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Terza domenica di settembre “l’ennesimo scippo” contro di noi cacciatori

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Non ci sono parole per esprimere il malumore il disappunto e la profonda delusione nei confronti della Regione che neanche quest’anno è riuscita a difendere un proprio atto, il calendario venatorio regionale. E’ mancato quel coraggio politico promesso e non mantenuto. Nell’ultimo anno abbiamo ascoltato solo slogan e frasi comuni pronunciati a seconda della platea presente.  Ricordo le riunioni avvenute a gennaio 2023, dopo che ci chiusero la caccia anticipatamente di un mese, dove tutte le forze di governo assicuravano più solidità a vantaggio dei cacciatori e invece assistiamo all’esatto contrario. Purtroppo continuiamo ad essere una opportunità valorizzabile solo in campagna elettorale.

Dopo la sentenza negativa del Tar che ha rimandato la discussione di merito a marzo 2024 (a stagione venatoria chiusa) abbiamo immediatamente insistito perché la Regione ripresentasse un nuovo calendario venatorio, come avvenuto in passato in altre Regioni, integrato da dati tecnici scientifici rafforzativi che abbiamo prontamente trasmesso, però nonostante la continua insistenza le Istituzioni hanno preferito fare altro.

Probabilmente sempre per  gli equilibri politici di maggioranza è stato prodotto un adeguamento che ha cancellato ogni speranza e non ha nemmeno preso in considerazione quanto da noi e altri trasmesso. Faranno appello al Consiglio di Stato e contemporaneamente si aprirà il confronto acceso per tutta la seconda parte dell’attuale calendario venatorio.

Contemporaneamente però abbiamo anche chi cerca e pubblica posizioni di vantaggio su altri per il gioco della leadership, dimenticando che la tanto acclamata e ricercata unitarietà non deve essere solo un foglio al vento, perché così facendo si rischia veramente di servire su un piatto d’argento degli strumenti in più ai nostri avversari.

Ribadiamo inoltre che non siamo operatori di scambio interpellati solo al bisogno nei piani di controllo, uniche attività difese e incentivate da questa Regione salvo quello per la specie volpe.  Le attività di controllo non possono sopperire alle continue limitazioni imposte annualmente sulla caccia. La nostra Regione deve essere più responsabile e attenta alle nostre necessità perché a differenza dei nostri avversari siamo anche partecipanti attivi, versiamo annualmente e anticipatamente delle tasse e delle quote gestionali per un calendario venatorio che poi in corso d’opera  ci viene decimato, per cui sarà nostra premura chiedere quanto a noi sottratto.

Inoltre invitiamo le associazioni agricole a prendere posizione, ad oggi chi provvede per la maggior parte ai danni all’agricoltura, a seconda degli istituti, siamo noi cacciatori per cui gradiremo essere considerati di più. Le attuali dinamiche non ci promettono un futuro rassicurante, per tanto come già precedentemente sollevato al governo nazionale e regionale chiediamo più rispetto per una categoria sana legata alle tradizioni e sempre attenta alle necessità ambientali e collettive.

ANLC Emilia-Romagna

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