Una nuova bilateralità: nascono la Cassa Edile e la Scuola Edile della Romagna

Un'azione di riorganizzazione: dalle tre casse precedenti di Rimini, Forlì e Cesena si passa ad una centrale

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Nasce con la costituzione della Cassa Edile della Romagna e della Scuola Edile della Romagna la nuova bilateralità del mondo industriale e cooperativo del settore edile nel territorio romagnolo, con competenze interprovinciali a Rimini, Forlì e Cesena. Un’azione di riorganizzazione: dalle 3 casse precedenti di Rimini, Forli e Cesena si passa ad una centrale, con sede a Forlì, che conterà oltre 4.000 lavoratori iscritti e circa 700 imprese aderenti. 

Dopo un lungo percorso di confronto e trattative tra le organizzazioni datoriali e sindacali (Filca Cisl, Fillea Cgil e Feneal Uil) e, in applicazione di uno dei principi ispiratori del contratto collettivo nazionale dell’edilizia che prevede la creazione di una bilateralità più forte anche come contrasto alla crisi del settore si crea, oggi, uno strumento che con maggior efficienza e minor burocrazia è in grado di garantire e sostenere i lavoratori e le imprese del settore. 
Le casse edili rappresentano uno strumento prezioso di welfare, erogano infatti rimborsi per prestazioni sanitarie, integrano i trattamenti di malattia, danno salario e tramite la scuola fanno formazione e prevenzione per la sicurezza sul lavoro.

“E’ per noi – dichiara Carlo Bassini, segretario generale della Filca Cisl della Romagna – una grande soddisfazione la costituzione di una cassa edile e di una scuola edile unificate in grado di dar vita in un vasto territorio ad una bilateralità più forte. Il processo di unificazione garantisce la continuità ed il rafforzamento del sistema in grado di assolvere con efficienza ai suoi compiti” 

“Dopo l’unificazione – afferma Cristina Raghitta , segretario generale Filca Cisl Emilia Romagna – delle casse edili nei territori di Reggio Emilia e Ferrara, si raggiunge oggi con la nascita di un ente interprovinciale un’altra tappa fondamentale nel processo di riorganizzazione della bilateralità edile in Emilia Romagna e lo si fa in un’area significativa del territorio regionale. Non potevamo permettere che la crisi cruenta che ha colpito il settore edile trascinasse attraverso un progressivo indebolimento il prezioso patrimonio della bilateralità, uno strumento di applicazione contrattuale, di democrazia economica e di tutela del lavoro e dei lavoratori”.

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