Il PCI Forlì replica a Tassinari (FI) e Cenesi (FdI) e sul lavoro dice: basterebbe applicare la Costituzione

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“Secondo la deputata rocchiggiana e berlusconiana, forse meglio berlusconista, Tassinari, è utile proporre una mezza giornata di riposo ai lavoratori in particolare del commercio. Secondo il candidato al Consiglio comunale Cenesi, camerata della Meloni , bisognerebbe intitolare a Ramelli, fascista ucciso 49 anni fa a Roma, vie, piazze, scuole, e chissà quali altri luoghi la sua fantasia evidentemente distorta, riuscirebbe a proporre. All’onorevole Tassinari replichiamo ricordando che le sue “proposte” sono piuttosto datate e comunque, visto che conosce male la Costituzione, se la leggesse, studiasse. È invito probabilmente inutile, troverebbe nell’Articolo 36 la risposta, scritta quasi 80 anni fa. Glielo ricordiamo noi comunisti: ‘Il lavoratore ha diritto ad una retribuzione proporzionata alla quantità e qualità del suo lavoro e in ogni caso sufficiente ad assicurare a sé e alla famiglia un’esistenza libera e dignitosa. La durata massima della giornata lavorativa è stabilita dalla legge. Il lavoratore ha diritto al riposo settimanale e a ferie annuali retribuite, e non può rinunziarvi.” Così in una nota il Partito Comunista Italiano che annuncia la sua presenza alla competizione elettorale forlivese con il candidato sindaco Vito Botticella.

“Nella celebrazione di domani del 1° maggio che vedrà il PCI in Piazza Saffi ad offrire garofani e a metterci a disposizione di chi vorrà confrontarsi al nostro banchetto, il PCI sottolinea la triste attualità che portarono i padri Costituenti a dover concentrare sul lavoro l’intero impianto antifascista della Costituzione. Il numero incivile ed impressionante di morti sul lavoro che dobbiamo ancora registrare e piangere in attesa di Leggi veramente deterrenti, come l’istituzione dell’omicidio su lavoro, che chiediamo da anni. Il livello infimo ed indecente dei salari oggi pagati in ogni settore ai lavoratori ed alle lavoratrici. Il dover registrare ancora l’ignobile differenza di trattamento professionale fra uomo e donna. L’infame sistema fiscale italiano premiante per i pregiudicati alla Berlusconi e punitivo ed iniquo nei confronti dei più deboli…” conclude la nota del PCI.

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