Sindacati totalmente insoddisfatti dell’incontro in Provincia sulla vertenza Crai. L’azienda non era presente

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Oggi si è tenuto l’incontro in Provincia, alla presenza del comune di Forlì e dell’Agenzia per il Lavoro Emilia Romagna. Crai si è fatta rappresentare dalla sola associazione di categoria, e, secondo i sindacati Cgil, Cisl e Uil “continua a trincerarsi dietro una presunta, ma non veritiera, salvaguardia dell’occupazione tramite la cessione del ramo d’azienda, volendo in realtà ignorare le proprie lavoratrici e lavoratori che si trovano invece ad affrontare uno scenario incerto, sia per quanto concerne l’esubero di personale già conclamato da Mood Maison, sia per l’assenza di un chiaro piano industriale di quest’ultima.”

“Le istituzioni hanno compreso le ragioni della nostra lotta e la gravissima situazione nella quale versano lavoratrici e lavoratori; per questi motivi la Provincia ha chiuso questo incontro pretendendo di organizzarne uno successivo a stretto giro, ma alla presenza di tutti gli attori al tavolo, CRAI compresa! – continua la nota sindacale – Nel frattempo, dal 1° maggio le lavoratrici e lavoratori passeranno alle dipendenze della cessionaria alle stesse condizioni contrattuali, venendo collocati in tempi celeri in Cassa Integrazione Straordinaria, tenuto conto anche della necessità dell’azienda subentrante di ristrutturare materialmente il punto vendita.”

Filcams Cgil , Fisascat Cisl e Uiltucs Uil hanno ribadito che “siamo di fronte a licenziamenti collettivi mascherati con una chiara elusione delle norme e continueremmo con la vertenza, anche legalmente se necessario, per tutelare le lavoratrici e i lavoratori coinvolti e la loro dignità. Temiamo che questo possa essere solo il primo di una serie di chiusure dovute alle incontrollate aperture commerciali nella zona. È importante pertanto ricondurre a ragione scenari di questo tipo, in quanto si corre il rischio di aprire fronti che potrebbero consentire alle aziende facili vie per liberarsi del proprio personale, in particolar modo se si tratta di persone fragili e/o con età anagrafiche che non consentono un facile ricollocamento nel mondo del lavoro, creando un evidente problema di tipo sociale.”

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