Riccardo Helg (PD) insiste: la soluzione San Domenico per la Collezione Verzocchi è frettolosa, l’operazione caotica, le idee raffazzonate

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Non si attenua a Forlì la polemica sulla Collezione Verzocchi. Ieri il candidato sindaco del centrosinistra Graziano Rinaldini in merito alla chiusura temporanea di Palazzo Romagnoli dove, dalla giornata di lunedì, sono iniziati i lavori di riallestimento e trasferimento delle opere, aveva detto che si tratta di “una scelta irragionevole da parte di chi amministra il patrimonio culturale e si sta muovendo in modo spregiudicato, come se il mandato conferito dagli elettori trasferisse a chi governa la proprietà dei beni appartenenti a tutta la città. Una scelta che non solo ignora ma è in netto contrasto con le istanze espresse democraticamente dai cittadini che con una petizione che ha raccolto oltre mille firme si sono espressi contro il trasferimento della Collezione Verzocchi a Palazzo Albertini. Non è accettabile che si prosegua senza confronto su progetti che alterano e impediscono la fruibilità del patrimonio pubblico”.

Il Comune di Forlì aveva poi fatto uscire una nota per precisare che “al fine di riorganizzare i servizi bibliotecari presso Palazzo Romagnoli per permettere il recupero di Palazzo del Merenda, legato alle tempistiche del PNRR, le tre donazioni Raniero Paulucci di Calboli, con la Collezione Wildt, Arturo e Ada Righini, con la Collezione Morandi e la collezione Giuseppe Verzocchi, si trasferiranno temporaneamente da Palazzo Romagnoli alla  sede del Museo Civico di San Domenico, dove è già esposta la donazione Giuseppe Pedriali, andando a costituire, secondo criteri di omogeneità di contenuti, una nuova importante ed inedita sezione dedicata ai “I Grandi Donatori” aggiungendo comunque che “la riapertura della nuova sezione è prevista nei prossimi mesi”.

Per alcune opere di Palazzo Romagnoli, invece, “un’ampia selezione sarà lasciata in situ e riallestita secondo il progetto scientifico “Un Museo in Biblioteca”. L’allestimento sarà  arricchito da nuove opere provenienti dai depositi e permetterà inediti percorsi di lettura valorizzando anche artisti romagnoli attualmente non esposti. L’esposizione sarà sempre fruibile negli orari di apertura della biblioteca”.

La precisazione del Comune di Forlì è giudicata “frettolosa” da parte di Riccardo Helg candidato indipendente nella lista del Partito Democratico che aggiunge: “l’intervento di Graziano Rinaldini sulla chiusura di Palazzo Romagnoli ha centrato i punti deboli della caotica operazione in corso.”

“Dopo reiterate richieste di trasparenza sul futuro del patrimonio museale da parte di numerosi cittadini, fra cui i mille sottoscrittori della petizione, e delle associazioni di tutela, tutte cadute nel vuoto, l’Amministrazione ora cerca di correre ai ripari ostentando sicurezza.dichiara Helg – Se davvero questa prospettiva era già prevista e addirittura approvata dagli organi competenti, è legittimo chiedersi perché non sia stata comunicata da subito, unitamente alla notizia della chiusura del museo, invece che continuare a confondere la cittadinanza con l’ambiguità di termini. La mancanza di informazioni precise su tempistiche e modalità spinge a rilanciare la richiesta di chiarezza sul destino delle opere, anche quelle di Palazzo del Merenda, costrette a peregrinare da una sede all’altra per far fronte all’incapacità organizzativa degli amministratori. Facciano questo sforzo, mostrino, come di dovere, alla città i progetti e le autorizzazioni, chiariscano in quali tempi avverrà il trasferimento, come l’ala dei “grandi donatori” si inserirà negli attuali percorsi, ci spieghino quanto durerà questa sistemazione e quali saranno i costi che si aggiungeranno al già salatissimo conto che i cittadini dovranno pagare per la mancanza di una pianificazione accurata.”

Per l’esponente dem “il punto nodale è proprio questo. Zattini e i suoi in questi cinque anni avrebbero avuto tutto il tempo per trovare soluzioni sostenibili e adeguate per le necessarie operazioni di trasferimento da Palazzo del Merenda, ma hanno preferito smantellare una sede museale di eccellenza e perdere tempo a inseguire idee estemporanee e raffazzonate, come il Museo del volo, di cui per fortuna non si sente più parlare. Ora Melandri ha tirato fuori dal cilindro una soluzione che appare piuttosto come un ripiego dell’ultima ora in aperto contrasto con il progetto di trasferimento della Collezione Verzocchi a Palazzo Albertini, ostinatamente voluto dall’assessore e prima causa dell’infinita serie di spostamenti a catena che hanno coinvolto il nostro patrimonio. In attesa di conoscere i dettagli delle soluzioni prospettate ieri, rimane invariato il giudizio su quanto compiuto a Palazzo Romagnoli per aver privato per sempre la cittadinanza e il pubblico della possibilità di approfondire, in un insieme coerente, la produzione artistica del Novecento forlivese nei suoi momenti più alti.”

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