulite, prima e dopo aver toccato le lesioni.

Il vaccino contro il vaiolo può fornire una protezione incrociata per il virus del vaiolo delle scimmie. La vaccinazione dell’intera popolazione in questo momento non è richiesta né raccomandata.

Il Ministero della salute nella circolare del 5 agosto 2022 fornisce le indicazioni per la vaccinazione: alla luce dello scenario attuale e della limitata disponibilità di dosi di vaccino, la profilassi pre-esposizione (PrEP) viene offerta inizialmente alle categorie ritenute ad alto rischio:

  • personale di laboratorio con possibile esposizione diretta a orthopoxvirus;
  • persone gay, transgender, bisessuali e altri uomini che hanno rapporti sessuali con uomini (MSM) con specifici criteri di rischio riportati nella circolare.

Il vaccino attualmente disponibile è MVA-BN (Modified Vaccinia Ankara, prodotto dalla Bavarian Nordic) ed è distribuito in Europa con il nome commerciale IMVANEX (mentre negli Stati Uniti viene commercializzato con il nome JYNNEOS e in Canada con il nome commerciale IMVAMUNE).

Il vaccino è indicato per la prevenzione del vaiolo e del vaiolo delle scimmie nelle persone a partire dai 18 anni di età ad alto rischio di infezione. La vaccinazione primaria (dunque in chi non è stato vaccinato in precedenza contro il virus del vaiolo o con MVA-BN) prevede due dosi a distanza di almeno quattro settimane (28 giorni) l’una dall’altra. La vaccinazione di richiamo è invece di una sola dose per coloro che abbiano ricevuto in passato almeno una dose di vaccino antivaiolo o di MVA-BN o che abbiano concluso il ciclo vaccinale di due dosi di MVA-BN da oltre due anni.

L’isolamento dei casi confermati è una misura fondamentale per il contenimento dell’infezione. I contatti stretti devono:

  • monitorare l’eventuale sviluppo dei sintomi per 21 giorni dopo l’ultima esposizione, controllando la temperatura due volte al giorno e prestando attenzione all’insorgenza di sintomi riconducibili al vaiolo delle scimmie (mal di testa, mal di schiena, linfoadenopatia) o di eruzione cutanea le cui cause sono sconosciute;
  • astenersi dall’attività sessuale per 21 giorni dopo l’ultima esposizione o finché non si esclude il contagio;
  • evitare contatti con bambini sotto i 12 anni, donne in gravidanza e persone immunocompromesse (e in generale limitare i contatti) fino a quando il rischio di aver contratto l’infezione non viene escluso;
  • evitare il contatto stretto diretto con animali, inclusi gli animali domestici, per 21 giorni dopo l’ultima esposizione;
  • praticare un’attenta igiene delle mani e respiratoria;
  • evitare di donare sangue, cellule, tessuti, organi, latte materno o sperma mentre sono in regime di sorveglianza.

In caso insorgano sintomi è necessario isolarsi e informare immediatamente il proprio medico di medicina generale.

I contatti stretti asintomatici che controllano in maniera adeguata il proprio stato di salute possono proseguire le proprie attività quotidiane; salvo specifiche indicazioni delle autorità sanitarie locali infatti non è previsto un regime di quarantena.

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